MANCATO USO DELLA CINTURA DI SICUREZZA: CHI E’ RESPONSABILE

MANCATO USO DELLA CINTURA DI SICUREZZA: CHI E’ RESPONSABILE

Non tutti sanno che non indossare la cintura di sicurezza o non allacciare un bambino a bordo all’apposito dispositivo di ritenuta comporta una sanzione da 83 a 332 euro e a decurtazione di cinque punti dalla patente.

La multa va, invece, da 40 a 162 euro se la cintura viene messa in modo scorretto, tale da non consentire il suo uso corretto. Anche in questo caso si perdono cinque punti.

Se il mancato uso riguarda un minore (anche adolescente) ne risponde il conducente o, se presente in auto, chi è tenuto alla sorveglianza del ragazzino. In caso di doppia violazione nell’arco di due anni, oltre alla sanzione amministrativa scatta quella accessoria della sospensione della patente da 15 giorni a due mesi.

La cintura va indossata ogni volta che la macchina è accesa, anche quando è ferma in colonna o in attesa che scatti il verde al semaforo. Solo quando è a motore spento sul ciglio della strada è possibile slacciare il dispositivo.

Se l’auto viene fermata durante un normale controllo stradale e il passeggero (maggiorenne, però) viene trovato senza cintura, ne risponde l’accompagnatore stesso. Sarà lui, dunque, e non il conducente a pagare la sanzione che, in termini economici, ha lo stesso importo rispetto a quella per il conducente che non mette la cintura. Quindi, da 80 a 332 euro oppure da 40 a 162 se la indossa in modo scorretto.

L’automobilista risponde nel caso in cui chi si trova in auto senza il dispositivo è un minorenne. Chi si trova alla guida, infatti, deve verificare in modo scrupoloso che il minore viaggi in sicurezza. Si salva solo se a bordo c’è chi è tenuto alla sorveglianza del minore (ad esempio, i genitori): in tal caso sarà quest’ultimo a dover pagare la sanzione, senza la decurtazione dei punti.

Se il passeggero viene scoperto senza cintura in seguito ad un incidente stradale, le cose cambiano. Alla responsabilità amministrativa per l’eventuale violazione del Codice della strada si possono aggiungere, infatti, delle responsabilità di tipo civile, come il risarcimento del danno, o penali, per le lesioni o l’omicidio stradale.

Da questi due punti di vista, civile e penale, è bene sapere che  il conducente può essere chiamato in causa nell’eventuale richiesta di risarcimento e in sede penale.

Poco conta, sostiene la Cassazione, che a causare il sinistro sia stato un altro automobilista: il conducente deve essere sicuro che il passeggero metta la cintura, a costo di non mettere in moto la macchina e di invitarlo a scendere se non lo fa.

Lo stesso succede nel caso in cui l‘accompagnatore perda la vita nell’incidente: ad essere chiamato in causa e a doverne rispondere sarà chi si trovava alla guida.

Il passeggero viene risarcito sempre dall’assicurazione del conducente in caso di incidente stradale, se riesce a dimostrare che i danni riportati siano conseguenza del sinistro. Tuttavia, un’ordinanza della Cassazione  ha stabilito che, in caso di incidente in cui rimane coinvolto un passeggero senza la cintura di sicurezza, ci sono gli estremi per il concorso di colpa. In pratica, al passeggero viene ridotto il risarcimento per i danni riportati nel sinistro.

Significa che, anche se viene dimostrato il nesso causale tra l’incidente e le ferite, verrà riconosciuto un risarcimento minore per il mancato uso del dispositivo di sicurezza.

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