RASSEGNA STAMPA

COME SCEGLIERE IL SITO GIUSTO PER EFFETTUARE ACQUISTI ONLINE

Gli acquisti online sono sempre più diffusi e scegliere un sito “sicuro” dove effettuarli non è mai semplice. Come fare? Proviamo a capire quali sono i fattori da tenere in considerazione per scegliere un sito affidabile ad effettuare tranquillamente il nostro shopping online.

Cominciamo col dire che, trattandosi di acquisti, è sempre bene usare le stesse indicazioni che si userebbero per un negozio fisico.

Un primo consigliato è quello di effettuare gli acquisti online tramite computer piuttosto che utilizzando il cellulare. L’acquisto fatto con quest’ultimo mezzo potrebbe farci commettere qualche errore, come ordinare più volte lo stesso oggetto, facendo lievitare il carrello a nostra insaputa.

Quando si sceglie il sito internet per fare shopping è bene tener conto di alcuni indizi esteriori esattamente come si fa osservando un negozio tradizionale. Spesso si inciampa in siti con link non funzionanti, con fotografie sgranate o contenuti poco chiari anche dal punto di vista grammaticale. Questi sono tutti indizi che ci dovrebbero far capire che non c’è molto da fidarsi.

Altra cosa importante è che il sito da noi scelto mostri informazioni veritiere e obbligatorie: indirizzo della sede,  numero di partita iva, l’indirizzo PEC. È sempre bene verificare che l’azienda in questione esista realmente.

Un altro fattore determinate riguarda gli strumenti di pagamento messi a disposizione del sito. Devono essere tra i più diffusi negli e-commerce.

Si consiglia di verificare sempre che si tratti di un sito sicuro: è necessario notare se sulla barra degli indirizzi si vedrà la sigla “https” prima del nome del sito.

Qualora si ha anche il minimo sospetto di essere vittime di truffa è sempre bene ascoltare il parere di un esperto.

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QUANDO LA DECURTAZIONE DEI PUNTI DALLA PATENTE DIVIENE PREOCCUPANTE

L’Art. 126-bis Comma 1 Codice della Strada stabilisce che al momento del rilascio della patente di guida viene attribuito un punteggio di venti punti. Esso subisce decurtazioni ogni qualvolta l’automobilista viola una delle norme del codice della strada per le quali è prevista, oltre che la sanzione amministrativa, la sottrazione di punti dal proprio documento di guida.

Ricordiamo che, in caso di grave guida indisciplinata, la sospensione dei punti della patente può arrivare fino a 15.

I punti di ciascun automobilista vengono incrementati ogni anno di 2 fino ad arrivare ad un massimo di 30.  Per i neopatentati invece, il saldo aumenterà di 1 solo punto ogni due anni e verranno decurtati in misura doppia in caso di violazioni al codice della strada.

Ma quando preoccuparsi?

Se non si sta attenti si può rischiare la sospensione della patente con tutto quello che comporta per riottenerla.

Se la decurtazione dei punti della patente comunicata non azzera il saldo, ci si può rivolgere a una scuola guida per seguire uno dei “corsi di aggiornamento” al termine dei quali si potranno riacquistare subito 6 o 9 punti.

Se vi trovate nel caso in cui la decurtazione dei punti della patente porta il saldo a zero, ci si dovrà sottoporre di nuovo all’esame di idoneità alla guida e si dovranno seguire procedure diverse a seconda della violazione al Codice della Strada contestata.

Si ricorda che, nei casi in cui il verbale sia notificato per posta, verrà chiesto al responsabile “teorico” ovvero il proprietario del veicolo la cui targa è stata fotografata, di comunicare i dati dell’effettivo conducente se diverso dal proprietario.

La seguente comunicazione, se non effettuata nei termini previsti con il modulo incluso nel verbale notificato, costituisce a propria volta una ennesima violazione con tutte le conseguenze annesse. 

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VERSAMENTO CONTRIBUTI INPS, ATTENZIONE ALLE TRUFFE: SEGNALATI TENTATIVI DI PHISHING

L’INPS con il comunicato stampa del 12 settembre 2022 avvisa gli utenti che negli ultimi giorni sono stati segnalati diversi tentativi di phishing in relazione al versamento dei contributi. Se si ricevono mail con nome e logo dell’Istituto in cui è richiesto un aggiornamento delle coordinate bancarie o un bonifico immediato si tratta di un tentativo di truffa.

Versamento contributi INPS, l’Istituto mette in guardia gli utenti sul rischio di truffe online.

Tramite il comunicato stampa del 12 settembre 2022, l’INPS comunica che sono stati segnalati diversi tentativi di phishing ai danni dei contribuenti.

Le mail di solito appaiono molto simili a quella inviate da fonti istituzionali, con l’utilizzo del logo INPS e un linguaggio volto a trarre in inganno il destinatario.

L’INPS sottolinea che non invia mai tramite mail comunicazioni che riguardano coordinate bancarie o pagamenti immediati, né allega file in formato “.exe” o link nel testo delle comunicazioni.

Versamento contributi INPS, attenzione alle truffe: segnalati tentativi di phishing

L’INPS, tramite il comunicato stampa del 12 settembre 2022, avvisa gli utenti che negli ultimi giorni sono stati segnalati diversi tentativi di phishing utilizzando nome e logo dell’Istituto.

Per “phishing” si intende una particolare tipologia di truffa online, soprattutto via mail, che sfrutta la credibilità degli enti istituzionali per carpire le informazioni personali degli utenti, come ad esempio le coordinate bancarie.

La comunicazione di solito appare in tutto e per tutto simile a quella inviata da fonti accreditate ma all’interno contiene l’inganno: un link o un form, ad esempio, per fornire informazioni personali o scaricare programmi capaci di apportare danno.

Nelle mail segnalate all’INPS, dietro la promessa di un rimborso economico o dietro la notifica di un mancato versamento dei contributi, si richiede a nome dell’Istituto un aggiornamento delle coordinate bancarie o un bonifico immediato per evitare sanzioni.

Mail INPS, attenzione alle truffe: come evitare i tentativi di phishing

L’INPS ricorda che non invia mai comunicazioni di questo tipo tramite mail, tantomeno trasmette nel testo delle comunicazioni allegati in formato “.exe” o link, i quali possono installare sul computer programmi potenzialmente dannosi.

Nonostante i messaggi che contengono l’inganno siano studiati per essere simili a quelli inviati dagli enti istituzionali, è comunque possibile difendersi.

Una strategia semplice ma efficace consiste nel fare attenzione ai dettagli, poiché sono sempre presenti degli elementi dissonanti.

Il primo passaggio è sempre quello di verificare il mittente della comunicazione. Se la mail non proviene dall’indirizzo istituzionale ufficiale con tutta probabilità si tratta di un tentativo di truffa.

L’INPS fornisce anche alcune linee guida per evitare di cadere vittime della truffa, come:

non cliccare su eventuali collegamenti esterni contenuti in e-mail o sms presumibilmente trasmessi da INPS;

non scaricare file allegati in formato “.exe”;

consultare, sul sito dell’Inps, il vademecum “Attenzione alle truffe”, periodicamente aggiornato con le ultime segnalazioni pervenute.

In caso di dubbi è sempre bene informare il “contact center INPS” (803.164 da fisso, 06.164.164 da cellulare) oppure contattare l’Istituto sui profili social ufficiali per un’ulteriore verifica

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NOVITA’ SULLE DILAZIONI DELLE CARTELLE DI PAGAMENTO

Una delle novità introdotte dal Decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022) riguarda una “ristrutturazione” delle cartelle di pagamento.

Proprio per ovviare alla situazione di obiettiva difficoltà dei contribuenti che racchiude quest’ultimo periodo, l’Agenzia della Riscossione ha effettuato degli interventi importanti.

Il primo fa riferimento al comma 1 dell’art. 19, D.P.R. 602/1973 ove, previa istanza del contribuente che dichiari di versare in una situazione di temporanea difficoltà, si concederà per ogni richiesta fatta dal debitore, una ripartizione delle somme iscritte a ruolo.  La novità quindi, è che viene concessa al contribuente una rateazione per ogni singola richiesta (e non per l’intero importo iscritto a ruolo), sino a un massimo di 72 rate mensili.

Altra importante novità è l’innalzamento dell’importo delle somme iscritte a ruolo da 60.000 a 120.000 euro. Tale dilazione è concessa al contribuente che dichiara la propria temporanea situazione di obiettiva difficoltà. Superata tale soglia, invece, sarà necessario che il contribuente fornisca una documentazione comprovante la situazione di difficoltà economica in cui si trova.

Questa novità giova sicuramente a favore del contribuente che, avendo accumulato debiti verso l’erario, potrà rateizzarli in modo più semplice e snello. Ma è conveniente anche per l’Erario che, concedendo delle “attenuanti” al debitore, a maggior possibilità di veder incassati i debiti dei contribuenti.

Ma non è finita qui. Il decreto Aiuti ha previsto anche un’ulteriore concessione per il contribuente debitore.

Passano, infatti, da 5 a 8 le rate non pagate per perdere il beneficio rateale.

Questa novità permette al contribuente di saltare un maggior numero di rate, prima di decadere dal piano di rateazione.

In caso di mancato pagamento, nel corso del periodo di rateazione, di otto rate, anche non consecutive:

  • il debitore decade automaticamente dal beneficio della rateazione;
  • l’intero importo iscritto a ruolo ancora dovuto è immediatamente e automaticamente riscuotibile in unica soluzione;
  • il carico può essere nuovamente rateizzato se, all’atto della presentazione della richiesta, vengano saldate le rate scadute. Il nuovo piano di dilazione sarà ripartito così nel numero massimo di rate non ancora scadute alla medesima data.

Se da un lato è stata data al contribuente una nuova misura “cuscinetto”, dall’altro lato è stata negata la possibilità di una nuova rateizzazione del carico, in caso di decadenza dal piano rateale.

Questa novità non deve però essere vista in termini così negativi.

Infatti, la decadenza dal beneficio della rateazione di uno o più carichi non preclude al debitore la possibilità di ottenere la dilazione del pagamento di carichi diversi da quelli per i quali è intervenuta la decadenza.

Bisogna inoltre considerare che, in caso di decadenza dal beneficio della rateazione concessa a seguito di richieste presentate, il debito potrà essere nuovamente rateizzato se, alla data di presentazione della nuova richiesta, le rate che  risultano scadute alla stessa data saranno integralmente saldate dal contribuente.

Tali disposizioni hanno sollevato varie perplessità, se da un lato si è cercato di aiutare il contribuente a sanare una situazione di obiettiva difficoltà economica, dall’altro lato il percorso tortuoso innescato dalla novità introdotta col decreto Aiuti mette in difficoltà il contribuente circa la perplessità di rateizzare il debito scaduto.

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I DIRITTI DA FAR VALERE IN CASO DI VOLO CANCELLATO PER MALTEMPO

A causa dei fenomeni atmosferici sempre più estremi, la possibilità di avere il volo cancellato per maltempo è sempre più probabile per cui è importante che il passeggero conosca quali siano i propri diritti e in che modo agire.

Secondo il secondo comma dell’articolo 1256 del Codice civile: “Se l’impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è responsabile del ritardo nell’adempimento”.

Non è possibile imputare la colpa alla compagnia aerea alla quale, sicuramente, il volo cancellato per maltempo provoca più inconvenienti che vantaggi, oltre al mancato guadagno.

Quando si parla di fenomeni atmosferici, non si parla di una causa di forza maggiore permanente bensì temporanea in quanto il maltempo rientra tra le circostanze eccezionali di cancellazione del volo.

Il viaggiatore aereo che si vede cancellato il volo a causa del maltempo ha diritto a una prenotazione su un altro aereo con la stessa destinazione e tenendo conto delle stesse condizioni.

Inoltre, finché il nuovo volo non avviene, il passeggero ha diritto ad avere un’assistenza a terra. Quest’ultima consistente nella possibilità di effettuare telefonate, inviare mail, avere pasti e bevande proporzionate all’attesa e, nel caso delle attese più lunghe, il pernottamento con il relativo trasporto dal terminal all’hotel e ritorno.

Tutto questo avviene se si tratta di un’attesa breve.

Cosa succede, invece, per condizioni atmosferiche che bloccano il volo per un periodo più lungo?

Nel caso di un nubifragio o altri fenomeni atmosferici che interessino più di una settimana si apre un nuovo scenario che libera la compagnia aerea dall’obbligo di eseguire la prestazione a cui il biglietto aereo la induce. Infatti, il passeggero non ha più come unica opzione quella di esigere la prestazione del trasporto aereo.

Sarà possibile, in queste circostanze, chiedere il rimborso del prezzo pagato per il biglietto e avere assistenza a terra fin quando le condizioni atmosferiche non migliorino e si possa procedere con il volo prenotato.

Attenzione però: la compagnia aerea con la quale si decide di viaggiare potrebbe aver incluso nel contratto specifiche condizioni per l’eventualità del volo cancellato per maltempo per cui è sempre bene informarsi e, nel casi più incerti, chiedere il parere di un esperto.

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GUIDA SENZA ASSICURAZIONE: COSA SUCCEDE?

Secondo l’Art. 193 Comma 1 del Codice della Strada: “i veicoli a motore senza guida di rotaie (…) non possono essere posti in circolazione sulla strada senza la copertura assicurativa a norma delle vigenti disposizioni di legge sulla responsabilità civile verso terzi”.

La Legge prevede che nessun veicolo possa circolare senza un’assicurazione valida a risarcire i danni eventualmente provocati a terzi dalla circolazione del veicolo su strada. È  assolutamente obbligatorio essere provvisti di un’assicurazione perché, in caso di incidenti più o meno gravi, il responsabile deve essere in grado di risarcire i danni provocati.

Poiché le assicurazioni non operano il rinnovo tacito e automatico delle polizze RC Auto, la copertura delle polizze assicurative è estesa di 15 giorni oltre la scadenza naturale.

Ma attenzione: il periodo di estensione non risparmierà una multa per assicurazione scaduta al trasgressore, con tutto quanto comporta e che spesso nemmeno viene immaginato.

L’Art. 193 Comma 3 Codice della Strada dice infatti che:

La sanzione amministrativa di cui al comma 2 è ridotta ad un quarto quando l’assicurazione del veicolo per la responsabilità verso i terzi sia comunque resa operante nei quindici giorni successivi al termine (…) è altresì ridotta ad un quarto quando l’interessato entro trenta giorni dalla contestazione della violazione, previa autorizzazione dell’organo accertatore, esprime la volontà e provvede alla demolizione e alle formalità di radiazione del veicolo.

La sanzione amministrativa prevede infatti, una sanzione ben più costosa del rinnovo dimenticato: da un minimo di € 848 a un massimo di € 3.393. quest’ultima viene ridotta di 1/4 se pagata entro il periodo di estensione di 15 giorni o se viene demolito il veicolo entro 30 giorni dalla multa assicurazione scaduta.

Gli agenti sono tenuti comunque al sequestro del veicolo, con tutte le spese che ne comportano a carico del proprietario del mezzo.

Un’attenzione importante è da porre nel caso di certificati di assicurazione contraffatti.

Si tratta di certificati considerati orami inutili per evitare una multa per assicurazione scaduta in quanto i più moderni sistemi di rilevazione delle infrazioni stradali incrociano automaticamente le targhe rilevate con le banche dati della Motorizzazione civile per verificare la correttezza circa la revisione dei veicoli e delle assicurazioni.

Il rischio al quale si incorre nell’esibire un certificato di assicurazione falso è la confisca immediata del mezzo e la sospensione della patente di guida per un anno.

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COME DIFENDERSI DAI CONGUAGLI DI BOLLETTE DI LUCE E GAS

Accade purtroppo e anche spesso che i consumatori si trovino di fronte a maxi-bollette o conguagli. Ciò può essere dovuto dai blocchi di fatturazione che possono riguardare i sistemi di alcune grandi aziende del settore, ma anche da ritardi o errori di comunicazione tra i distributori locali e i venditori.

Capita spesso che, a seguito di una autolettura comunicata dal cliente o della rilevazione della lettura da parte del distributore locale o a seguito del cambio del misuratore, vengano emessi maxi conguagli che vanno a fatturare tutti i consumi addebitati in precedenza.

Per questi casi la legge ha previsto la riduzione da 5 a 2 anni del periodo di prescrizione. In questo modo si è cercato di migliorare la situazione anche se purtroppo i casi di maxi bollette continuano ad esserci e sono spesso oggetto di denuncia da parte dei consumatori.

Ma cosa fare in caso di conguagli o maxi bollette?

Nel caso si verifichino queste condizioni che, soprattutto in questo periodo di profonda crisi, mettono il consumatore in difficoltà, si può agire con opportune indicazioni ovvero:

  • verificare che le letture riportate in fattura siano corrette e, in caso di errori, contestarla con un reclamo scritto;
  • gestire la pratica direttamente con l’azienda;
  • verificare correttamente lo storno degli importi non dovuti;
  • cercare di gestire nel migliore dei modi le eventuali azioni successive, in particolare le procedure di conciliazione paritetica.

È sempre bene, in questi casi particolari, avvalersi dell’assistenza di un esperto in materia.

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BAGAGLIO ARRIVATO IN RITARDO: COME OTTENERE IL RIMBORSO

Capita a volte ai passeggeri di un  aereo di dover aspettare sul famoso nastro in aeroporto per recuperare il proprio bagaglio al termine di un volo, con il rischio di ritrovarsi a non riuscire a riaverlo. In questo caso il cittadino ha la possibilità di chiedere un rimborso.

Il rimborso per il bagaglio arrivato in ritardo non può però riguardare l’attesa, magari anche lunga, che si risolve con la riconsegna del bagaglio integro. Fa riferimento, invece, a quelle situazioni in cui il ritardo sia tale che, senza che si arrivi alla perdita vera e propria del bagaglio, il viaggiatore viene sottratto dello stesso in tempo utile per farne l’uso che evidentemente, portandolo con sé, intendeva farne.

Il rimborso per il bagaglio perso e poi ritrovato arriva fino a circa € 1.300,00 con la possibilità di chiedere, se adeguatamente motivato, anche l’ulteriore eventuale danno.

È bene sapere che, qualora il bagaglio contenga beni di particolare interesse o particolarmente necessari per il passeggero, è sempre importante segnalare la cosa al momento della consegna alla compagnia. Questo perché, in caso di una eventuale denuncia, il Giudice potrebbe non riconoscere il maggior danno riportato.

La richiesta di risarcimento deve essere presentata direttamente alla compagnia aerea che abbia emesso il biglietto per il viaggio e, nel caso in cui la compagnia operi il volo in collaborazione con altre compagnie, anche a queste ultime. Esse infatti saranno responsabili in solido verso il passeggero.

Qual è, quindi, la procedura da effettuare per ottenere il rimborso in caso di smarrimento del bagaglio?

Affinché la procedura di rimborso possa andare a buon fine è necessario:

  • riportare l’accaduto all’ufficio Lost & Found in aeroporto compilando il Modulo PIR (Property Irregularity Report);
  • Inviare raccomandata con ricevuta di ritorno alla compagnia in cui viene richiesto il rimborso entro 21 giorni dalla mancata riconsegna del bagaglio.

Il passeggero, all’interno della denuncia di rimborso deve indicare: il numero di prenotazione, copia della carta d’imbarco, copia della matrice dell’etichetta applicata al bagaglio, la ricevuta della segnalazione fatta in aeroporto, l’elenco dei beni contenuti nel bagaglio smarrito, copia, se esiste, delle ricevute di acquisto del nuovo bagaglio e dei beni in sostituzione di quelli smarriti;

  • avviare una azione risarcitoria presso il Giudice competente in caso di totale o parziale inadempimento del vettore, nel termine di 2 anni dal fatto.

Affinché la procedura si rimborso possa andare a buon fine, si consiglia sempre, in questi casi, di consultare un esperto.

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LA “MANCATA MOTIVAZIONE” NELLA CARTELLA ESATTORIALE

Trattandosi di un atto amministrativo, la cartella esattoriale deve essere sempre accompagnata da  motivazione della stessa in modo tale da essere sempre chiara a chi la legge.

L’art. 7 dello Statuto dei Diritti del Contribuente, infatti, al comma 1 stabilisce che gli atti dell’amministrazione devono essere “motivati”, “indicando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione” dell’Erario.

Ma non solo: se, all’interno della motivazione si fa riferimento ad un altro atto, questo deve essere obbligatoriamente allegato all’atto che lo richiama.

Queste regole valgono anche per l’Agenzia della Riscossione che, all’interno delle cartelle di pagamento inviate al contribuente, è obbligata ad esplicare le motivazioni a supporto delle stesse.

L’adeguata motivazione viene vista, in pratica, come il dovere per il contribuente per esercitare il proprio diritto di replica, come citato dall’art. 24 della nostra Costituzione.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n° 31270/18 ha sottolineato il principio secondo il quale “la cartella esattoriale, ove non preceduta da un avviso di accertamento, deve essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile, tale obbligo derivando dai principi di carattere generale indicati, per ogni provvedimento amministrativo” .

Il difetto di motivazione rende pertanto nullo il provvedimento esattoriale notificato al contribuente per violazione del diritto di difesa.

C’è da specificare che, la cartella esattoriale è affetta da carenza di motivazione anche quando non è stato specificato il calcolo analitico degli interessi moratori.

All’interno della cartella devono essere sempre specificati in misura dettagliata i calcoli degli interessi di mora al fine di comprovare la correttezza ma soprattutto la trasparenza di tale voce.

Anche in questo caso, la Corte di Cassazione ha dichiarato che è nullo quell’atto emanato dall’Agenzia della Riscossione all’interno del quale viene riportata solamente la cifra globale degli interessi dovuti, senza che siano specificate le aliquote che hanno determinato il calcolo degli stessi.

In questi casi il contribuente deve, attraverso l’aiuto di un esperto, procedere ad impugnare la cartella e cercare di ricostruire l’operato dell’ufficio.

Anche in questo caso, la legge ha definito che la cartella esattoriale è nulla “se reca la sola indicazione […] dell’ammontare degli interessi, senza specificazione del tasso applicato e delle somme sui quali essi erano stati calcolati, suddivise tra imposte dirette, imposte indirette, addizionali regionali ed Irap”.

Considerando che il calcolo degli interessi varia di giorno in giorno, un’accurata verifica degli stessi, anche qualora siano indicati espressamente all’interno della cartella di pagamento, è sempre lecita.

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FINTI OPERATORI CHE SVUOTANO I CONTI CORRENTI DEI CONSUMATORI

Purtroppo sono sempre più le truffe che coinvolgono i consumatori.

Il nome di Enel viene spesso utilizzato per truffare poveri utenti. Molti di questi si sono trovati nella condizione di rispondere a telefonate serali in cui abili truffatori hanno fatto credere di dover riscuotere per conto di Enel importi di bollette non pagate, pena il distacco immediato del servizio energetico.

Molti consumatori, presi dal panico di restare senza energia elettrica, hanno accettato di sanare immediatamente il debito rilasciando i dati del proprio conto corrente. Quest’ultimo è stato svuotato nel giro di pochi giorni.

Altri contribuenti più sospettosi hanno pensato bene di segnalare ad Enel l’accaduto facendo partire le prime indagini.

È bene sapere che le bollette insolute non vengono mai notificate per via telefonica.

Qualora il contribuente risulti moroso, la compagnia prima manda un sollecito tramite posta raccomandata e, solo successivamente, procede ad interrompere il servizio.

Il conto corrente non viene mai neanche lontanamente nominato.

Un’altra cosa da verificare sempre, qualora si riceva la visita a domicilio di fantomatici operatori, è che questi siano muniti di tesserino aziendale con tanto di logo, foto e dati del dipendente.

Nessun operatore Enel è autorizzato a riscuotere denaro contante a domicilio.

Occhio quindi alle truffe e, nel caso vi trovate nella condizione di un operatore che vi chiede i dati del vostro conto corrente, è sempre bene non dare nulla telefonicamente e chiedere di inviare il contratto a casa.

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