Il governo di centrodestra avrebbe dovuto riformare le pensioni rivedendo la legge Fornero, portando le pensioni minime a 1000euro. Il bilancio definitivo si potrà tracciare solamente a fine legislatura ma per il momento il bilancio parziale è abbastanza preoccupante: sono poche le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2023 quindi nel 2024 non bisogna aspettarsi grandi stravolgimenti. Per almeno un altro anno bisognerà accontentarsi di misure che guarderanno al breve periodo: non ci sarà l’astensione di Quota 41 e anche la strada che porta alla conferma di opzione donna appare molto tortuosa. Negli scorsi giorni il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione con cui ha chiesto al governo d’impegnarsi affinché l’importo minimo delle pensioni possa essere portato a 1000euro.
Tuttavia da parte del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, è arrivata la richiesta a riformulare la mozione: egli voleva che venisse chiesto al governo di impegnarsi a mantenere l’aumento a 600euro per i soli over 75 anche nel 2024, mozione però respinta. Il governo ha fatto sapere che sta lavorando per una nuova opzione donna, una misura che sarà rivolta alle lavoratrici permettendo loro di andare in pensione in anticipo rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero. L’opzione donna, intesa fino all’anno scorso, permetteva di andare in pensione all’età di 58 anni (59 anni per le autonome) e 35 anni di contributi non tornerà più.
Sono anni che la lega dice che per superare la legge Fornero bisognerà estendere a tutti la possibilità di andare in pensione a qualsiasi età superati i 41 anni di contributi. Tuttavia l’estensione di Quota 41 viene rimandata ogni anno: nel 2023 è stata preferita la meno onerosa quota 103 (41 anni di contributi e 62 anni di età) e probabilmente sarà così anche nel 2024 dato che non ci sono sufficienti risorse per Quota 41 per tutti.
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