La camera ha approvato, con 166 voti favorevoli, 109 contrati e 4 astenuti, la proposta di legge per far diventare la maternità surrogata un reato universale. Il diritto penale viene applicato su base territoriale: questo significa che è punibile chi commette, nel territorio italiano, i reati previsti dal nostro codice penale. Il cittadino che commette reato all’estero può essere processato in Italia ma soltanto se la condotta incriminata è un reato in entrambi i Paesi. Esistono, tuttavia, delle eccezioni al principio di territorialità che vengono applicate a reati più gravi, come i crimini di guerra, la pedofilia, il genocidio e lo stupro di guerra. Questi reati sono annoverati dall’articolo 7 del codice penale fra quelli perseguibili dall’ordinamento anche se commessi all’estero. Per reato universale, quindi, si intende un illecito penale che l’ordinamento penale persegue indipendentemente dal luogo in cui è stato commesso, secondo le proprie leggi. È necessario che la condanna rappresenti un reato anche nello Stato in cui è stata messa in atto. Il ministro della giustizia ha, quindi, la facoltà di richiedere di perseguire penalmente il cittadino italiano che all’estero ha commesso reati comuni. La maternità surrogata viene definita anche gestazione per conto d’altrui (GPA) in quanto una donna porta avanti una gravidanza per conto di genitori intenzionali che possono condividere o meno il patrimonio genetico del bambino. La maternità surrogata è vietata in Italia dalla legge n.40 del 2004 che punisce chi realizza, organizza o pubblicizza la condotta con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con una multa da 600.000 euro a 1 milione di euro. La proposta, è quella di aggiungere la punibilità agli italiani che si servono della GPA fuori dall’Italia. Sono molti i Paesi, tra cui anche dell’Unione Europea, che ammettono la surrogazione di maternità. È consentita principalmente quella altruistica dove la gestante non riceve compensi ma solo il rimborso delle spese sanitarie. La maternità surrogata a titolo gratuito è legale in Gran Bretagna, Australia, Canada e Austria, mentre è consentita in forma commerciale in Ucraina, Grecia e Olanda. Se la maternità surrogata diventerà, cosa molto probabile allo stato attuale, un reato universale, i cittadini italiani che si serviranno di questa pratica all’estero potranno essere arrestati e condannati a una pena che varia dai 3 mesi ai 2 anni oltre ad una multa. La maternità surrogata è già un reato in Italia, quindi, coloro che se ne sono serviti, avranno scelto uno Stato dove essa, invece, è consentita. Si crea a questo punto, un enorme problema di punibilità dato che il Paese straniero non è tenuto a fornire documentazione medica o atti finalizzati a provare il compimento del reato. La giurisprudenza ha sempre, infatti, privilegiato l’interesse dei minori, compreso il diritto alla genitorialità anche a discapito delle pratiche vietate. Il reato universale di maternità surrogata potrebbe avere un’applicazione fallimentare e andare a peggiorare i già esistenti problemi di natura sociale e burocratica, soprattutto in merito al riconoscimento dei figli.
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