LA TASSAZIONE DEI FONDI PENSIONE

LA TASSAZIONE DEI FONDI PENSIONE

I fondi pensione sono strumenti che integrano il sistema pensionistico pubblico dell’Inps e che mirano a preservare lo stesso livello di benessere economico raggiunto durante l’attività lavorativa anche quando si è in pensione.
I fondi pensione negoziali sono nati dalla contrattazione collettiva, sono quindi associazioni senza scopo di lucro che tutelano gli interessi degli aderenti.
Il legislatore ha introdotto i vantaggi fiscali legati alla tassazione dei fondi pensione. L’autorità che si occupa di controllare i fondi pensione, in qualsiasi ente creditizio siano stati sottoscritti, è la COVIP. I fondi pensione sono soggetti a tassazione come qualsiasi tipo di investimento. La tassazione varia in base all’importo complessivo versato, agli anni di permanenza nel fondo, ai rendimenti ottenuti dal capitale investito nel fondo e dalle modalità e tempistiche del riscatto del fondo. Quando arriva il momento del riscatto, il denaro accumulato viene restituito tramite gli interessi.
Il riscatto può avvenire tramite una rendita periodica o sotto forma di capitale.
Inoltre, se durante un anno si registrano rendimenti negativi, la minusvalenza viene sottratta dai rendimenti positivi degli anni successivi riducendo l’imposta futura. In determinate circostanze è possibile richiedere il riscatto anticipato delle somme accumulate nel fondo pensione complementare. Le situazioni in cui è possibile chiedere un’anticipazione includono spese sanitarie straordinarie per il lavoratore, il coniuge o i figli; l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa propria o dei figli e altre esigenze senza necessità di giustificazione. La tassazione varia a seconda del motivo dell’anticipo: – per le spese sanitarie è possibile chiedere fino al 75% del capitale maturato e l’importo anticipato è soggetto a un’imposta sostitutiva del 15% – per acquisto o ristrutturazione della prima casa o quella dei figli è possibile chiedere fino al 75% dell’importo maturato solo dopo otto anni di permanenza nel fondo; – per altre necessità l’imposta si può richiedere fino ad un massimo del 30% dopo otto anni di permanenza al fondo con una imposta sostitutiva del 23%.
I fondi pensione offrono una serie di benefici fiscali che rendono queste forme di risparmio previdenziale molto vantaggiose. Uno dei più significativi riguarda sicuramente la deducibilità dei contributi versati dal reddito dichiarato fino ad un massimo di 5164,27 euro.
La possibilità di deduzione riguarda solo i lavoratori iscritti a casse di previdenza obbligatorie come avvocati o notai. I lavoratori autonomi che operano in regime forfettario non possono dedurre il fondo pensione integrativo in fase di dichiarazione dei redditi ma otterranno comunque un beneficio fiscale quando inizieranno a percepire la pensione integrativa. Gli oneri non dedotti ma tassati durante la dichiarazione dei redditi non saranno soggetti a ulteriori tassazioni: il vantaggio fiscale quindi non viene perso ma viene differito nel tempo. Inoltre, i fondi pensione posso essere “alimentati” anche dal TFR (trattamento di fine rapporto). Il TFR rappresenta una forma di denaro, pari al 7% della retribuzione annua lorda, che viene maturata dai dipendenti durante il periodo di lavoro e viene erogata al momento della sua cessazione.
Se lasciato in azienda, al momento della riscossione, il TFR ha una tassazione da reddito con aliquote Irpef che vanno dal 23% al 45%.
Far confluire il TFR in un fondo pensione è sicuramente una scelta fiscalmente più saggia in quanto la tassazione a riscossione del fondo pensione sarà del 15%, percentuale che, dopo 15 anni di permanenza al fondo, diminuisce di uno 0,3% ogni anno fino ad arrivare ad una tassazione del 9%.

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