Le buste paga cambieranno, dal primo maggio, figurerà di fatti il nuovo sgravio contributivo che verrà introdotto dal Decreto lavoro di prossima emanazione.
legge di Bilancio 2023, con la quale è stato istituito uno sgravio contributivo per le buste paga d’importo inferiore a 2.692 euro, con l’obiettivo di tagliare la quota di contributi dovuta dal lavoratore e aumentare lo stipendio netto a parità di lordo
Cos’è lo sgravio contributivo in busta paga e dove è indicato
Nel dettaglio, dovete guardare nella parte finale della busta paga, lì dove sono indicate le voci che incidono sull’imponibile lordo e lo trasformano in netto: tra le trattenute Irpef – con le dovute detrazioni – e i dati previdenziali, dovrebbe figurare infatti uno sgravio contributivo che riduce la quota di contributi dovuta all’Inps.
Sull’imponibile è calcolata una quota di contributi utili ai fini della pensione. I contributi dovuti, infatti, sono così distribuiti:
- nel pubblico impiego il 24,20% grava sull’amministrazione, l’8,80% sul dipendente;
- nel settore privato, invece, il 23,81% grava sul datore di lavoro, mentre del restante 9,19% se ne fa carico il lavoratore.
Dal 1° gennaio 2023:
- per le buste paga d’importo inferiore a 2.692 euro (reddito annuo di 35 mila euro) si applica uno sgravio del 2%, con l’aliquota contributiva che scende così al 6,80% per i lavoratori del pubblico impiego, 7,19% per quelli del settore privato;
- laddove la busta paga risulti persino inferiore a 1.923 euro lo sgravio è del 3%, con l’aliquota contributiva che scende rispettivamente al 5,80% e al 6,19%.
Di fatto si tratta di un vantaggio compreso tra i 20 e i 25 euro netti in busta paga, il che dipende anche dalle detrazioni di cui può godere il lavoratore.
Ebbene, l’importo indicato nel cedolino nella parte riferita allo sgravio aumenterà a partire dalla busta paga di maggio.
Nel dettaglio, con il Decreto lavoro verranno utilizzati 3,4 miliardi di euro per aumentare presumibilmente dell’1% i suddetti sgravi, arrivando così alle seguenti aliquote:
- 4% in meno per coloro che guadagnano meno di 1.923 euro al mese, con l’aliquota contributiva così che scenderà a 4,80% per i dipendenti pubblici, 5,19% nel settore privato;
- 3% in meno per chi guadagna comunque meno di 2.692 euro al mese, con le nuove aliquote che saranno rispettivamente del 5,80% e del 6,19%.
Ne conseguirà, un risparmio di un ulteriore 1%: chi prende 1.000 euro di stipendio verserà 10 euro in meno di contributi, il che comporterà uno stipendio netto più alto di circa 7 o 8 euro. Chi ne prende 2.000 euro, invece, verserà 20 euro in meno di contributi, mentre chi ne prende 2.500 euro beneficerà di un risparmio di 25 euro.
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