A partire dal prossimo 1° gennaio 2023, gli importi delle multe stradali sarebbero dovuti aumentare, e non di poco: era stato previsto un incremento del 15,6%.
Il Codice della Strada, infatti, prevede che ogni due anni il valore delle sanzioni pecuniarie sia aggiornato in base all’inflazione registrata.
In particolare, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili si è mosso per bloccare gli importi delle multe stradali, attraverso una norma dedicata, introdotta nella legge di Bilancio 2023 oggi approvata definitivamente al Senato.
Sospeso dunque per i prossimi 2023 e 2024, il prescritto aggiornamento delle sanzioni pecuniarie per le violazioni al codice della strada.
Ma non finisce qui: la legge Bilancio mette mano anche alle cartelle esattoriali sotto i mille euro e stabilisce che a decidere sulle sanzioni del passato, o meglio, sulle cartelle emesse in seguito al mancato pagamento delle contravvenzioni, saranno i singoli Comuni.
Per capire meglio quale sarebbe stata l’entità dell’aumento delle multe stradali per il prossimo anno, qualora non fosse intervenuto il governo e il Mims, basta fare qualche esempio. Un aumento del 15,6% avrebbe determinato, a titolo esemplificativo un incremento:
- da 42 a 49 euro per il classico divieto di sosta in area vietata;
- da 83 a 96 euro per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza;
- da 165 a 191 euro per la guida con telefono e per la sosta in stalli per invalidi;
- da 167 a 193 euro per il passaggio del semaforo con luce rossa;
- da 173 a 200 euro per la circolazione senza la revisione;
- da 543 a 628 euro per la guida in stato di ebbrezza alcolica con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l,
- da 845 a 977 euro per l’eccesso di velocità di oltre 60 km/k rispetto al limite massimo consentito;
- da 866 a 1.001 per la mancanza di copertura assicurativa;
- da 5.100 a 5.896 euro per la guida senza patente o con patente di categoria.
La legge di Bilancio 2023 ha scongiurato l’aumento delle contravvenzioni ma c’è un’altra novità e riguarda le multe pregresse. O meglio, le cartelle esattoriali emesse in seguito al mancato o insufficiente pagamento delle sanzioni.
La cosiddetta rottamazione delle cartelle riguarda solo i debiti affidati agli agenti della riscossione tra l’1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, la somma in sospeso, non deve superare i mille euro complessivi.
la novità più rilevante, è che gli enti locali avranno la possibilità di non applicare la norma, se lo vorranno, entro il 31 gennaio 2023 dovranno stabilirlo con uno specifico provvedimento. In ogni caso, dall’1 gennaio al 31 marzo 2023 è sospesa la riscossione dell’intero ammontare dei debiti.
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