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ARRIVA “DEDICATA A TE”

Si chiama “Dedicata a te” la nuova prepagata di Poste Italiane riservata alle famiglie collocate nelle posizioni utili della graduatoria realizzata per il progetto carta solidale in favore delle famiglie con Isee inferiore a 15mila euro. La conferma arriva direttamente dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Sono a disposizione 1 milione e 300 mila card che potranno essere ritirate presso gli uffici postali.
La carta contiene al suo interno un importo di 382,50 euro da utilizzare per l’acquisto di alcuni generi alimentari. I possessori della carta avranno a disposizione degli ulteriori sconti sugli acquisti, così da poter risparmiare ulteriormente sulla spesa. Grazie alle risorse stanziate in legge di Bilancio 2023, è stato possibile riconoscere 1milione e 300mila card ad altrettante famiglie che sono risultate idonee e vincitrici nella graduatoria comunale del comune di residenza.
Ad averne diritto sono le famiglie che possiedono un Isee inferiore ai 15mila euro ma che non usufruiscono del reddito di cittadinanza o i cui componenti beneficiano di altri sostegni al reddito come l’indennità di disoccupazione Naspi. Concorrono alla graduatoria, oltre agli esclusi, tutte le famiglie che, alla data del 12 maggio 2023, avevano un Isee in corso di validità.
Il comune, sulla base del numero di carte assegnate, stila una graduatoria tenendo conto del seguente ordine di precedenza:
– nuclei familiari composti da non meno di tre componenti, di cui uno nato entro il 31 dicembre 2009. Tra questi viene data precedenza ai nuclei con indicatore Isee più basso;
– nuclei familiari composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
– altri nuclei familiari con Isee nei termini stabiliti.
La procedura è automatica: non servirà nessuna domanda da inviare. Con la card “Dedicata a te” si potranno acquistare solo prodotti di genere alimentare con l’eccezione degli alcolici, presso supermercati e alimentari. Il plafond è di 382,50 euro che potranno aumentare a partire dal 1° ottobre 2023 qualora ci siano risorse residue. Non è possibile prelevare l’importo accreditato per nessun motivo: il bonus può essere speso solo per mezzo dell’apposita carta che verrà intestata a colui che ha richiesto l’Isee.
Gli esercizi commerciali che aderiranno al piano di contenimento dei costi dei beni alimentari di prima necessità, dovrebbero applicare uno sconto speciale per chi è in possesso della carta, uno sconto del 15% del costo della spesa effettuata. Non ci sono scadenze per l’uso della carta: l’unico vincolo è che entro il 15 settembre 2023 bisogna effettuare un pagamento altrimenti il credito viene bloccato.
Le card “Dedicato a te” sono già pronte e la loro consegna verrà gestita dagli uffici postali.
Il comune avviserà le famiglie “vincitrici” comunicando loro la data di consegna e l’indirizzo dell’ufficio incaricato.

ASSEGNO UNICO 2023

L’assegno unico e universale è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che viene attribuito a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21º anno di età. L’importo varia in base all’Isee della famiglia e all’età dei figli a carico.

Viene definito “unico” perché unifica e sostituisce una serie di misure a sostegno delle famiglie, e “universale” in quanto viene attribuito a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia. 

Per chi ha già fatto domanda nel 2022, non è necessario fare una nuova domanda ma l’erogazione continua normalmente.

Spetta a tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori (non occupati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati) e senza limiti di reddito.

 In particolare:

  • per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a decorrere dal 7° mese di gravidanza;
  • per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni,;
  • per ogni figlio con disabilità a carico per cui non sono previsti limiti di età.

L’importo è variabile e viene determinato in base all’Isee del nucleo familiare,

Nella misura piena di 175 euro per un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori, esso si riduce gradualmente fino a raggiungere un valore pari a 50 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. Per livelli di Isee superiori a 40.000 euro l’importo rimane di 50 euro.

PRIMA CASA GIOVANI 2023

Il Governo ha confermato Il beneficio agevolazione acquisto prima casa under 36.

Ne potrà usufruire chi firma il rogito notarile e il mutuo fino al 31 dicembre 2023, come prevede l’articolo 1, comma 74 legge 197/2022.

Il bonus è riconosciuto solo a chi: 

  • non ha ancora compiuto il 36° anno di età nell’anno in cui è stipulato il contratto;
  • ha un Isee non superiore a 40.000 euro annui.

E’ necessario inoltre che:

  • l’immobile acquistato sia adibito a civile abitazione e non sia di lusso (ossia non rientri nelle categorie A/1, A/8 e A/9);
  • l’acquirente non sia titolare, nemmeno col coniuge, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile da acquistare;
  • l’acquirente non possegga un altro immobile acquistato con l’agevolazione prima casa in qualsiasi parte d’Italia. In caso contrario, esso deve essere ceduto (venduto o donato) entro un anno dalla data del nuovo acquisto;
  • l’acquirente deve spostare la propria residenza nel Comune ove si trova l’immobile entro 18 mesi dal rogito.

L’agevolazione consente di ottenere:

  • nel caso di compravendita di immobile da privati: l’esenzione da imposte di registro, ipotecaria e catastale.
  • nel caso di compravendita da ditta costruttrice o comunque imponibile a Iva: un credito d’imposta in misura pari all’Iva versata 
  • nel caso di mutuo, nell’esenzione dall’imposta sostitutiva.

L’Isee deve essere in corso di validità alla data del rogito e, pertanto, deve essere richiesto mediante la presentazione della relativa dichiarazione sostitutiva unica (Dsu).

Per ottenere l’agevolazione, l’acquirente deve dichiarare nel rogito notarile che intende avvalersi dell’agevolazione, attestando di avere un valore Isee non superiore a 40.000 euro e di essere in possesso della relativa attestazione in corso di validità o di aver già provveduto a richiederla. Si tratta quindi di una sorta di autodichiarazione.

ISEE 2023

L’Isee va richiesto per accedere a tutta una serie di agevolazioni fiscali e prestazioni, per esempio dal reddito di cittadinanza al bonus prima casa per gli under 36. Tra le novità va ricordato poi l’assegno unico, il cui importo viene stabilito su vari parametri, compreso l’Isee.

La differenza tra Isee corrente e ordinario sta nel periodo preso in considerazione: il valore dell’Isee corrente riguarda gli ultimi 12 mesi, mentre quello ordinario riguarda gli ultimi due anni.

Per accedere all’Isee corrente deve verificarsi una delle seguenti situazioni:

  • una variazione dell’attività di lavoro autonomo o dipendente;
  • una variazione nei trattamenti assistenziali, previdenziali o indennitari, anche esenti Irpef;
  • un cambiamento del reddito complessivo del nucleo familiare superiore al 25%;
  • una diminuzione del patrimonio del nucleo familiare di oltre il 20% rispetto a quello indicato nell’Isee ordinario (di 2 anni prima).

L’Isee corrente è legato alle variazioni di redditi e patrimoni, può essere richiesto nel momento in cui:

  • si perde il lavoro;
  • il rapporto lavorativo viene ridotto o subisce una sospensione;
  • il contribuente membro del nucleo familiare trova lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  • se si verifica un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
  • se, durante il periodo di validità di un Isee corrente, inizia la fruizione di trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
  • se si cambia lavoro.

Documenti necessari per il modello Isee corrente:

  • l’Isee ordinario;
  • la Dsu;
  • la certificazione attestante la variazione della condizione lavorativa (per esempio la lettera di licenziamento, o la chiusura partita Iva), oppure la comunicazione della variazione del trattamento, attestante la data e il tipo di variazione;
  • l’indicazione di quanto percepito nell’anno precedente (quindi 12 mesi) alla presentazione dell’Isee corrente (quindi buste paga, certificazione lavoro autonomo) compresi i trattamenti assistenziali previdenziali e indennitari a qualunque titolo, percepiti da amministrazioni pubbliche, incluse le carte di debito assistenziali (ovvero tutti i bonus, il reddito di cittadinanza, gli assegni familiari, ecc.);
  • in caso di perdita del patrimonio mobiliare e/o immobiliare va prodotta la documentazione del patrimonio riferita al 31 dicembre dell’anno precedente, infine va comunicato saldo e giacenza per i conti correnti.

L’Isee corrente è quindi un Isee aggiornato dei redditi e trattamenti degli ultimi 12 mesi o degli ultimi 2 mesi, per il calcolo ci si basa sui dati aggiornati dei redditi di ciascun componente del nucleo familiare, che per esempio ha perso il lavoro, o rientra in una delle situazioni viste nel paragrafo precedente.

Ed in cooperazione con l’Agenzia delle Entrate, sarà verificata la corrispondenza tra i dati autodichiarati nella Dsu integrativa e quelli presenti nelle banche dati pubbliche, anche le giacenze medie dei conti correnti, non solo per il dichiarante ma anche per il nucleo familiare di appartenenza.

In caso di difformità, sarà possibile presentare un nuovo modulo per la Dsu ai fini dell’Isee corrente ovvero richiedere la prestazione mediante l’attestazione già presentata. nel caso di indebita fruizione di prestazioni agevolate riconosciute con omissioni o difformità, oltre all’applicazione delle sanzioni amministrative e penali, non sarà possibile richiedere il rilascio dell’attestazione corrente per due anni.

TUTELARSI SE NON SI È SPOSATI, COME FARE?

Secondo la legge, la convivenza è un rapporto che si instaura tra due persone maggiorenni, eterosessuali oppure omosessuali, a condizione che:

  • condividano lo stesso tetto: in altre parole, deve trattarsi di una coppia che abita stabilmente nel medesimo appartamento;
  • siano unite da un rapporto sentimentale;
  • non siano legate da un vincolo di matrimonio o di unione civile;
  • non ci sia alcun rapporto di parentela, affinità o adozione;
  • sussista l’assistenza morale e materiale reciproca.

I conviventi hanno la facoltà di rendere una dichiarazione congiunta all’ufficio Anagrafe del proprio Comune al fine di ottenere il certificato di residenza e lo stato di famiglia. Un simile adempimento riconosce alla coppia i seguenti diritti:

  • visita al partner detenuto in carcere;
  • assistenza al convivente ricoverato in ospedale e possibilità di ottenere informazioni sul suo stato di salute;
  • subentro nel contratto di locazione in caso di morte del partner intestatario;
  • partecipazione alla gestione dell’attività dell’impresa familiare;
  • assistenza morale e materiale da parte del convivente;
  • risarcimento del danno in caso di morte del compagno a causa di illecito di terzi;
  • assegno periodico (i cosiddetti alimenti) in caso di cessazione della convivenza a condizione che si versi in stato di bisogno al punto da non avere mezzi di sostentamento.

La coppia inoltre può stipulare un contratto di convivenza, si tratta di sottoscrivere un documento, con atto pubblico o scrittura privata autenticata, per regolare gli aspetti patrimoniali della vita in comune, come ad esempio la contribuzione alle spese della famiglia.

Naturalmente, in presenza di figli valgono le stesse regole per le coppie sposate in termini di mantenimento e affidamento. Quindi, in caso di separazione, l’ex convivente economicamente più forte sarà tenuto a corrispondere all’altro un assegno periodico nell’interesse della prole.

Ai conviventi di fatto sono comunque negati:

  • il diritto all’assegno di mantenimento. In caso di separazione e cessazione della convivenza, il partner in stato di bisogno può domandare solo gli alimenti qualora si trovi in serie difficoltà economiche;
  • il diritto all’eredità del partner: tuttavia, qualora il defunto abbia nominato il partner nel testamento, a quest’ultimo spetterà una parte della quota disponibile, cioè quella non riservata ai familiari più stretti;
  • il fondo patrimoniale: tale istituto, infatti, è riservato unicamente alle persone unite in matrimonio. La legge consente comunque ai conviventi con figli la possibilità di istituire un trust;
  • l’obbligo di fedeltà con la conseguenza che in caso di tradimento, il partner non può chiedere al giudice l’addebito della separazione (ossia l’attribuzione della colpa per la fine della convivenza) o il risarcimento del danno;
  • la pensione di reversibilità del convivente defunto;
  • l’adozione di minori.

La cessazione della convivenza può avvenire in caso di:

  • decesso di uno dei conviventi;
  • matrimonio oppure unione civile di uno dei partner;
  • fine della coabitazione;
  • estinzione dei legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale

La cessazione della convivenza deve essere dichiarata al Comune di residenza presentando un apposito modulo.

COME SI DIVIDONO I SOLDI IN CASO DI SEPARAZIONE?

Se la coppia è in regime di separazione dei beni, il denaro residuo sui rispettivi conti correnti non deve essere diviso.

Ciascuno quindi rimane proprietario dei propri risparmi.

Se invece la coppia è in regime di comunione dei beni, valgono altre regole: in questo caso, bisogna distinguere tra denaro personale e denaro personalissimo.

Il denaro personale è quello derivante dall’attività lavorativa.

È in buona sostanza lo stipendio o il reddito di lavoro autonomo. 

Finché la coppia è sposata, ciascun coniuge può spendere tale denaro per come meglio crede, anche per i propri interessi personali, senza dover chiedere l’autorizzazione al coniuge. 

Ad esempio, il marito potrebbe prelevare dalla banca 5mila euro per comprarsi un orologio d’oro senza che la moglie possa contestare la spesa. E viceversa.

Resta in ogni caso sempre il dovere di provvedere alle necessità della famiglia e dei figli in proporzione alle proprie capacità economiche.

Nel momento in cui la coppia decide di separarsi ed in cui pertanto si scioglie la comunione, il denaro personale, se non consumato, va diviso in parti uguali tra i coniugi, sia che provenga dall’attività di un solo coniuge, che dalle singole attività dei due coniugi, anche se in misura diversa per ciascuno di essi.

 Il cosiddetto denaro personalissimo, non cade invece nella comunione dei beni, e pertanto non deve essere diviso neanche in caso di separazione.

Si considera denaro personalissimo:

  • quello di cui il coniuge è proprietario sin da prima del matrimonio (si pensi ai risparmi in banca); 
  • quello ricevuto anche dopo il matrimonio a titolo di donazione o di successione ereditaria (ad esempio, i regali dei genitori); 
  • quello ricevuto a titolo di risarcimento del danno;
  • la pensione per la perdita totale o parziale della capacità lavorativa;
  • quello ricavato come prezzo di vendita di beni personali di ciascun coniuge.

Il coniuge deve però provare la proprietà esclusiva delle somme, ad esempio presentando documenti che provino l’ordine di accreditamento sul conto, oppure provando che il denaro ottenuto dalla vendita di un bene personale è stato depositato sul conto corrente comune.

PIU’ SOLDI SUL CONTO CORRENTE, DI QUANTO AUMENTA L’ISEE?

Come prima cosa va detto che il valore finale dell’Isee risulta dal calcolo di due componenti, ossia l’indicatore della situazione economica Ise e la scala di equivalenza Se.

Nel dettaglio, dividendo l’Ise per la Se si arriva all’Isee, che è il valore indicato alla fine della prima tabella presente nell’attestazione.

L’Ise è un parametro che tiene conto tanto dei redditi quanto dei patrimoni di proprietà dei componenti del nucleo familiare, aggiornati a due anni prima dalla presentazione della Dsu.

È questo, difatti, il parametro che fotografa la situazione economica del nucleo familiare.

Sull’Ise hanno una maggiore incidenza i redditi rispetto ai patrimoni, in quanto si calcola applicando la seguente formula:

Isr (redditi) + 20% Isp (patrimoni

Del patrimonio, sia mobiliare che immobiliare, se ne prende solamente il 20%.

Entro i 15.493,71 euro, quindi, i soldi sul conto corrente non hanno alcuna incidenza sull’Isee.

Discorso differente quando invece superano tale soglia, in quanto il differenziale ha lo stesso identico peso del patrimonio immobiliare.  

Il patrimonio mobiliare si somma a quello immobiliare e il 20% del risultato verrà sommato ai redditi, comportando di conseguenza un aumento dell’Ise e, a parità di scala di equivalenza, dell’Isee stesso.

Di fatto, in questo caso un incremento di 15.000 euro dei propri risparmi comporta un aumento di appena il 2.000 euro sull’Isee.

Più rilevante sarebbe l’incremento dell’Isee in caso di aumento del proprio reddito, in quanto in tal caso verrebbe presa in considerazione il 100% della differenza e non il 20% come invece previsto per i patrimoni.

BONUS FAMIGLIA 2023, ELENCO AGGIORNATO

Saranno diversi i bonus famiglia che potranno essere richiesti nel 2023: a quelli già esistenti, se ne aggiungono altri introdotti dall’ultima legge di Bilancio. In attesa che possano essere definiti i dettagli sul funzionamento dei nuovi bonus, vediamo qual è l’elenco completo, e quali sono i requisiti per richiederli.

Bonus famiglia 2023

  •  Assegno unico universale figli a carico

Si tratta di un contributo mensile spettante per ogni figlio minorenne, o anche maggiorenne se di età inferiore ai 21 anni. prevista, infatti, una maggiorazione del 50% dell’importo base da riconoscere fino al compimento di 1 anno del figlio. E per i figli successivi al secondo tale maggiorazione si applica fino al compimento dei 3 anni, ma solo per le famiglie il cui Isee non supera i 40.000 euro.

E ancora, la manovra aumenta da 100 a 150 euro l’importo della maggiorazione mensile forfettaria spettante alle famiglie con almeno 4 figli.

  •  Detrazioni fiscali

Nel dettaglio, queste spettano ancora:

  • per i figli maggiorenni con più di 21 anni ma meno di 24 anni e producono un reddito pari o inferiore ai 4.000,00 euro nel periodo d’imposta di riferimento;
  • per i figli maggiorenni con più di 24 anni che producono un reddito pari o inferiore a 2.840,51 euro.
  • per i figli con più di 21 anni disabili, per i quali spetta sia l’assegno unico che la detrazione per familiari a carico.
  •  Bonus nido

Non cambiano gli importi: spetta un rimborso mensile, per undici mensilità, di 272,73 euro, per chi ha un Isee inferiore a 25.000 euro, mentre per chi supera tale soglia ma è comunque entro il limite di 40.000 euro il rimborso massimo è di 227,27 euro. Per chi supera i 40.000 euro di Isee il bonus nido spetta ancora, ma si ha diritto a un massimo di 136,37 euro al mese. Hanno diritto alla carta anche i bambini di età inferiore a 3 anni, ma ovviamente il titolare della carta sarà un esercente patria potestà, che fanno parte di un nucleo familiare con Isee inferiore a 7.120,39 euro. 

  •  Carta acquisti

Resterà in vigore nel 2023 la carta acquisti, da non confondere però con la carta famiglia che invece non esiste più. Si tratta di una carta di pagamento elettronica che viene rilasciata in favore dei cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico.

  •  Carta risparmio spesa

Carta risparmio spesa, riconosciuta dalla legge di Bilancio 2023 a coloro che hanno un Isee inferiore a 15.000 mila euro. 

  •  Reddito alimentare

Per il momento si tratterà di una fase sperimentale che riguarderà solo le città metropolitane, ma l’intenzione è di estenderla a tutti.

Nel dettaglio, tale misura consiste nella distribuzione di pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti che provengono dalla distribuzione alimentare; ovviamente saranno riservati alle sole famiglie in grave difficoltà economica.

  •  Reddito di cittadinanza

Nel 2023 si potrà ancora richiedere ma potrà essere percepito per un massimo di 7 mensilità. Sarà ancora riconosciuto per 12 mensilità a coloro che all’interno del nucleo familiare hanno almeno un minore, un disabile o un over 60. Per il resto requisiti e condizioni per avere diritto al Reddito di cittadinanza, che diventa Pensione di cittadinanza per i nuclei composti esclusivamente da over 65 oppure da persone con grave disabilità, restano le stesse di quelle già previste per il 2022.

  •  Assegno di maternità Comuni

Erogato dai Comuni in favore di quelle neo mamme che sono sprovviste di copertura previdenziale obbligatoria tale da permettere l’accesso al congedo di maternità Inps. Per averne diritto bisogna soddisfare anche un requisito economico, in quanto l’Isee in corso di validità non deve superare i 17.747,58 euro. L’importo nel 2022 è pari a 354,73 euro; essendo riconosciuto per cinque mensilità, ne risulta un bonus complessivo di 1.773,65 euro; siamo ancora in attesa dell’aggiornamento per il 2023.

  •  Bonus cultura

Per i diciottenni che fanno parte di un nucleo familiare con Isee non superiore a 35 mila euro e la seconda riservata a chi esce con 100 dalla Maturità (Carta del merito).

L’importo è di 500 euro ciascuna, e possono essere cumulabili.

BONUS CULTURA 18 ANNI, FINO A 1.000 €

Addio alla 18app, il bonus cultura viene sostituito da due diversi strumenti: la Carta cultura giovani e la Carta del merito.

A prevederlo è un apposito emendamento alla legge di Bilancio 2023, con il quale il bonus diciottenni viene cancellato già nel 2023 e sostituito da due differenti misure.

Si valuterà pertanto, tanto il merito quanto il reddito, e per chi soddisfa entrambi i requisiti vi è la possibilità di avere più soldi rispetto a oggi: non più 500 euro, come previsto dal bonus Cultura, bensì 1.000 euro.

Gli ultimi a beneficiare regolarmente del bonus 500 euro saranno i nati nel 2003, purché risultino registrati alla piattaforma 18app entro la data del 31 agosto 2022; questi avranno tempo fino al prossimo 28 febbraio per generare i buoni e spendere tutti i soldi a disposizione, tutti gli altri dovranno attenersi alle nuove regole, a seconda che si tratti della Carta cultura giovani o della Carta del merito.

Entrambe le carte potranno essere utilizzate solamente per consentire l’acquisto di:

•biglietti per le rappresentazioni teatrali, cinematografiche e spettacoli dal vivo;

•libri;

•abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale;

•musica registrata;

•prodotti dell’editoria audiovisiva;

•titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali.

Le due carte potranno essere utilizzate anche per sostenere i costi relativi alla frequenza a corsi di:

•musica;

•teatro;

•danza;

•lingua straniera.

Le due misure sono cumulabili tra loro, quindi chi soddisfa i requisiti per entrambe avrà a disposizione 1.000 euro.

La Carta cultura giovani, verrà riconosciuta a tutti i residenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno laddove richiesto, che appartengono a un nucleo familiare con Isee in corso di validità non superiore a 35.000 euro.

La Carta del merito, invece, sarà destinata gli iscritti agli istituti d’istruzione secondaria superiore o equiparati che entro il compimento dei 19 anni hanno conseguito il diploma finale con votazione di almeno 100 centesimi.

ISEE 2023: LE NUOVE SOGLIE

L’ISEE (l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un documento molto importante per quelle famiglie che vogliono accedere ad agevolazioni statali.

L’incertezza riguardo il futuro è un vero e proprio male pervasivo che sta facendo male alle famiglie italiane e le sta rendendo sempre più ansiose e sempre più agitate.

Il governo Meloni vuole appore importanti cambiamenti per quello che riguarda le soglie ISEE. La nuova legge di Bilancio ha come obiettivo quello di mettere dei paletti per capire chi può beneficiarne e chi no delle agevolazioni statali.

 Le famiglie ormai conoscono bene quali sono i limiti ISEE per i bonus che interessano loro ma dal 2023 chiaramente cambia tutto.

Una delle tante novità riguarda il limite dai 12.000 euro che passa ai 15 mila euro. Chi fa la dichiarazione dell’Isee deve avere anche intestati i contratti della fornitura elettrica e delle utenze idriche e del gas. Quindi sarà proprio chi chiede l’ISEE a dover avere intestati questi contratti di forniture altrimenti il bonus non si potrà avere.

Dunque la soglia aumenta a 15.000€ e quindi ci sono €3000 in più di soglia ISEE che potrebbero essere molto inclusivi per le famiglie. Inoltre a partire dal 2023, a chiunque abbia un ISEE entro i 15.000 euro verrà accordato automaticamente il bonus su luce e gas ma anche quello idrico che prima invece andava chiesto separatamente.

Come per il 2022, l’ISEE dal 2023 darà diritto ad avere non solo il bonus luce e gas ma anche quello idrico è tutto in maniera automatica. Ma anche i bonus per le malattie gravi e i bonus per chi necessita di collegamento a macchine elettromedicali può essere ottenuto addirittura a prescindere dall’Isee.

Infatti chi sia in un nucleo familiare nel quale ci sia un malato che ha bisogno di essere continuamente collegato a macchine elettromedicali può avere addirittura il bonus sociale sarebbe bollente senza limiti di reddito. Tuttavia per avere il bonus sociale senza limiti di reddito a causa di una malattia che costringe ad essere legati a macchine energivore c’è bisogno di una certificazione nel quale sia indicato il tipo di apparecchiatura ma anche la malattia, la data di montaggio e la data di messa in funzione. C’è anche bisogno del certificato medico che attesti la necessità di questo particolare macchinario.