L’indennità di disoccupazione Naspi è una indennità riconosciuta a chi perde il lavoro a cause non imputabili a lui. Tuttavia per averne diritto bisogna aver lavorato per un certo numero di giorni. Fino a qualche anno fa per la valutazione del diritto alla Naspi, si guardava sia alle settimane contributive maturate nel quadriennio che ani giorni effettivi di lavoro nell’anno che procede la disoccupazione. Con la legge di Bilancio 2022 quest’ultimo requisito è stato sospeso. Oggi, l’unico requisito ai fini della Naspi è di natura contributiva: sono necessarie 13 settimane di contribuzione maturate nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. C’è una grande differenza tra settimane di contribuzione e settimane di lavoro. Affinché avvenga il riconoscimento di una settimana di contributi è necessario aver raggiunto il minimale contributivo: l’accredito scatta solo quando la retribuzione settimanale percepita è pari al 40% del trattamento minimo di pensione in vigore al 1° gennaio dell’anno di riferimento. Sono validi ai fini del perfezionamento del suddetto requisito non solo i contributi previdenziali, comprensivi di quota contro la disoccupazione versati durante il rapporto di lavoro subordinato ma anche: – i contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria, – contributi figurativi accreditati per i periodo di congedo parentale, – i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati dove è prevista la possibilità di totalizzazione, – i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino agli otto anni. Se il lavoratore ha periodi in cui è stato occupato nel settore agricolo, questi possono essere cumulati per ottenere l’indennità Naspi. Considerate, quindi, le dovute eccezioni si può affermare che l’indennità Naspi spetta dopo 13 settimane di lavoro. Queste non devono essere necessariamente continuative poiché si tiene conto di tutti gli ultimi quattro anni. Lo stesso vale nell’ipotesi in cui ci siano le 13 settimane contributive ma si viene meno al requisito della perdita involontaria del lavoro perché, ad esempio, ci si è dimessi. In questo caso basterà anche una sola settimana successiva contributiva per avere diritto alla Naspi.
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