La convivenza comporta la creazione di un nucleo familiare a tutti gli effetti in modo analogo a quello matrimoniale. Tuttavia è il matrimonio che regolamenta l’unione: con esso, infatti, i coniugi si impegnano a rispettare precisi doveri e diritti stabiliti dal codice civile.
Ai fini dell’assegno di mantenimento, prima e divorzile dopo, vengono analizzati tutti gli aspetti della collaborazione familiare e i contributi dati da entrambi i coniugi.
Il diritto all’assegno di mantenimento ricade in modo automatico sui figli e sull’ex coniuge che non è autosufficiente dal punto di vista economico.
I precisi requisiti del diritto al mantenimento derivano proprio dal vincolo coniugale e diventano rilevanti dopo la separazione o il divorzio. Il diritto al mantenimento è il medesimo anche per gli uniti civilmente dato che esiste uno specifico vincolo di tipo legale tra le parti. Vincolo che manca, invece, nella convivenza dove tutto è lasciato alla libera scelta e agli obblighi morali.
Senza matrimonio non spetta il mantenimento salvo in presenza di un accordo a regolamentare la convivenza.
I conviventi non possono vantare l’uno sull’altro diritti di mantenimento a meno che questa previsione non sia resa possibile dal patto di convivenza che può determinare gli aspetti patrimoniali e introdurre l’obbligo di mantenimento nei confronti del convivente. Tutte le specifiche sono valide e possono essere fatte valere in tribunale con una causa civile in caso di inadempimento. Nel patto di convivenza, i conviventi possono stabilire anche la misura di calcolo del mantenimento, la sua erogazione e la durata.
L’unico requisito e’ che sia, ovviamente, una scrittura privata autenticata.
Diverso dall’assegno i mantenimento e’ l’obbligo alimentare dovuto alle persone in stato di bisogno.
In caso di necessità, tra i primi obbligati c’è donatario, obbligato in misura alla donazione ricevuta.
È tenuto a versare gli alimenti al convivente in stato di bisogno chi ha ricevuto donazioni, proprio in funzione si queste. Grazie alla legge Cirinna’, anche nelle coppie di fatto esiste l’obbligo alimentare, modello più restrittivo rispetto all’obbligo di mantenimento, analogamente alle coppie coniugate.
Tuttavia, in assenza del patto di convivenza è possibile ottenere la restituzione delle spese effettuate durante il periodo di convivenza?
La giurisprudenza considera l’esistenza di un implicito dovere di solidarietà tra i conviventi.
Il codice civile esclude il diritto alla restituzione di quanto dato per libera volontà adempiendo a un dovere morale. È prevista un’eccezione per le spese straordinarie, costi di entità importante per i quali è dovuta la restituzione del 50% se dimostrabili.
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