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IN ARRIVO UN NUOVO BONUS DI € 300 PER IL CONSUMO DI ACQUA, LUCE E GAS

In questo periodo il Governo e i vari comuni si stanno mobilitando per aiutare le famiglie che hanno difficoltà nel far fronte ai rincari delle bollette di luce e gas.

Infatti diversi bonus sono stati erogati e tanti altri saranno ancora considerati per aiutare i contribuenti che hanno difficoltà, col loro reddito, ad arrivare a fine mese.

Tra questi si parla di un bonus bollette di ben 300 euro.

L’avviso ufficiale è stato pubblicato il 18 Ottobre dell’anno corrente e chiarisce come si tratti di un rimborso circa i costi legati alle utenze di acqua, luce e gas e che siano stati sostenuti dal mese di gennaio 2022 fino al 30 settembre.

Insomma si parla di un aiuto economico a favore di quelle famiglie che anche a causa della crisi economica non riescono a far fronte a queste spese. L’importo varia in base al numero dei componenti del proprio nucleo familiare.

Sono infatti previsti 100 euro per quei nuclei formati da un solo componente e per ogni componente aggiuntivo al primo, tale importo aumenta di 50 euro. Ricordiamo che l’importo massimo è di 300 euro e riguarda quindi nuclei familiari numerosi.

Ma come può essere ottenuto tale bonus? È necessario possedere un ISEE che non superi le 15.000 euro.

Questo tipo di bonus però non è ancora stato adottato da tutti i comuni, bisognerà controllare sul sito del proprio comune se vi sono  aiuti che spesso presuppongono anche requisiti diversi.

LE NOVITA’ DEL DECRETO BOLLETTE

Uno dei primi atti del nuovo governo Meloni sarà il decreto bollette, sebbene la Manovra desti più interesse per le cifre che saranno mobilitate e per le priorità che il nuovo esecutivo metterà in fila, attuando una mediazione all’interno della coalizione di maggioranza.

Il Decreto per far fronte al caro energia è stato in parte anticipato dal governo Draghi, nell’ultimo CdM prima del passaggio di consegne al nuovo esecutivo, con la proroga del taglio delle accise di 30 centesimi al litro sino al 18 novembre. Una misura che deve ora essere accompagnata da nuovi aiuti per le famiglie (bonus sociale) e le imprese (crediti d’imposta) almeno fino al mese di dicembre.

Fra i primi destinatari le imprese, che sono state letteralmente messe in ginocchio dal caro energia, cui sono destinate misure per quasi 5 miliardi al mese. Primo obiettivo dell’esecutivo sarà dunque estendere sino alla fine di dicembre il credito d’imposta riconosciuto alle imprese ed alle attività commerciali  per la spesa legata all’energia, nella forma potenziata prevista dal Decreto Aiuti Ter.

Il credito d’imposta infatti era stato già potenziato dal precedente decreto alle PMI, imprese artigiane e attività commerciali, quelle cioè con contatore da 4,5 kW rispetto ai 16,5 kW minimi previsti in precedenza.

Per le imprese dovrebbero poi essere prorogate anche le garanzie statali rilasciate da Sace per i finanziamenti richiesti per il pagamento delle fatture energetiche.

La grande novità di questo decreto, invece, dovrebbe riguardare le famiglie meno abbienti, cui è rivolto un bonus sociale rafforzato che non prevede l’uso dell’indicatore Isee , ma verrà distribuito automaticamente e con procedura semplificata.

Il problema, messo in luce più volte da Giorgetti, quando era al MISE, è arrivare a quelle famiglie che, pur avendone diritto, non hanno presentato la domanda per il bonus sociale nei mesi scorsi, perché non a conoscenza del loro diritto a percepire il contributo per ammortizzare i rincari delle tariffe.

La ratio resta quella di distribuire il bonus a chi ha più bisogno (sinora quello con Isee sotto i 12 mila euro), per combattere la povertà energetica ed aiutare le famiglie meno abbienti a pagare le bollette di luce e gas, ma senza necessità di fare domanda e senza obbligo di presentare l’Isee, usando meccanismi automatici che raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.

Non è atteso invece il pagamento di un altro bonus una tantum da 150 euro contro l’inflazione, non tanto per un problema di fondi, che ci sono, potendo il nuovo governo attingere dal tesoretto di 10 miliardi della Nadef, ma per avere più risorse a disposizione della nuova Manovra.

LA RATEIZZAZIONE DELLE BOLLETTE DI LUCE E GAS

Dato il periodo che stiamo vivendo, esiste la possibilità per le famiglie in difficoltà, di rateizzare le bollette del gas in 10 tranche. Naturalmente senza l’applicazione di interessi. Questa opzione è concessa per le fatture emesse dai fornitori dell’energia tra il primo gennaio e il 30 aprile il 2022.

A fissare regole e contorni di questa opzione ci ha pensato l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.

La possibilità di pagare a rate le bollette del gas è riservata ai clienti del servizio di tutela, ma solo a determinate condizioni. Innanzitutto le bollette devono avere un importo maggiore di 50 euro. Dopodiché la bolletta deve contenere un ricalcolo per consumi effettivi ed è superiore al doppio dell’importo più alto fatturato nelle bollette su consumi stimati che l’hanno preceduta.

 Se il maggiore importo è da collegare all’aumento dei consumi per l’entrata in funzione del riscaldamento, il fornitore dell’energia non è obbligato a concedere la rateizzazione.

Via libera, invece, per la rateizzazione delle bollette gas se l’utenza è dotata di contatore accessibile e la bolletta contiene un ricalcolo per consumi effettivi, a causa di una o più mancate letture. Se è stato accertato un malfunzionamento del contatore e la bolletta include il pagamento di consumi non registrati dal contatore stesso.

In ogni caso la possibilità di pagare a rate deve essere indicata nella bolletta rateizzabile o per i clienti titolari di bonus gas morosi, nella comunicazione di costituzione in mora.

Per quanto riguarda il mercato libero stessa opzione, purché il richiedente sia titolare del bonus gas. In tutti gli altri casi bisogna fare riferimento al contratto sottoscritto tra le parti.

Come già detto, il pagamento delle bollette del gas può essere rateizzato per un periodo non superiore a 10 mesi, con il vantaggio della mancata applicazione degli interessi. In questo contesto, i fornitori possano proporre ai propri clienti soluzioni più vantaggiose.

Ecco ad esempio che A2A prevede un rateizzazione mensile fino a 10 rate senza l’applicazione di interessi, con l’importo del primo pagamento da concordare in base alle necessità. Eni gas e luce prevede l’opportunità di chiedere la rateizzazione fino a 18 rate mensili in base all’importo della fattura e senza aspettare la scadenza dei termini.

Facciamo quindi presente come Enel proponga di rateizzare la bolletta se non è scaduta oppure se è scaduta da non più di 30 giorni. La richiesta può essere inoltrata online, dall’area clienti, contattando il servizio clienti al Numero Verde 800.900.800 per i clienti del mercato tutelato e 800.900.860 per i clienti del mercato libero, in uno dei punti Enel. Nessun anticipo è richiesto per la rateizzazione delle bollette Enel gas e luce. La rateizzazione delle Bollette Enel è priva di interessi.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE SE NON SI PAGA UNA BOLLETTA?

Al giorno d’oggi non è sempre facile stare al passo con i pagamento delle bollette. Da circa un anno gli importi sono in salita e da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina la situazione è nettamente peggiorata. C’è stata una pesante inflazione sui costi energetici e di conseguenza l’inflazione ha invaso tutti i settori.

Se costa di più la produzione di un qualsiasi prodotto perché è più cara l’energia, costerà di più ogni cosa, dalla distribuzione fino all’acquisto finale del consumatore. Una catena spaventosa che vediamo tutti i giorni nella spesa quotidiana e nelle bollette. Con le temperature che prossimamente saranno più basse e il gas che pagheremo più dell’anno scorso, gli importi saranno ancora maggiori.

Non è difficile dunque ipotizzare che qualcuno non ce la farà a pagare le bollette. C’è disoccupazione, precarietà e gli stipendi per la maggior parte degli italiani sono bassi. Non a caso il governo e le Regioni stanno mettendo in campo diverse misure come i bonus per fronteggiare la crisi.

Cosa succedere se il saldo finale di una bolletta non sarà coperta? Quando riceviamo la fattura a casa c’è una data entro cui pagare. Innanzitutto ricordiamo che se si paga qualche giorno dopo la scadenza indicata, non succede nulla. Ma se il mancato pagamento si prolunga, è possibile che si trasformi in una cartella esattoriale?

La società fornitrice del servizio con il passare del tempo può certamente staccare la fornitura ma non prima che l’utente abbia ricevuta la diffida con una raccomandata. L’utente inoltre ha anche un’arma a disposizione, presentare un ricorso.

Il mancato pagamento non può trasformarsi in una cartella esattoriale perché questa è uno strumento dell’agente della riscossione, dunque le imposte dovute allo Stato e in particolare se ne occupa la sezione Riscossione dell’Agenzia delle Entrate. Le società di fornitura si affidano ad altre società, esterne, di recupero crediti. Dunque, per una o più bollette non pagate, non è possibile che ci arrivi una  cartella esattoriale.

RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO IN CONDOMINIO: STIPENDIO PIGNORATO PER CHI NON PAGA LE BOLLETTE

Per chi abita in un condominio con le spese di riscaldamento centralizzate l’inverno 2022 sarà piuttosto complicata. Sono infatti iniziati i pignoramenti sulle prime maxi bollette.

Per chi ha già difficoltà ad arrivare a fine mese il pignoramento è un ulteriore passo verso il rischio di non-sussistenza.

Inevitabilmente il riscaldamento centralizzato va pagato e se si tratta di spese condominiali a farsene carico sono gli inquilini, ma la crisi energetica ha fatto raddoppiare il costo del riscaldamento e le bollette sono delle vere proprie maxi bollette. Il momento più critico però non è stato ancora toccato, infatti il picco della crisi arriverà tra dicembre e gennaio, ovvero dopo 100 giorni dalla scadenza delle bollette. A quel punto, senza le bollette saldate, saranno interrotte le forniture.

D’altra parte le società del gas stanno invece rompendo i contratti con chi è stato in passato cattivo pagatore. Tanto che ci sono stati casi di interruzione di acqua calda in ben tre casi su un solo palazzo. Al momento sono in aumento le richieste di supporto al Comune, dove in base all’Isee si ha la possibilità di ricevere contributi per pagare le bollette. I Comuni fanno quello che possono, ma non è abbastanza.

Le strategie dei condomini per risparmiare luce e gas non salveranno però gli inquilini da bollette maggiorate, praticamente raddoppiate, del gas. Le prime difficoltà si stanno già manifestando come le prime testimonianze di chi si è visto pignorare parte dello stipendio per il pagamento delle bollette.

A parte il decreto del ministero della Transizione ecologica che ha stabilito un massimo di ore giornaliere disponibili per riscaldamento centralizzato, al momento non sono previsti aiuti e supporti economici per chi si trova in difficoltà nel pagare le bollette e le spese condominiali centralizzate.

Alcuni amministratori di condominio hanno raccontato di come i pignoramenti sugli stipendi in alcuni casi sono stati di appena 60€ al mese dov’è stato possibile, mentre in altri casi vi è solo una promessa da parte dell’inquilino sul pagamento con la 13ª mensilità. Uno scenario cupo e che prevede un sempre maggior utilizzo dello stipendio per la sopravvivenza, le spese essenziali e sempre meno per il soddisfacimento di beni extra, con conseguenze pesanti anche sul resto dei settori.

I sostegni economici sono basati sull’Isee e sono specifici per il pagamento delle bollette, tanto che secondo gli amministratori di condominio sono in aumento gli inquilini che chiedono una copia della bolletta centralizzata per poterla portare in Comune e dimostrare la difficoltà economica per ottenere il contributo. Un inverno difficile necessita però di un’azione di sostegno di ampio respiro e di profilo nazionale per essere superata senza piegare le famiglie italiane.

DIVIETO DI MODIFICHE UNILATERALI DEI CONTRATTI DI LUCE E GAS

Le bollette finiscono sotto la lente dell’Antitrust e l’Arera, l’autorità di regolazione dell’energia elettrica e del gas, a causa di pratiche commerciali ritenute scorrette, soprattutto in una fase in cui il costo dell’energia è divenuto parte preponderante della spesa di famiglie ed imprese.

“L’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia e lo stato di incertezza generale causato dalle tensioni internazionali stanno coinvolgendo sia i consumatori che gli operatori del settore energetico, traducendosi talvolta in iniziative che possono configurarsi come pratiche commerciali scorrette o violazioni della regolazione di settore”, spiegano in una nota congiunta l’Antitrust e o l’Arera.

A testimoniare queste pratiche scorrette diverse segnalazioni pervenute alle due Autorità, da parte di consumatori, per violazioni dell’articolo 3 del DL Aiuti bis, che prevede la sospensione delle clausole contrattuali che consentano modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale relativamente alla definizione del prezzo, fino al 30 aprile 2023.

Inoltre, all’articolo 2 lo stesso decreto dispone che siano “inefficaci” i preavvisi comunicati, per queste stesse finalità, prima della data di entrata in vigore del decreto e fino al 30 aprile 2023, a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate.

 Si parla di variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali (art. 13 Codice di condotta commerciale) in quei casi in cui, durante il periodo di esecuzione e di validità di un contratto di fornitura, il venditore decide di avvalersi, per giustificato motivo, di una clausola contrattuale legittima nella quale è prevista esplicitamente la possibilità di variare unilateralmente specifiche condizioni contrattuali, eccetto che in questa fase e fino alla scadenza del 30 aprile 2023 (ambito di applicazione articolo 3 Dl Aiuti Bis).

Mentre le variazioni automatiche delle condizioni economiche (art. 13 Codice di condotta commerciale) sono quegli aggiornamenti già previsti dalle condizioni contrattuali all’atto della stipula (aumento prezzo unitario, scadere di sconti o promozioni, passaggio da prezzo fisso a variabile e così via), che non sono ritenuti modifica unilaterale delle condizioni economiche e quindi non rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo 3 del Dl Aiuti Bis.

Pertanto i rinnovi delle condizioni economiche, cioè la stipula di un nuovo contratto alle medesime condizioni, non costituiscono un’ipotesi di variazione unilaterale, anche se il rinnovo può essere variamente regolato nell’ambito di un contratto concluso tra le parti. Nel caso delle cd. offerte PLACET, dove le  condizioni sono interamente stabilite dall’Autorità ad eccezione del prezzo di cui l’Autorità stabilisce solo la struttura, la regolazione prevede un specifica procedura di rinnovo ogni 12 mesi che non rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 3.

Quando allora le modifiche sono illegittime?

Vi sono due casi di illegittimità per modifica unilaterale del contratto. Il primo caso ricorre quando il fornitore avanza una proposta di rinegoziazione per sopravvenuto squilibrio delle prestazioni a causa dell’aumento dei prezzi. Il secondo caso di illegittimità è relativo all’esercizio del diritto di recesso dal contratto di fornitura con i propri clienti, anche con effetto immediato e con conseguente attivazione dei servizi di ultima istanza.

Il decreto Aiuti Bis ha ovviamente ampliato i casi di pratiche scorrette, ma numerose segnalazioni, anche di comportamenti aggressivi, sono giunte alle authority  in tempi “normali”.

UN PREMIO PER CHI RISPARMIA: BONUS ENEL SENZA ISEE

Il caro bollette luce e gas sta mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese italiane: secondo i dati dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), l’aumento dei costi di energia elettrica sta pesando in modo notevole sulle tasche degli italiani, che spenderanno oltre mille euro l’anno, secondo le stime de Il Sole 24 Ore.

Negli ultimi mesi la ricerca ha analizzato la variazione delle stime della spesa annua. Per le famiglie costituite da due persone i consumi annui sono inferiori ai 2000 chilowattora. L’aumento dei costi energetici è pari a 800 euro. Per un nucleo familiare costituto da 3 persone, il balzo delle spese energetiche arriverà a oltre 1.700 euro all’anno. Per le famiglie costituite da 4 componenti la spesa dei consumi energetici passerà a oltre 2600 euro all’anno per il 2022.

Per quanto concerne i rincari di energia elettrica, l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha messo in evidenza che la revisione più evidente delle tariffe è quella messa in atto ad ottobre. Secondo uno studio condotto dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC) la bolletta energia elettrica nel periodo che va dal primo ottobre del corrente anno alla fine di settembre sarà di oltre 1.700 euro.

Si tratta di un vero e proprio rialzo senza precedenti. Se i prezzi subiscono un incremento di 60 punti percentuali, in considerazione a quelli attuali e rispetto allo scorso anno, salgono di oltre centoventi punti percentuali.

La nota multinazionale italiana dell’energia ENEL ha deciso di far partire il Bonus ENEL senza ISEE: ciò ha consentito di far risparmiare i suoi consumatori.

ENEL ha deciso di erogare il Bonus senza ISEE per agevolare i propri clienti. Il bonus Enel senza ISEE premia tutti coloro che risparmiano. Pertanto, chi adotta comportamenti virtuosi e buone abitudini che consentono di risparmiare energia, viene premiato con un Bonus senza ISEE.

È bene risparmiare energia adottando i seguenti comportamenti, tra cui spegnere le luci nella stanza non utilizzata, fare poche lavatrici e utilizzare il meno possibile il forno elettrico. Fino a questo momento l’uscente Governo Draghi ha erogato il bonus 200 euro e a breve dovrebbe essere accreditato anche il bonus pari a 150 euro. Adesso Enel ha deciso di scendere in campo erogando un’interessante Bonus senza ISEE.

Sembrerebbe che il Bonus ENEL senza ISEE spetta a tutti coloro che risparmieranno energia elettrica nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno 2022. I clienti si vedrebbero accreditato il bonus nella bolletta dell’anno 2023.

QUANDO E’ POSSIBILE APPORRE MODIFICHE AI CONTRATTI DI LUCE E GAS?

L’Arera, in un comunicato congiunto con l’Agcom pubblicato il 13 ottobre ha apportato chiarimenti su è possibile modificare i contratti relativi alla fornitura di luce e gas .

Il decreto Aiuti bis, entrato in vigore il 10 agosto, ha congelato in modo retroattivo anche gli avvisi arrivati nei mesi precedenti e fino ad aprile 2023. Nonostante questo, però, alcune imprese hanno continuato a modificare i contratti di luce e gas, vista l’impennata dei prezzi dell’energia, ma sono state aiutate anche da una normativa effettivamente confusa.

Le variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali riguardano i casi in cui, durante il periodo di esecuzione e di validità di un contratto di fornitura, il venditore decide di avvalersi, per giustificato motivo, di una clausola contrattuale nella quale è prevista esplicitamente la possibilità di variare unilateralmente specifiche condizioni contrattuali.

Trattandosi di clausole che esplicitamente attribuiscono al venditore la possibilità di variare unilateralmente le condizioni contrattuali che definiscono il prezzo, rientrano pienamente nell’ambito di applicazione dell’art. 3 del dl 115/22 (il dl Aiuti bis), quindi sono ferme fino al 30 aprile 2023.

Le evoluzioni automatiche delle condizioni economiche riguardano modifiche delle condizioni economiche già previste dalle condizioni contrattuali all’atto della stipula.

Esse comportano:

  • un aumento dei corrispettivi unitari determinati dal venditore;
  • lo scadere o la riduzione di sconti;
  • il passaggio da un prezzo fisso ad un prezzo variabile e viceversa.

Essendo già previste nelle condizioni contrattuali non hanno il carattere della unilateralità, e non rientrano nell’ambito applicativo dell’art. 3 del dl 115/2022.

Bisogna considerare anche le offerte placet, cioè rinnovi delle condizioni economiche. Il rinnovo, consiste in attività volta a concludere un nuovo contratto alle medesime condizioni previste da quello in scadenza. Il rinnovo, peraltro, può essere variamente regolato nell’ambito di un contratto concluso tra le parti.

In questo tipo di offerte le  condizioni contrattuali sono interamente stabilite dall’Autorità, tranne per il prezzo, di cui l’Arera stabilisce solo la struttura, mentre il valore è deciso dal venditore.

Il comunicato stampa di Arera e Agcm continua spiegando che sono giunte a entrambe le Autorità segnalazioni di operatori che propongono offerte a prezzi superiori informando i clienti che in caso di non accettazione ricorreranno alla risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta del contratto in essere, senza proporre un nuovo contratto.

Viene sottolineato che l’incremento dei prezzi potrebbe determinare non un caso di “impossibilità sopravvenuta”, ma, al più, di “eccessiva onerosità” che, in base a quanto previsto dall’articolo 1467 del Codice Civile, autorizza il venditore a domandare al giudice la risoluzione del contratto.

Le Autorità specificano, inoltre,  che il venditore non può ritenere di per sé risolto il contratto senza pronuncia giudiziale e chiedere l’attivazione dei servizi di ultima istanza per risoluzione contrattuale. Quest’ultima condotta, infatti, viola la regolazione dell’Arera in materia di attivazione dei servizi di ultima istanza.

NUOVO DECRETO PER IL RISCALDAMENTO: QUALI SONO I TEMPI DI ACCENSIONE DEGLI IMPIANTI?

Il nuovo Decreto che definisce i nuovi limiti di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati è stato da poco firmato. Tali limiti trovano applicazione da questo inverno. Il decreto prevede quindici giorni in meno di accensione e la riduzione di un grado della temperatura e di un’ora al giorno per il riscaldamento in questo inverno.

Inoltre, la temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19. Tuttavia, i Comuni hanno facoltà di accendere gli impianti termici alimenti a gas per un periodo diverso se sussistono situazioni climatiche particolarmente severe.

Da tali disposizioni sono esclusi i luoghi di cura, scuole e asili nido, piscine e saune. Ma anche gli impianti alimentari a energia rinnovabili e le strutture usate per attività industriali e artigiane.

Si stima che tali interventi riusciranno a portare a un risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas. L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) pubblicherà a breve, entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto, un vademecum fornendo alcune indicazioni per impostare la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.

Il Decreto definisce che le città vengano suddivise in sei fasce climatiche, in base al clima medio del comune.

Per le attività produttive dai 18 gradi, fissati per convenzione, per le attività industriali e artigianali la temperatura dovrà scendere a 17. Per gli altri ambienti si passa dai canonici 20 gradi a 19 gradi.

Per quanto riguarda i controlli sulla corretta applicazione di quanto stabilito nel Decreto, non è ancora chiaro come avverranno realmente.

COME RIDURRE IL COSTO COMPLESSIVO DEL GAS: ALIQUOTA IVA AGEVOLATA ANCHE PER L’ULTIMO TRIMESTRE DEL 2022

A seguito dell’emergenza dovuta dalla guerra in Ucraina, che ha messo in crisi l’intero Paese, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale”. In particolare è stata emanata una norma temporanea in merito alla corretta aliquota IVA da applicare alle diverse componenti addebitate in bolletta agli utenti finali.

In particolare, l’agenzia si è soffermata sul trattamento IVA delle operazioni diverse da quelle di somministrazione di gas naturale, quali i servizi accessori o la quota fissa.

Nello specifico, l’articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 130 del 2021 deroga temporaneamente a quanto stabilito al riguardo dal Decreto IVA poiché prevede letteralmente che «le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali (…), sono assoggettate all’aliquota IVA del 5 per cento».

La misura agevolativa è stata più volte prorogata, e da ultimo con l’articolo 1- quater del Decreto Legge 17 maggio 2022 n. 50, convertito dalla legge 15 giugno 2022 n. 91 il legislatore ha sostanzialmente esteso il medesimo trattamento agevolato, anche per il terzo trimestre 2022 e ad ottobre, novembre e dicembre 2022 con l’art 5 del DL 115/2022.

Anche l’articolo 1-quater del d.l. n. 50 del 2022, stabilisce, al comma 3, che «al fine di contenere, per il terzo trimestre dell’anno 2022, gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale, fatto salvo quanto disposto dal comma 5, l’ARERA mantiene inalterate le aliquote relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas naturale in vigore nel secondo trimestre del 2022».

Inoltre, nei successivi commi, si specifica che per contenere ulteriormente gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale per il terzo trimestre dell’anno 2022, “l’ARERA provvede a ridurre, ulteriormente rispetto a quanto stabilito dal comma 3, le aliquote relative agli oneri generali di sistema nel settore del gas fino a concorrenza dell’importo di 240 milioni di euro, con particolare riferimento agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi annui”.

Insomma, il legislatore si impegna per cercare di ridurre il più possibile il costo della bolletta a carico del contribuente.

È importante che l’aliquota agevolata del 5% venga applicata all’intera fornitura del gas resa all’utente finale e contabilizzata nelle fatture emesse relativamente al periodo in cui resterà in vigore la norma temporanea. Essa verrà applicata indipendentemente dal consumo fatturato da ciascun contribuente.

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