Sappiamo bene che la TARI è la tassa comunale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Essa è dovuta per tutti quei soggetti che abitano un’abitazione all’interno di un Comune e viene calcolata tenendo conto dei dati catastali dell’immobile e del numero di componenti che lo abitano.
Ma nel caso in cui l’immobile non risulta abitato, il pagamento della Tari è dovuto?
Se l’immobile è disabitato, ad una prima lettura, la tassa sembrerebbe non dovuta in quanto il proprietario, non generando rifiuti, non si avvale del servizio.
Tuttavia la Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 28 aprile 2021, chiarisce la legittimità della richiesta del tributo.
Per la Cassazione è infatti irrilevante il dato soggettivo della mancata utilizzazione del servizio da parte del singolo utente dal momento che la TARI consiste in un servizio dedito alla raccolta e smaltimento dei rifiuti per la collettività e non per i singoli utenti.
Inoltre, specifica la Corte, anche il singolo utente, che all’apparenza sembra non fruire del servizio per mancata abitazione dell’immobile, in realtà usufruisce di una città che provvede alla salvaguardia ambientale.
Tuttavia trattandosi di una tassa comunale, è bene sapere che in alcuni comuni, se il proprietario dell’immobile riesce a dimostrare di non occupare lo stesso l’immobile con arredamenti e di non avere utenze attive, il cittadino viene esonerato dal tributo in misura totale o parziale, a discrezione dell’amministrazione comunale.
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