Archivio mensile Ottobre 6, 2023

DILAZIONE DEL DEBITO FISCALE

L’articolo 25-bis del Codice della Crisi d’Impresa prevede un incentivo volto ad incoraggiare l’accesso delle imprese alla Composizione Negoziata della Crisi.

In merito a quanto appena scritto, l’art. 38, co. 1, D.L. n. 13/2023 prevede che, se un’impresa si trova in gravi difficoltà, l’Agenzia delle Entrate può approvare un piano di rateizzazione sino a 120 rate.

A riguardo, la situazione di disagio non è legata alla situazione economica come invece richiedono analoghe disposizioni contenute nell’art. 19, D.P.R. n. 602/1973, quale mezzo per favorire il buon esito delle trattative deve essere in grado di coprire ogni situazione critica, qualunque essa sia la sua origine, al fine di salvaguardare il benessere l’azienda.

Ne consegue che, agli incentivi si possono applicare le condizioni previste dall’articolo 19, D.P.R. n. 602/1973, solo in quanto compatibili e, quindi, in assenza di diverse disposizioni provvisorie.

Nel caso specifico, non vi è motivo di escludere la possibilità di richiedere il pagamento rateizzato dei debiti IVA non iscritti a registro, con rate variabili di importo crescente ogni anno.

Resta onere dell’ufficio creditore determinare l’importo delle rate pagabili e valutare eventuali parametri di riferimento, purché il piano di rateizzazione rispetti le norme sopra richiamate, prevedendo che l’importo delle rate sia incrementato in modo continuativo in misura annuale.

NOVITÀ FISCALI 2024

IRPEF 2024:

La novità sarebbe quella di accorpare le prime due aliquote IRPEF per garantire un concreto risparmio. Si tratta di ridurre la pressione fiscale sui contribuenti.

Nel dettaglio, l’operazione di revisione porterebbe a 28.000 euro il limite di reddito per l’applicazione dell’aliquota del 23 per cento. Si eliminerebbe quindi l’aliquota del 25 per cento che ad oggi è prevista per chi supera i 15.001 euro. Non cambierà nulla per chi guadagna meno di 15.000 euro, il vantaggio di un simile intervento interessa tutti i contribuenti il cui reddito supera tale soglia ma è inferiore a 28.000 euro, con un risparmio massimo di circa 22 euro al mese.

Complementare alla revisione dell’IRPEF è il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e contributivo del 6 e del 7 per cento che garantisce aumenti in busta paga fino a circa 100 euro per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti.

L’obiettivo per il 2024, quindi, è anche quello di confermare l’esonero contributivo che riguarda la quota dovuta dai lavoratori pari al 6 per cento per le retribuzioni fino a 35.000 euro e pari al 7 per cento per quelle fino a 25.000 euro.

IRES:

La legge n. 111 del 9 agosto 2023 introduce agevolazioni che prenderanno forma concretamente con l’approvazione dei decreti attuativi.

In particolare, si prevede una riduzione dell’aliquota dell’IRES ora la 24 per cento per:

  • le nuove assunzioni;
  • investimenti qualificati;
  • schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili.

Un’agevolazione prevista nel caso in cui si impieghi una somma che corrisponda in tutto o in parte al reddito entro i due periodi d’imposta successivi alla sua produzione. Per le imprese che non possono accedere alla riduzione dell’imposta, viene prevista la possibilità di beneficiare di diversi incentivi relativi agli investimenti qualificati. Questi possono riguardare il potenziamento dell’ammortamento o la deducibilità dei costi relativi alle nuove assunzioni.

La detassazione delle tredicesime pone l’obiettivo di contrastare la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, sostenendo così non solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati.

Si ricorda che il taglio del cuneo fiscale, anche quello potenziato al 6 e al 7 per cento, non si applica sulle tredicesime, che dunque per dicembre 2023 non dovrebbero subire variazioni in aumento.

Per quanto riguarda i contribuenti in regime forfettario, la proroga è prevista al 30 novembre 2024, scadenza prevista per integrare i dati della dichiarazione dei redditi dei forfettari che, nelle ultime settimane, si sono visti recapitare le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate relative alla dichiarazione dei redditi 2022. La norma, dunque, permette il rinvio della regolarizzazione dei dati omessi nel quadro RS.

AGEVOLAZIONI IMU, SCONTI E CHI NE HA DIRITTO

Le principali di queste agevolazioni riguardano le aree edificabili che sono possedute e condotte dai coltivatori diretti o da imprenditori agricoli professionali, esse possono non essere considerate fabbricabili quando i terreni in questione sono utilizzati per scopi di agricoltura o pastorizia.

Le attività svolte sul terreno che lo esulano dalla considerazione di area fabbricabile sono:

  • coltivazione del fondo;
  • silvicoltura;
  • coltivazione di funghi;
  • allevamento di animali.

Altre agevolazioni Imu riguardano, gli immobili di interesse artistico o storico per i quali è prevista una riduzione della base imponibile all’imposta pari al 50% e i fabbricati inabitabili e inagibili (anche in questo caso la riduzione della base imponibile riconosciuta è del 50%).

La riduzione della base imponibile del 50% è riconosciuta solo se si rispettano determinati requisiti, oltre all’aver concesso l’immobile in comodato l’uso gratuito.

L’immobile, non deve essere di lusso e i parenti a cui è stato concesso in comodato devono utilizzarlo come abitazione principale.

Pertanto, il contratto di comodato l’uso gratuito deve essere regolarmente registrato e il soggetto che concede l’immobile in uso gratuito non deve possedere altre abitazioni in Italia oltre a quella principale e a quella che ha concesso in comodato al parente.

Colui che concede l’immobile in comodato, infine, deve avere dimora abituale e residenza anagrafica nello stesso Comune in cui è ubicato l’immobile concesso gratuitamente al parente. I requisiti elencati devono essere soddisfatti tutti contemporaneamente.

Anche per chi possiede immobili che concede in locazione con contratto a canone concordato è prevista una agevolazione piuttosto corposa.

Si tratta della riduzione dell’imposta pari al 75%, ma solo se il prezzo del canone di affitto concordato tra proprietario e inquilino sia inferiore al prezzo di mercato per avere diritto alle riduzioni statali (come la riduzione dell’Imu).