L’Agenzia delle Entrate ha introdotto un nuovo strumento capace di migliorare la coordinazione fiscale e di ridurre al limite il margine di errore individuando ogni movimento anomalo sui conti correnti attenzionati. I rilevamenti ufficiali del governo italiano, nel primo trimestre, hanno evidenziato circa 1936 casi di evasioni: il numero più alto riguarda i lavoratori in nero, seguiti dagli esercenti di attività d’impresa e lavoratori autonomi. Grazie ad un algoritmo potenziato, l’Anonimetro, vengono comparati di dati estrapolati dall’Anagrafe dei conti correnti delle persone. Il protocollo attuale prevede controlli periodici per individuare i soggetti che rientrano nel profilo di alto rischio di evasione fiscale. L’obiettivo è quello di intercettare anomalie o irregolarità esercitando un’azione di prevenzione contro gli evasori prima ancora che venga compiuta l’azione da evadere. Non mancano dubbi e criticità sulla predittività dell’evasione. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha ribadito che non è in atto “un prelievo forzoso perché è un meccanismo che discende dal codice di procedura civile e si rende applicabile anche alle altre ipotesi, non solo quando c’è di mezzo lo Stato”. Bisognerebbe, quindi, parlare di un provvedimento già previsto dal codice civile. “Nel momento in cui un contribuente è un evasore e l’imposta e il giudice lo hanno accertato, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione chiede alla banca, attraverso procedure informatiche, di fare il pignoramento per terzi. Il procedimento ora viene accelerato poiché attraverso le procedure informatiche si può capire subito se il contribuente ha i soldi. Queste procedure sono regolate dall’articolo 16 della Legge delega che prevede che il governo possa potenziare l’attività di riscossione coattiva dell’agente di riscossione attraverso la razionalizzazione e l’auto azione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari.
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