Archivio mensile Luglio 14, 2023

PENSIONI

Il governo di centrodestra avrebbe dovuto riformare le pensioni rivedendo la legge Fornero, portando le pensioni minime a 1000euro. Il bilancio definitivo si potrà tracciare solamente a fine legislatura ma per il momento il bilancio parziale è abbastanza preoccupante: sono poche le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2023 quindi nel 2024 non bisogna aspettarsi grandi stravolgimenti. Per almeno un altro anno bisognerà accontentarsi di misure che guarderanno al breve periodo: non ci sarà l’astensione di Quota 41 e anche la strada che porta alla conferma di opzione donna appare molto tortuosa. Negli scorsi giorni il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione con cui ha chiesto al governo d’impegnarsi affinché l’importo minimo delle pensioni possa essere portato a 1000euro.
Tuttavia da parte del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, è arrivata la richiesta a riformulare la mozione: egli voleva che venisse chiesto al governo di impegnarsi a mantenere l’aumento a 600euro per i soli over 75 anche nel 2024, mozione però respinta. Il governo ha fatto sapere che sta lavorando per una nuova opzione donna, una misura che sarà rivolta alle lavoratrici permettendo loro di andare in pensione in anticipo rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero. L’opzione donna, intesa fino all’anno scorso, permetteva di andare in pensione all’età di 58 anni (59 anni per le autonome) e 35 anni di contributi non tornerà più.
Sono anni che la lega dice che per superare la legge Fornero bisognerà estendere a tutti la possibilità di andare in pensione a qualsiasi età superati i 41 anni di contributi. Tuttavia l’estensione di Quota 41 viene rimandata ogni anno: nel 2023 è stata preferita la meno onerosa quota 103 (41 anni di contributi e 62 anni di età) e probabilmente sarà così anche nel 2024 dato che non ci sono sufficienti risorse per Quota 41 per tutti.

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COSA SUCCEDE SE SI SALTA UN PAGAMENTO CON LA ROTTAMAZIONE QUARTER?

LA ROTTAMAZIONE QUARTER È STATA UNO DEGLI STRUMENTI UTILIZZATI DAI CONTRIBUENTI PER SANARE LA PROPRIA SITUAZIONE DEBITORIA CON IL FISCO.
LA ROTTAMAZIONE QUARTER SI PERFEZIONA SOLO CON IL PAGAMENTO DELLA PRIMA O UNICA RATA DEL 31 OTTOBRE 2023.
RICORDIAMO, INANZITUTTO, CHE LA ROTTAMAZIONE SI PERFEZIONA SOLO QUANDO IL DEBITO È INTEGRALMENTE ESTINO PER TUTTE LE SOMME DOVUTE. SOLO IN UN CASO LA DOMANDA DI ADESIONE PERFEZIONA LA DEFINZIONE AGEVOLATA: NEL CASO DI RATEAZIONI GIÀ IN CORSO PER LE QUALI SI CHIEDE LA ROTTAMAZIONE DEI CARICHI RESIDUI E DALLE QUALI RISULTI CHE CON I PRECEDENTI VERSAMENTI SIA STATO GIÀ VERSATO QUANTO OCCORREVA PER IL PERFEZIONAMENTO DELLA STESSA. CHI HA RATEAZIONI IN CORSO HA PRESENTATO LA DOMANDA ANCHE PER L’ADESIONE AGEVOLATA PUÒ: – PAGARE LA PRIMA O UNICA RATA E ADERISCE ALLA ROTTAMAZIONE;
– NON PAGARE LA PRIMA O UNICA RATA DEL 31 OTTOBRE 2023 E QUINDI LA DEFINIZIONE AGEVOLATA NON È EFFICACE. IL DEBITORE POTRÀ RIPRENDERE, SEMPRE ENTRO IL 31 OTTOBRE, A VERSARE LE RATE DELLA PRECEDENTE DILAZIONE. SE NON VIENE PAGATA UNA RATA SUCCESSIVA ALLA PRIMA, LA DEFINIZIONE AGEVOLATA DECADE E IL DEBITO NON PUÒ ESSERE OGGETTO DI NUOVA RATEAZIONE DA PARTE DELL’AGENTE DI RISCOSSIONE. SE SI SALTA IL PAGAMENTO DI UNA RATA DELLA ROTTAMAZIONE PER CARTELLE NON GIÀ OGGETTO DI RATEAZIONE L’AGENTE DI RISCOSSIONE PROSEGUE L’ATTIVITÀ DI RECUPERO DEL DEBITO RESICUO CHE, AI SENSI DELL’ART 19 DEL DPR 602 DEL 1973 NON PUÒ ESSERE OGGETTO DI ALTRA RATEAZIONE. SU QUESTO PUNTO INTERVIENE IL COMMA 4 BIS DEL’ARTICOLO 6 DEL DL 193 DEL 2016 CHE STABILISCE CHE RESTANO RATEIZZABILI TUTTI I DEBITI DECADUTI DALLA DEFINZIONE AGEVOLATA SOLO SE NON ERANO STATI RATEIZZATI PRECEDENTEMENTE E SOLO A CONDIZIONE CHE LA NOTIFICA DELL’ATTO ESECUTUVO E LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA DI ADESIONE DI DEFINIZIONE AGEVOLATA SIANO TRASCORSI MENO DI 60 GIORNI.

LA TASSAZIONE DEI FONDI PENSIONE

I fondi pensione sono strumenti che integrano il sistema pensionistico pubblico dell’Inps e che mirano a preservare lo stesso livello di benessere economico raggiunto durante l’attività lavorativa anche quando si è in pensione.
I fondi pensione negoziali sono nati dalla contrattazione collettiva, sono quindi associazioni senza scopo di lucro che tutelano gli interessi degli aderenti.
Il legislatore ha introdotto i vantaggi fiscali legati alla tassazione dei fondi pensione. L’autorità che si occupa di controllare i fondi pensione, in qualsiasi ente creditizio siano stati sottoscritti, è la COVIP. I fondi pensione sono soggetti a tassazione come qualsiasi tipo di investimento. La tassazione varia in base all’importo complessivo versato, agli anni di permanenza nel fondo, ai rendimenti ottenuti dal capitale investito nel fondo e dalle modalità e tempistiche del riscatto del fondo. Quando arriva il momento del riscatto, il denaro accumulato viene restituito tramite gli interessi.
Il riscatto può avvenire tramite una rendita periodica o sotto forma di capitale.
Inoltre, se durante un anno si registrano rendimenti negativi, la minusvalenza viene sottratta dai rendimenti positivi degli anni successivi riducendo l’imposta futura. In determinate circostanze è possibile richiedere il riscatto anticipato delle somme accumulate nel fondo pensione complementare. Le situazioni in cui è possibile chiedere un’anticipazione includono spese sanitarie straordinarie per il lavoratore, il coniuge o i figli; l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa propria o dei figli e altre esigenze senza necessità di giustificazione. La tassazione varia a seconda del motivo dell’anticipo: – per le spese sanitarie è possibile chiedere fino al 75% del capitale maturato e l’importo anticipato è soggetto a un’imposta sostitutiva del 15% – per acquisto o ristrutturazione della prima casa o quella dei figli è possibile chiedere fino al 75% dell’importo maturato solo dopo otto anni di permanenza nel fondo; – per altre necessità l’imposta si può richiedere fino ad un massimo del 30% dopo otto anni di permanenza al fondo con una imposta sostitutiva del 23%.
I fondi pensione offrono una serie di benefici fiscali che rendono queste forme di risparmio previdenziale molto vantaggiose. Uno dei più significativi riguarda sicuramente la deducibilità dei contributi versati dal reddito dichiarato fino ad un massimo di 5164,27 euro.
La possibilità di deduzione riguarda solo i lavoratori iscritti a casse di previdenza obbligatorie come avvocati o notai. I lavoratori autonomi che operano in regime forfettario non possono dedurre il fondo pensione integrativo in fase di dichiarazione dei redditi ma otterranno comunque un beneficio fiscale quando inizieranno a percepire la pensione integrativa. Gli oneri non dedotti ma tassati durante la dichiarazione dei redditi non saranno soggetti a ulteriori tassazioni: il vantaggio fiscale quindi non viene perso ma viene differito nel tempo. Inoltre, i fondi pensione posso essere “alimentati” anche dal TFR (trattamento di fine rapporto). Il TFR rappresenta una forma di denaro, pari al 7% della retribuzione annua lorda, che viene maturata dai dipendenti durante il periodo di lavoro e viene erogata al momento della sua cessazione.
Se lasciato in azienda, al momento della riscossione, il TFR ha una tassazione da reddito con aliquote Irpef che vanno dal 23% al 45%.
Far confluire il TFR in un fondo pensione è sicuramente una scelta fiscalmente più saggia in quanto la tassazione a riscossione del fondo pensione sarà del 15%, percentuale che, dopo 15 anni di permanenza al fondo, diminuisce di uno 0,3% ogni anno fino ad arrivare ad una tassazione del 9%.

BAR E LOCALI POSSONO AVERE SEMPRE LA MUSICA ALTA?

La musica alta di bar e locali può essere fastidiosa per i residenti soprattutto in alcune fasce orarie destinate al riposo come quella serale o notturna. Tuttavia le fasce serali sono quelle più funzionali per i locali di intrattenimento. Queste sono due esigenze difficili da conciliare. Non esiste infatti una normativa generale riguardo agli orari dei rumori e della quiete.
Spesso sono i comuni a fornire una regolamentazione più precisa, cosi come i condomini. Le ordinanze comunali infatti prevedono restrizioni ben specifiche, sia riguardo agli orari che rispetto ai decibel. Inoltre ci sono specifiche ordinanze che sono dedicate a periodi e zone particolari. È necessario il rispetto del regolamento per la disciplina delle attività rumorose. Ogni comune disciplina le attività rumorose, compresa la musica alta, in base a quelle che sono le esigenze dei propri cittadini. Secondo il Regolamento, gli orari maggiormente tutelati sono dalle 12:00 alle 15:30, dalle 22:00 alle 24:00 e dalle 00:00 alle 08: 00.Nei giorni festivi dalle 12:00 alle 15:30, dalle 19:00 alle 24:00 e dalle 00:00 alle 09:00. Queste sono le fasce orarie dedicate al silenzio ma ogni regolamento comunale potrebbe variarle e cambiarle a seconda dell’attività rumorosa in questione. Anche il condominio potrebbe inserire nel suo regolamento una disciplina sui rumori e sugli orari destinati alla quiete. Di conseguenza, le attività commerciali all’interno del condominio devono verificare la conformità del comportamento, in quanto il regolamento condominiale può stabilire multe e sanzioni. Sia il codice civile che il codice penale affrontano la questione dei rumori indesiderati. L’art 844 del codice civile vieta le immissioni sul fondo vicino, comprese quelle rumorose che superano la normale tollerabilità. Per via del codice civile, quindi, i vicini possono adire una causa civile per richiedere la cessazione dei rumori e della musica e il risarcimento danni, anche se spesso la valutazione è rimessa alla consulenza d’ufficio. Se la musica è tanto alta e prolungata da infastidire un numero elevato di persone si parla di disturbo della quiete pubblica, un reato previsto dall’art.659 codice penale che sussiste quando la musica è in grado di disturbare, ad esempio, tutto il quartiere.

RIFORMA FISCALE: CONTROLLI SOLO SU DATI CERTI

L’art 4 del disegno di legge di delega fiscale contiene una serie di principi che mirano a rafforzare la posizione del contribuente nei confronti del Fisco e incide direttamente sullo Statuto del contribuente (legge 2021 del 2000).
Tra le ultime dichiarazioni rilasciate nelle settimane scorse dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vi è l’intenzione di cessare i rapporti vessatori tra contribuente e fisco.
L’obbligo di motivazione degli atti di accertamento, contenuto nello statuto del contribuente del 2000 e importantissimo per la tutela del contribuente, ad oggi non si è ancora concretizzato.
Tuttavia molti contenuti presenti nello statuto del 2000 sono stati nuovamente riproposti nella legge di delega della riforma fiscale.
Tra i vari punti ribaditi vi è IL PRINCIPIO DI OBBLIGO DI MOTIVAZIONE DELL’AVVISO DI ACCERTAMENTO.
Esso prevede che il contribuente fin da subito, debba essere messo a conoscenza degli elementi di prova a base dell’emissione dell’avviso stesso: in nessun caso l’avviso di accertamento può essere basato su atti presuntivi. L’obiettivo è fare in modo che in contribuente, fin dall’avviso di accertamento, possa difendersi sapendo esattamente su cosa sono basati i rilievi del fisco.
L’art 4 del disegno di legge di delega fiscale contiene anche un altro importante principio, ovvero l’istituzione e la definizione dei compiti del Garante nazionale del contribuente con la contestuale soppressione del Garante nazionale del contribuente.
Inoltre, l’art 4 amplia il diritto di autotutela del contribuente riconoscendo la possibilità di presentare istanza per l’annullamento dell’atto impositivo che non contenga elementi essenziali.
È possibile, quindi, porre istanza per l’annullamento anche nel caso in cui l’atto sia divenuto definitivo.
Viene, infine, rafforzato l’obbligo per l’amministrazione finanziaria di intraprendere con il contribuente un contraddittorio preventivo il cui fine è evitare l’emissione di avvisi di accertamento errati e basati su una mancata conoscenza dei fatti.

DOMICILIO FISCALE

A partire dal 6 Luglio 2023 è attivo l’INAD, l’indice nazionale dei domicili digitali, che consente a ogni cittadino di eleggere il proprio domicilio digitale a seguito della creazione di una PEC, fondamentale per ricevere ogni comunicazione ufficiale da parte della pubblica amministrazione. Una nota dell’Agenzia per l’Italia digitale spiega che dal 6 Luglio le pubbliche amministrazioni utilizzeranno il domicilio digitale per comunicazioni come raccomandate per multe, accertamenti e cartelle esattoriali: basterà consultare l’Inad e inserire il codice fiscale di un cittadino per vedere se esiste un domicilio digitale attivo. Per chi non registra il proprio domicilio digitale la Pubblica Amministrazione continuerà a inoltrare le comunicazioni tramite le solite raccomandate. Tuttavia questo dal 30 Novembre 2023 è destinato a cambiare. A partire da tale data, infatti, la pubblica amministrazione non provvederà più a mandare notifiche tramite copia cartacea: il domicilio digitale andrà attivato entro il 30 Novembre 2023 e di conseguenza, la Pec sarà obbligatoria a partire da tale data. Ricordiamo che la Pec ha lo stesso valore legale di una raccomandata! Per attivare il domicilio digitale bisognerà accedere al portare https://domiciliodigitale.gov.it/dgit/home/public/#!/home ,cliccare su “attiva il domicilio” , inserire le proprie credenziali Spid, Cie o Cns per effettuare la registrazione e inserire il proprio indirizzo Pec che sarà eletto come domicilio digitale. Al momento, quindi, non è obbligatorio avere un indirizzo Pec. Ma aspettare ad attivarla potrebbe essere un errore! Non attivandola si corre il rischio di rimanere indietro in un mondo sempre più improntato verso la digitalizzazione ma anche di non ricevere comunicazioni da parte della pubblica amministrazione. La Pec è uno strumento valido legalmente non solo per ricevere comunicazioni della valenza legale ma anche per inviarle: sostituendo la raccomandata, sarà possibile usarla anche per la contestazione di un atto, per eventuali missive da inviare all’Inps o al proprietario di casa per disdire il contratto d’affitto!

BONUS BARRIERE ARCHITETTONICHE

Chi vuole ristrutturare casa può ancora usufruire del bonus barriere architettoniche. È, infatti, ancora possibile eseguire i lavori con cessione del credito e sconto in fattura (la percentuale di agevolazione in questo caso è del 75%). Per ottenere il bonus barriere architettoniche è fondamentale eseguire i lavori rispettando le specifiche del decreto ministeriale 236 del 1989.
Questo testo ha come unico obiettivo quello di favorire la mobilità non tenendo in considerazione l’ampio ventaglio di limitazioni che possono arrivare da diverse condizioni fisiche/psichiche. Il bonus barriere architettoniche consente di realizzare molteplici lavori, tra cui la sostituzione degli infissi, il rifacimento dei bagni, l’installazione di ascensori e servoscala. Per poter ottenere l’agevolazione fiscale con la cessione del credito e lo sconto in fattura è essenziale che i lavori siano in grado di migliorare la qualità della vita e la libertà di movimento delle persone disabili.
L’intervento che maggiormente interessa ai contribuenti è il cambio degli infissi che consente di migliorare anche le prestazioni energetiche del proprio immobile. Il decreto ministeriale 236 del 1989 richiede:
-porte, finestre e porte-finestre facilmente utilizzabili con meccanismi di apertura e chiusura facili da manovrare,
-la porta di accesso di ogni edificio e di ogni unità immobiliare deve avere una luce netta di almeno 80cm
-le altre porte devono avere una luce netta di 75cm
-le singole ante delle porte non devono avere larghezza superiore ai 120 cm
-le maniglie delle porte devono avere un’altezza compresa tra 85 e 95 cm
-l’altezza delle maniglie delle finestre deve essere compresa tra 100cm e 130cm
-l’anta mobile della porta deve poter essere usata esercitando una pressione non superiore a 8kg
-lo spigolo vivo della traversa inferiore delle finestre deve essere sagomato. Particolare attenzione deve essere posta nel caso in cui il bonus barriere architettoniche si voglia avere con la cessione del credito o con lo sconto in fattura per il rifacimento del bagno. Bisogna tener conto di queste caratteristiche:
-i servizi dei bagni devono essere accessibili lateralmente con una sedia a rotelle
-lo spazio necessario per l’accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere del tipo a mensola
-in prossimità della vasca/doccia e della tazza devono esserci corrimano a norma e un campanello di allarme facilmente accessibile
-si devono preferire rubinetti con manovra a leva, porte scorrevoli o che aprono verso l’esterno. Con la cessione del credito e lo sconto in fattura del bonus barriere architettoniche è possibile installare anche l’ascensore o il servoscale con un’agevolazione fiscale del 75%.
L’ascensore deve avere queste caratteristiche:
-dimensioni minime tali da permettere ad una persona diversamente abile di muoversi liberamente con la sedia a rotelle
-la porta della cabina e di piano devono essere di tipo automatico e tali da consentire un’agevole entrata e uscita
-il sistema di apertura della porta deve essere dotato di sensori in grado di bloccare l’arresto e l’inversione della chiusura in caso di ostruzione del vano porta
-la plancia di comando deve essere a un’altezza tale che il bottone più alto sia facilmente raggiungibile anche da sedie a rotelle e un uso agevole per i non vedenti
-all’interno della cabina devono esservi un segnale luminoso, un campanello di allarme e un citofono
-il piano di fermata deve avere anteriormente uno spazio di manovra agevole. I servoscala devono essere considerati un’alternativa rispetto all’ascensore che deve restare la scelta preferibile.

LE DATE DA RICORDARE PER LA ROTTAMAZIONE

La legge di Bilancio 2023 ha previsto, oltre alla rottamazione delle cartelle, diverse misure per sanare la situazione debitoria del contribuente. Sono 12, infatti, le agevolazioni previste dalla legge di Bilancio. Tra queste, hanno particolare rilevanza: – regolarizzazione delle irregolarità formali – definizione agevolata-rottamazione quarter – adesione agevolata e la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento – definizione agevolata delle liti pendenti o controversie tributarie – rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti.
La misura che verrà maggiormente utilizzata dai cittadini per sanare la posizione debitoria con il fisco è quella agevolata delle cartelle esattoriali, ovvero la rottamazione che permette di pagare il debito iniziale senza la maggiorazione di interessi, sanzioni e aggio. Le principali date da ricordare per la rottamazione quarter sono:
-30 GIUGNO: presentazione della domanda di adesione rottamazione quarter (bisognava indicare il numero delle rate in cui si desiderava dilazionare il debito)
– 30 SETTEMBRE: ultima data entro la quale l’Agenzia delle Entrate fornirà al contribuente la risposta alla domanda di adesione alla rottamazione con l’importo da pagare e la scadenza delle singole rate (se si è scelto il pagamento rateale)
-31 OTTOBRE 2023: scadenza pagamento prima o unica rata della rottamazione quarter. In caso di rateazione, la prima rata ha un importo pari al 10% del debito totale dovuto.
-30 NOVEMBRE 2023: scadenza della seconda rata della rottamazione quarter. Anche la seconda rata ha un importo pari al 10% del debito totale dovuto.
-28 FEBBRAIO 2024: scadenza pagamento della terza rata della rottamazione quarter
-31 MAGGIO 2024: scadenza della quarta rata della rottamazione quarter
-31 LUGLIO 2024: scadenza della quinta rata della rottamazione quarter.
LE SUCCESSIVE SCADENZE si ripeteranno OGNI 28 FEBBRAIO,31 MAGGIO, 31 LUGLIO E 30 NOVEMBRE di OGNI ANNO.

BONUS ZANZARIERE

Per l’acquisto delle zanzariere non esiste un vero e proprio bonus anche se rientrano nelle agevolazioni per la casa che rientrano nella detrazione al 50% del bonus ristrutturazione. Per poterne beneficiare occorre avere determinati requisiti per aver diritto alla detrazione del 50%, su un importo totale di 60000€. Il beneficio e’ stato prorogato fino al 31 Dicembre 2024.
Le caratteristiche delle zanzariere per poter accedere alla detrazione fiscale sono molteplici. Innanzitutto devono avere la marchiatura CE, ovvero il marchio di conformità agli standard di salute e sicurezza. Devono inoltre avere: un valore Gtot inferiore a 0,35, devono essere fissate in modo stabile, devono essere applicate all‘esterno della finestra o all’interno o integrata nell’infisso e devono, inoltre, essere regolabili. Il requisito più difficile da soddisfare è il valore Gtot inferiore a 0,35 ovvero il parametro con cui si determina la capacità della zanzariera di schermare la luce solare. Possono beneficiare della detrazione del 50% persone fisiche e giuridiche che possiedono l’immobile oggetto di intervento.
I lavori vanno, ovviamente, pagati con bonifico parlante, bonifico online postale o bancario e conservare per dieci anni le fatture, ricevute, certificazioni del fornitore e documentazione originale inviata dall’ENEA, ricevuta dell’invio effettuata dall’ENEA. Il contribuente che vuole beneficiare della detrazione deve inviare la comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dal termine dei lavori.

SPESE DEDUCIBILI

Nella dichiarazione dei redditi, sia presentata con il modello 730 che con modello Redditi, l’attenzione è spesso focalizzata sulle detrazioni e poco sulle deduzioni.
La spesa deducibile è diversa da quella detraibile ed ha anche un impatto diverso sull’Irpef da pagare. Infatti, mentre le spese che si possono portare in detrazione hanno come conseguenza uno “sconto” sull’imposta da pagare, le spese deducibili abbattono il reddito imponibile su cui l’imposta stessa viene calcolata. Le spese deducibili da 730 sono, ad esempio, i contributi previdenziali e assistenziali. Rientrano in questa categoria anche i contributi volontari, contributi da riscatto(della laurea, ad esempio), contributi previdenziali versati alla gestione separata dell’INPS per la parte rimasta a carico del contribuente, contributi agricoli unificati versati all’INPS. È possibile portare in deduzione i contributi versati nelle forme di pensione complementare,i fondi pensione, per un importo non superiore a 5164,57€. E’ possibile portare in deduzione i contributi versati nel fondo pensione per i familiari fiscalmente a carico. Rientrano nella categoria delle spese deducibili anche gli assegni periodici per l’ex coniuge che si versano a seguito di una separazione o di un divorzio. La deduzione spetta solo per la parte relativa all’ex coniuge: non rientra quindi il mantenimento per i figli. Rientrano nelle spese deducibili anche i contributi previdenziali e assistenziali versati per i collaboratori domestici, le erogazioni liberali in denaro a favore delle istituzioni religiose fino ad un massimo di 1032,91€, le spese mediche generiche o di assistenza specifica effettuate da disabili gravi o con una permanente invalidità.
Anche i contributi versati a fondi sanitari integrativi rientrano in questa categoria, con un limite annuo di 3615,20€. Solo i titolari di partita IVA con regime forfettario non hanno diritto ne a detrazioni, ne a deduzioni.