QUANDO FARE RICORSO PER MULTA AL SEMAFORO ROSSO

QUANDO FARE RICORSO PER MULTA AL SEMAFORO ROSSO

Secondo l’Art. 41 Comma 11 Codice della Strada

“Durante il periodo di accensione della luce rossa, i veicoli non devono superare la striscia di arresto, in mancanza di tale striscia i veicoli non devono impegnare l’area di intersezione, né l’attraversamento pedonale, né oltrepassare il segnale, in modo da poterne osservare le indicazioni”

Non si tratta di un capriccio che limita la libertà personale del conducente, ma serve a regolare il pericolo relativo alla circolazione stradale.

Si tratta, infatti, di una delle infrazioni del Codice della Strada più pericolose in assoluto. Proprio per questo motivo lo stesso Codice della Strada prevede sanzioni importanti.

Si parte da una sanzione amministrativa tra i 167 e i 665 Euro, per poi passare alla decurtazione di 6 punti della patente di guida (12 nel caso di un neo-patentato) con un inasprimento nel caso in cui la violazione avvenga tra le 22 e le 7 del mattino. In questa fascia oraria per il minore traffico, è maggiormente frequente che le auto giungano all’incrocio a velocità superiori rispetto al giorno.

Essendo la Legge molto rigida su questo argomento, non prevede alcuna tolleranza nei confronti dei soggetti recidivi ai quali è sospesa la patente se hanno commesso nuovamente la stessa violazione entro 2 anni dalla precedente.

Nonostante stiamo parlando di un’infrazione pericolosissima, esistono tuttavia della cause in cui, messi sui due piatti della bilancia la pericolosità sociale del passaggio col rosso e un diverso diritto che il trasgressore era impegnato a tutelare, potrebbero apparire buoni motivi di ricorso.

 

 Lo stato di necessità

L’Art. 54 del Codice penale cita che:

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.”

 

In altre parole il conducente non è responsabile di quanto commesso se ciò è avvenuto al fine di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno alla persona.

Pensiamo a chi passa quando il semaforo è rosso per portare al pronto soccorso qualcuno che si trova in condizioni gravi.

Se si tratta di una circostanza rispondente al vero, e se è possibile dimostrarla, risponde sicuramente ad un buon motivo di ricorso.

 

Le condizioni di traffico

La legge chiede al conducente di essere sempre prudente alla guida.

Bisogna limitare la propria velocità in base alle condizioni del mezzo, della strada, meteorologiche o personali. La prudenza è richiesta anche nel caso di avvicinamento a un incrocio dove la velocità dovrebbe essere sempre tale da permettere l’arresto in sicurezza nel caso di luce gialla. In questo caso, però, non è detto che il veicolo rispetti le distanze di sicurezza, o che non si debba facilitare un’ambulanza o un altro mezzo di soccorso.

Per questi motivi ed altri il superamento della linea d’arresto quando il semaforo è rosso può essere reinterpretato e le specifiche (e documentabili) condizioni di traffico essere un buon motivo di ricorso.

Inoltre, esistono poi dei vizi del verbale che possono giustificare un ricorso contro la multa al semaforo rosso:

  • il verbale appare incompleto in qualche sua parte;
  • esistono degli errori nel numero di targa, nel modello del veicolo descritto;
  • la notifica del verbale è giunta oltre 90 giorni dall’infrazione.

 

Sarà, in ogni caso, possibile fare ricorso, nei 30 giorni seguenti la ricezione del verbale al Giudice di Pace, oppure al Prefetto nei 60 giorni seguenti.

 

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