Cosa succede al contribuente che, a seguito di modifiche effettuate dal Comune, ha versato dell’Imu in eccesso, e che si trovati con un credito pari all’imposta versata, sia nei confronti del Comune che dello Stato?
Il soggetto potrà presentare l’istanza di rimborso al Comune interessato, ed ottenere in questo modo la restituzione dei maggiori importi pagati.
Se invece, in sede di saldo risulta un credito Imu per la quota erariale versata erroneamente a giugno, e un debito Imu per la quota comunale, sarà possibile compensare i due importi. Se la differenza è a credito basterà chiedere il rimborso al Comune interessato, se invece la differenza è a debito il contribuente dovrà inoltrare al Comune un’istanza dove si evidenzierà che il saldo è stato calcolato tenendo conto della quota erroneamente versata allo Stato.
Possono però verificarsi anche dei casi in cui il contribuente abbia erroneamente indicato il codice tributo nel modello F24 o nel bollettino postale. In questi casi sarà necessario chiedere la correzione del codice tributo al Comune e non all’Agenzia delle Entrate dal momento che l’Imu è un tributo comunale.
Se l’errata indicazione del codice ha creato un’errata distribuzione dell’imposta tra Stato e Comune, spetterà a costoro effettuare le relative regolamentazioni.
Qualora invece sia l’intermediario ovvero la banca o la Posta a riportare in maniera scorretta il codice catastale del comune ove è situato l’immobile, il contribuente potrà chiedere l’annullamento del modello F24.
In questo modo il modello di pagamento potrà essere rinviato con i dati corretti e sarà possibile trasmettere ai Comuni interessati i dati dell’annullamento e dell’operazione corretta, nonché effettuare le relative regolazioni finanziarie.
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