Archivio per Categoria SANITA, SALUTE E BENESSERE

NUOVI DIVIETI PER I FUMATORI

Il piano è quello di garantire una generazione libera dal tabacco, si punta anche a nuovi divieti per i fumatori e per i prodotti, oltre all’aumento del prezzo.

Tra questi anche la proibizione delle pubblicità per i nuovi prodotti di tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, perché anche questi sono considerati dannosi per la salute.

 Il ministro della Salute Orazio Schillaci, cita il Piano europeo contro il cancro così da eliminare una delle cause di morbosità e mortalità più prevenibili in Italia.

Nell’audizione in Commissione affari sociali alla Camera il ministro ha spiegato che il piano prevede una vera e propria guerra al tabagismo per raggiungere una quota inferiore al 5% di popolazione che consuma tabacco entro il 2040.

 Il governo vuole aggiornare e ampliare l’articolo 51 della legge 3-2003 che vieta, tra le altre cose, le sale fumatori nei locali anche alle sigarette elettroniche.

Ma non solo, tra le proposte anche:

  • il divieto di fumo in luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza;
  • vietare sale fumatori nei locali al chiuso;
  • estendere i divieti ai nuovi prodotti come le sigarette elettroniche;
  • vietare la pubblicità ai prodotti contenenti nicotina o tabacco riscaldato.

Dovranno essere adottate delle misure per garantire la salute non soltanto dei fumatori ma anche della collettività ed evitare al contempo la diffusione dei nuovi prodotti che sono altrettanto dannosi per la salute.

COME COMPORTARSI SE LA TESSERA SANITARIA NON ARRIVA?

La tessera sanitaria è sicuramente un documento fondamentale del sistema sanitario del nostro Paese. Tutti i cittadini devono possederla per poter accedere ai vari servizi e prestazioni offerti dal sistema sanitario.

Essa ci garantisce come il nostro sistema sanitario possa funzionare in modo efficace e fornisca le cure necessarie a tutti coloro che ne hanno bisogno.

La tessera sanitaria arriva automaticamente per posta all’indirizzo di residenza di ciascun contribuente, senza dover fare alcuna richiesta.

Ma cosa succede se la tessera sanitaria non arriva?

Una possibile causa potrebbe essere la mancata assegnazione di un codice fiscale. Infatti, poiché il sistema sanitario raccoglie i dati dalle informazioni contenute nei registri fiscali, ciò potrebbe comportare errori o ritardi nell’elaborazione della spedizione della tessera sanitaria.

Un’altra ragione potrebbe invece essere la mancata iscrizione alla ASL e, per verificare questo, è necessario recarsi presso uno degli uffici territoriali di competenza della zona di appartenenza.

In alternativa, potrebbe trattarsi semplicemente di un errore amministrativo da parte del Governo che ha causato ritardi o errori nell’elaborazione della spedizione della tessera sanitaria.

Se la tessera sanitaria è in scadenza o è già scaduta, è importante controllare lo stato di spedizione della nuova tessera.

Questo può essere effettuato facilmente online, attraverso il sito web messo a disposizione dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Per farlo è sufficiente inserire il proprio codice fiscale e il codice di sicurezza visualizzato.

Se la tessera sanitaria non arriva, una soluzione potrebbe essere quella di contattare il servizio di assistenza al numero verde 800.030.070.

In attesa della nuova tessera sanitaria, è importante non abbandonare la carta scaduta solo perché non è più valida. Infatti, il vecchio documento può avere ancora un valore anche dopo la data di scadenza.

Se la tessera sanitaria non arriva da molto tempo, il consiglio è quello di procedere alla richiesta di una nuova tessera il prima possibile.

Per poterlo fare è necessario recarsi presso un ufficio dell’ASL munito di un documento d’identità in corso di validità.

Nel caso invece, di furto o smarrimento, è possibile richiedere un duplicato o recandosi presso uno degli uffici territoriali dell’ASL o richiedendo una copia presso l’Agenzia delle Entrate compilando il modulo relativo.

COME CORREGGERE I DATI SBAGLIATI DI UNA TESSERA SANITARIA?

La tessera sanitaria è una tessera che viene rilasciata a tutti i cittadini per poter fruire delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Essa contiene anche il codice fiscale  e, grazie a un microchip incorporato, consente di accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione .

Le principali informazioni contenute nella parte anteriore della tessera sanitaria sono: il codice fiscale del titolare della tessera; i suoi dati anagrafici; la data di scadenza.

La parte posteriore, invece, è la Tessera europea di assistenza in malattia e garantisce le prestazioni sanitarie in uno dei Paesi dell’Unione europea ed in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.

La durata della tessera sanitaria è di sei anni. Alla scadenza viene automaticamente spedita una nuova tessera all’indirizzo di residenza che risulta all’Anagrafe Tributaria.

La tessera sanitaria è gratuita e viene rilasciata a tutti i cittadini che hanno un codice fiscale e che sono iscritti all’Asl di competenza per territorio.

In caso di smarrimento o furto della tessera sanitaria, o anche se si è deteriorata, è possibile chiederne una nuova. Per il furto o lo smarrimento servirà una denuncia alle forze dell’ordine.

Se ci si accorge che ci sono errori all’interno della nostra tessera sanitaria, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un metodo per dare la possibilità al il contribuente di correggere dati sbagliati eventualmente riscontrati sulla card.  La modifica può essere fatta telematicamente facendo richiesta di modificare gli errori.

Per farlo è necessario avere a disposizione lo Spid, la Carta d’identità elettronica o la CNS (Carta Nazionale dei Servizi.

Per attuare questa procedura è necessario collegarsi al portale dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente del ministero dell’Interno (anagrafenazionale.interno.it). Qui, una volta effettuato l’accesso, si va nella pagina «Rettifica dati», dov’è possibile prendere visione della propria scheda anagrafica (nome, cognome, luogo e data di nascita, sesso, codice fiscale) e chiedere la correzione o l’integrazione di dati che risultano errati o incompleti.

Se non si riesce ad effettuare questa operazione via web ci si può rivolgere al Comune di residenza per chiedere di rettificare i dati anagrafici sbagliati. I cittadini non residenti, invece, possono richiedere l’aggiornamento a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle entrate, presentando un documento d’identità valido.

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ELIMINAZIONE DIFFERENZA INOCCUPATI E DISOCCUPATI PER AVERE L’ESENZIONE DEL TICKET SANITARIO

Il venir meno delle distinzioni previste ai fini dell’accesso all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario è avvenuto con l’emanazione del decreto legislativo n. 150/2015 . Questo, infatti, ha equiparato le situazioni di chi non ha precedentemente svolto un’attività lavorativa ed è alla ricerca di impiego e di chi ha perso il lavoro.

Tra coloro che possono beneficiare dell’esenzione dal pagamento del ticket sanitario ci sono i titolari di redditi bassi e, in merito ai disoccupati, la soglia è fissata a 8.263,31 € , importo che sale a 11.362,05 € in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 € euro per ogni figlio a carico.

La sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 13 luglio 2022 fa chiarezza sulla platea dei beneficiari dell’agevolazione e a seguito dell’abrogazione del d.lgs. 181/2000 evidenzia che è ormai superata la distinzione tra disoccupato ed inoccupato.

L’articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2015 ha previsto che:

    “Sono considerati disoccupati i lavoratori privi di impiego che dichiarano in forma telematica al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro di cui all’art. 13 la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro dell’impiego.”

Cambiano dunque i criteri per l’individuazione della platea dei destinatari dell’esenzione del ticket sanitario per reddito e il Ministero della Salute si è quindi rivolto al Consiglio di Stato nel 2017 evidenziando la questione e le possibili ricadute sul fronte della copertura finanziaria.

La sentenza del 13 luglio 2022 pone in luce la necessità di una revisione normativa. Si richiede una modifica legislativa che, dopo anni, adegui la normativa alla luce delle nuove regole in materia di disoccupazione previste dal Jobs Act.

A dicembre scade la modalità per andare in pensione in anticipo attraverso lo strumento introdotto dal Governo Draghi che permette il pensionamento con 64 anni d’età e 38 di contributi.

Ultimi 3 mesi a disposizione, dunque, per maturare il diritto alla prestazione con queste modalità, prima di tornare ai requisiti previsti dalla Legge Fornero, 67 anni e 20 di contributi.

Cosa cambierà dal 2023?

Il Governo nato dalle elezioni del 25 settembre 2022 sarà chiamato a formulare una nuova riforma pensionistica.

A partire da gennaio 2023, chi è in possesso dei requisiti previsti da Quota 100 e 102 potrà beneficiare dell’uscita agevolata, mentre gli altri a meno che non arrivi una nuova riforma dovranno maturare i requisiti previsti dalla Legge Fornero.

La riforma delle pensioni è stato uno dei temi centrali della campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022, e più o meno tutti i partiti hanno presentato le loro proposte.

La coalizione di centrodestra, formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia che ha vinto con una maggioranza schiacciante si trova d’accordo nella necessità di innalzare le pensioni minime.

Il partito guidato da Giorgia Meloni, non fornisce ancora possibili cifre, ma le risorse potrebbero arrivare dalle modifiche alle misure esistenti come il reddito di cittadinanza. Tuttavia, questo partito ha proposto di interrompere l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita e il rinnovo di Opzione Donna.

La Lega, invece, supporta l’introduzione di Quota 41, la pensione anticipata con 41 anni di contributi versati, la pensione di vecchiaia a 63 anni con almeno 20 di contributi e il rinnovo dell’Ape Sociale. Per le donne inoltre, l’abbassamento di un anno dell’età pensionabile per ogni figlio.

Il Movimento 5 Stelle, invece, per le pensioni propone l’uscita dal lavoro a 62 anni o 41 di contributi.

Ciò che è evidente dalla relazione annuale dell’INPS, indipendentemente dalle nuove proposte pensionistiche, è che c’è bisogno di più lavoro retribuito adeguatamente dal momento che emerge un’insostenibilità del sistema pensionistico .

Aspettiamo, dunque, le direttive del nuovo Governo.

ASSISTENZA SANITARIA ALL’ESTERO: COME AVVIENE IL RIMBORSO?

Qualunque cittadino europeo ha diritto a ricevere prestazioni mediche in uno Stato membro se durante un viaggio di vacanza, studio o lavoro si ammala inaspettatamente.

Ma come funzionano le cure all’estero? È necessaria la tessera sanitaria?

È sempre consigliabile avere con sé la tessera europea di assicurazione malattia (Team), perché costituisce la prova materiale del fatto che si è assicurati in un Paese dell’Unione europea.

In questo modo si avrà diritto a ricevere cure necessarie nelle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate.

Le cure sanitarie si ottengono solitamente in forma diretta, cioè senza anticipare i costi, alle stesse condizioni degli assistiti dal Sistema sanitario del Paese in cui ci si trova.

Nel caso sia previsto il pagamento di un ticket per una determinata prestazione non coperta dal Servizio sanitario nazionale, questo resta a carico dell’assistito e non si può chiederne il rimborso al rientro in Italia.

Per quanto riguarda le limitazioni all’uso della tessera Team, va precisato che non viene riconosciuta per le operazioni di salvataggio e per il rimpatrio. Se si vuole richiedere il trasferimento gratuito nel Paese di origine in caso di grave incidente o grave malattia, sarà necessario avere una copertura assicurativa specifica, altrimenti il cittadino dovrà pagare di tasca sua e non sarà possibile chiedere il rimborso.

La tessera Team, tuttavia, non copre l’assistenza sanitaria privata o i costi sanitari delle cure programmate in un altro paese dell’Unione.

In che modo, quindi, avviene il rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero?

Se il cittadino ha dovuto anticipare delle spese per l’assistenza sanitaria all’estero può chiedere il rimborso alla propria Asl, allegando tutta la documentazione sanitaria relativa alla prestazione effettuata  e le ricevute di pagamento.

Il rimborso in Italia viene accreditato sulla base di tutta la documentazione prodotta e delle ricevute o delle fatture presentate in originale.

Inoltre, non si può negare il rimborso delle spese mediche sostenute in un altro Stato membro dell’Unione solo perché non è stata prescritta l’autorizzazione preventiva.  In questo modo verrebbero meno il principio di libera prestazione dei servizi e la direttiva sull’assistenza sanitaria oltreconfine.

La giurisprudenza deve riconoscere il diritto al rimborso quando un cittadino ha urgente bisogno di ricevere delle cure all’estero e non ha modo né tempo materiale per procurarsi l’autorizzazione.

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