Archivio mensile Luglio 28, 2023

IL CANONE RAI

Il canone Rai è tra le tasse meno apprezzate dagli italiani. Sono anni che si parla di una riforma e di scorporarlo dalla bolletta della luce ma ancora tutto tace. Il ministro Giorgetti ha recentemente confermato che si sta lavorando ad una eventuale ipotesi di modifica del canone Rai: è stato già convocato un tavolo tecnico presso il Mef dove si è analizzata la possibilità di scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai. Per lo Stato si tratterebbe di una minore entrata ma per i contribuenti questo si trasforma in risparmio. Il ministro ha sottolineato che comunque saranno garantite alla Rai adeguate risorse affinché possa continuare ad offire un servizio competitivo rispetto alla concorrenza. Il ministro ha, inoltre, sottolineato che la piattaforma RaiPlay è fruibile da numerosi devise collegati alla rete internet per cui il presupposto del possesso di un televisore non è più indispensabile. Il possesso della tassa, infatti, potrebbe diventare il possesso di una utenza telefonica mobile: aumenterebbe la platea ma ridurrebbe il canone da pagare per il singolo contribuente. Oggi le utenze telefoniche sono 107 milioni a fronte di 21 milioni che sono i contribuenti che pagano il canone. Collegare il canone Rai alle utenze telefoniche crea, per, un allarme per le famiglie che potrebbero veder moltiplicare la tassa da pagare. Giorgetti conferma che potrebbero, effettivamente, esserci problemi per il calcolo delle utenze per i nuclei familiari. In merito alla riforma del Canone Rai è spuntata nuovamente l’ipotesi di toglierlo dalla bolletta sopratutto dopo le varie sollecitazioni della Commissione Europea ai fornitori di energia a non riscuotere oneri non collegati al settore energetico. L’Italia, tuttavia, ha sempre fatto marcia indietro temendo un alto rischio di evasione. Ricordiamo che ci sono diversi meccanismi per chiedere l’esenzione del pagamento del canone. Il ministro Giorgetti ha confermato una costante interlocuzione con la Commissione Europea al fine di trovare una soluzione che sia il linea con gli altri Paesi dell’UE.

BONUS ASSUNZIONI NEET

Con l’acronimo NEET si intende quella fetta delle giovani generazioni che non studiano e non lavoro. Per i NEET esiste un bonus ad hoc per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Grazie alle istruzioni e ai chiarimenti forniti dall’INPS, i datori di lavoro possono contare su regole di dettaglio per fare valere l’agevolazione prevista dal decreto Lavoro dello scorso maggio, convertito poi in legge. Il Bonus assunzioni NEET è rivolto a giovani al di sotto dei 30 anni e consiste in un: -contributo corrispondente al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, – valevole a favore delle aziende e datori di lavoro privati che scelgono di assumere giovani under 30 che non studiano, non lavorano e non si trovano inseriti in percorsi di formazione ma che sono registrati ed aderiscono al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”.  Al programma operativo nazionale possono registrarsi i giovani NEET di età inclusa tra i 16 e i 29 anni. I giovani, ovviamente, non devono avere titolarità di un rapporto di lavoro al momento dell’assunzione grazie al bonus assunzioni under 30. Il bonus è assegnato per un lasso di tempo pari a 12 mesi e le assunzioni devono essere effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023. L’incentivo si applica a tutti i datori di lavoro privati, esclusi i datori di lavoro domestico. Il bonus assunzione under 30 NEET è stato previsto dal decreto lavoro convertito in legge, in vigore dal 4 luglio. Il decreto ANPAL n.189 del 19 luglio ha dato ulteriori chiarimenti circa il funzionamento della misura e ha determinato la suddivisione delle risorse economiche mirate a finanziare l’agevolazione a livello regionale. La citata circolare n.68 dell’INPS ha indicato il 31 luglio come data utile per le domande al bonus NEET. Al fine dell’applicazione del bonus assunzioni under 30 NEET, occorre che il datore di lavoro realizzi il cd. Incremento occupazionale netto, concetto di matrice comunitaria per il quale alla fine dell’anno posteriore all’assunzione, deve essersi avuto un incremento del numero medio di unità lavoro al netto dei rapporti di lavoro terminati per dimissioni volontarie, invalidità, invalidità, pensionamento per limiti di età, riduzione volontaria dell’orario di lavoro o licenziamento per giusta causa. Il bonus assunzioni under 30 NEET è cumulabile con differenti sgravi contributivi tra i quali l’esonero contributivo integrale dal versamento dei contributi previsto a favore dei datori di lavoro privati per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di soggetti che non hanno compiuto 36 anni d’età. L’agevolazione in oggetto è riconosciuta per ogni soggetto assunto nella misura del 20% e non del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Il bonus assunzioni under 30 NEET, vale per le assunzioni con un contratto a tempo indeterminato, di apprendistato professionale o a tempo pieno e tempo parziale. Il beneficio non può essere assegnato in caso di assunzione contratto di lavoro intermittente e nelle ipotesi di prestazioni di lavoro occasionale. Sono esclusi dal bonus assunzioni under 30 NEET i contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore. Il bonus assunzioni under 30 NEET può essere sfruttato, per i giovani di età inclusa tra i 25 e i 29 anni, quando: – il giovane sia senza lavoro regolarmente retribuito da 6 mesi, – abbia completato la formazione da due anni e non abbia ancora conseguito il primo impiego regolarmente retribuito, – non abbia un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di una qualifica o diploma di istruzione e formazione professionale, – sia assunto in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo – donna, che oltrepassa almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato. I datori di lavoro privati che intendono usufruire dell’incentivo devono fare domanda all’INPS in modalità online tramite SPID, CNS o CIE.  L’Istituto si pronuncerà con l’accoglimento o il rigetto. Nel primo caso l’agevolazione sarà assegnata tramite il meccanismo del conguaglio nelle denunce contributive mensili. Il datore di lavoro deve far pervenire la richiesta di prenotazione bonus assunzioni under 30 all’INPS avvalendosi del modulo d’istanza online NEET23 disponibile dal 31 luglio. È una domanda preliminare di ammissione all’incentivo in cui il datore di lavoro dovrà indicare la presenza di tutti i requisiti di accesso. L’informazione sull’eventuale accoglimento della richiesta di bonus arriverà da parte dell’istituto tramite comunicazione e-mail e con una notifica nell’area MyINPS. Nel caso in cui la domanda di prenotazione bonus sia accolta, il datore di lavoro entro 7 giorni, ha l’obbligo di sottoscrivere il contratto di lavoro con il giovane, – rendere nota entro 7 giorni la sua effettiva assunzione, – la misura deve essere sfruttata per ogni mensilità entro il mese posteriore a quello di effettuazione della prestazione di lavoro da parte del giovane assunto, – ulteriori chiarimenti sono riportati nella circolare Inps n.68 del 21 luglio.

L’EFFETTO IMMEDIATO DELLA ROTTAMAZIONE QUATER

Lo scorso 30 giugno è scaduta la domanda di adesione alla rottamazione quater. Nonostante sia necessario il pagamento della prima o unica rata del 31 ottobre per il perfezionamento della domanda, la lavorazione dell’istanza è velocissima e ha prodotto già i primi effetti sulla fedina fiscale del contribuente. Per chi doveva ottenere il Durc era importante presentare domanda alla rottamazione quater poiché essa consente di ottenere il documento di regolarità contributiva anche in presenza di inadempienze. L’aver presentato la domanda di adesione alla rottamazione quater sospende le posizioni debitorie del contribuente fino al pagamento della rata unica ovvero il 31 ottobre 2023. Entro questa data, con il pagamento della prima rata o rata unica il contribuente formalizza l’adesione alla rottamazione. Se il contribuente paga entro il 31 ottobre, sarà in regola con il Fisco anche successivamente a quella data. Se non paga entro questa data, non sarò in regola con il Fisco. Dalla presentazione della domanda di rottamazione, cosi come previsto dall’art 240 dell’art 1 della legge di bilancio 2023, gli effetti sono due: l’interruzione dell’attività di riscossione (non possono essere avviate nuove procedure esecutive), il debitore torna in regola con il Fisco senza dover pagare nulla. Il Durc viene rilasciato dopo le dovute verifiche che accertino eventuali inadempienze contributive ma fino al 31 ottobre le imprese che richiedono il Durc sono “libere” da questa tipologia di verifica se hanno presentato domanda di adesione alla rottamazione quater. I debitori che non procedono al pagamento della prima o unica rata o a una delle successive, potranno saldare il debito aderendo a una rateazione ordinaria. Infatti, la rottamazione quater consente, in caso di decadenza, di poter presentare un piano di dilazione ordinaria,

I DISPOSITIVI MEDICI DETRAIBILI

Il dispositivo medico è detraibile nella dichiarazione dei redditi nel modello 730 nella misura del 19%. I dispositivi medici sono tutti i prodotti e strumenti utilizzati dal personale sanitario per finalità diagnostiche e terapeutiche. La normativa CE, nello specifico, considera dispositivo tecnico qualunque strumento, apparecchio, apparecchiatura, software, impianto, reagente, materiale o altro articolo, destinato dal fabbricante a essere impiegato sull’uomo, da solo o in combinazione, per una o più delle seguenti destinazioni d’uso mediche specifiche: diagnosi, prevenzione, monitoraggio, previsione, prognosi, trattamento o attenuazione  di malattie, studio, sostituzione o modifica dell’anatomia oppure lo studio di un processo o stato fisiologico o patologico. La legislazione italiana qualifica i dispositivi medici con definizione analoghe alle direttive europee. L’agenzia delle Entrate non ritiene validi i documenti fiscali (fatture, ricevute e scontrini) che riportano la dicitura generica “dispositivo medico”: serve una descrizione specifica del prodotto che il venditore dovrà inserire nel documento fiscale dell’acquirente. Sono dispositivi medici detraibili le protesi, gli occhiali da vista, il materasso ortopedico o antidecubito, protesi dentaria, protesi fonetica, arti artificiali e apparecchi di ortopedia, apparecchi per fratture, siringhe, termometri, ausili per disabili, contenitori di campioni, test di gravidanza, etc. La detrazione delle spese sostenute per l’acquisto dei dispositivi medici è pari al 19% dell’imposta lorda a debito con una franchigia massima di 129,11 euro. Tutte le spese sostenute devono essere documentate tramite scontrino fiscale o fattura e l’indicazione del soggetto che ha sostenuto la spesa, altrimenti la detrazione fiscale non sarà riconosciuta. Se il documento di spesa riporta il codice AD o PI si fini della detrazione non è necessario che sia riportata anche la marcatura CE o la conformità del prodotto alle direttive europee.

ASSICURAZIONE CONDOMINIALE

Grandini, violente alluvioni, incendi e tante altre calamità naturali sono all’ordine del giorno e stanno spingendo sempre più cittadini a ricorrere a delle polizze assicurative eventi calamitosi. Il mondo delle assicurazioni casa è estremamente variegato. Fino ad un paio di anni fa quella più scelta era sicuramente la polizza contro i furti ma in seguito all’importante aumento di calamità naturali, le polizze eventi calamitosi sono aumentate esponenzialmente. Nella legge di bilancio 2018 è stata inserita la possibilità di portare in detrazione la spesa sostenuta per l’assicurazione casa- eventi calamitosi. La percentuale detraibile è del 19% della spesa sostenuta: nel caso di polizze assicurative “miste” bisognerà specificare la parte relativa agli eventi calamitosi. Lo stesso avviene nell’ipotesi in cui venga stipulata una polizza assicurativa condominiale. L’Agenzia delle Entrate ha, infatti, confermato la possibilità dei singoli condomini di portare in detrazione il 19% delle spese sostenute per l’assicurazione condominiale per eventi calamitosi a patto che seguano le linee guida indicate nella circolare 14 del 2023 dell’ AdE. In essa viene quindi ribadita la possibilità del condomino di portare in detrazione il 19% dei premi riferiti alle unità immobiliari e alle relative pertinenze. La quota di premio detraibile sarà certificata dall’amministratore del condominio o eventualmente da una copia del contratto dove si evince la quota di premio versata per il proprio immobile. La circolare 14/E 2023 dell’anno 2020 stabilisce i limiti alla detrazione delle spese. Essa spetta per intero solo ai titolari di reddito complessivo fino a 120mila euro, per poi decrescere e annullarsi in caso di reddito complessivo superiore a 240.000 euro. La detrazione Irpef spetta solo nel caso in cui la spesa sia stata sostenuta con strumenti di pagamento tracciabili. L’agevolazione fiscale può essere usufruita per l’anno d’imposta 2022 nella dichiarazione 2023 con il codice 43 da indicare nel rigo E8/E10.

LA MATERNITA’ SURROGATA

La camera ha approvato, con 166 voti favorevoli, 109 contrati e 4 astenuti, la proposta di legge per far diventare la maternità surrogata un reato universale. Il diritto penale viene applicato su base territoriale: questo significa che è punibile chi commette, nel territorio italiano, i reati previsti dal nostro codice penale. Il cittadino che commette reato all’estero può essere processato in Italia ma soltanto se la condotta incriminata è un reato in entrambi i Paesi. Esistono, tuttavia, delle eccezioni al principio di territorialità che vengono applicate a reati più gravi, come i crimini di guerra, la pedofilia, il genocidio e lo stupro di guerra. Questi reati sono annoverati dall’articolo 7 del codice penale fra quelli perseguibili dall’ordinamento anche se commessi all’estero. Per reato universale, quindi, si intende un illecito penale che l’ordinamento penale persegue indipendentemente dal luogo in cui è stato commesso, secondo le proprie leggi. È necessario che la condanna rappresenti un reato anche nello Stato in cui è stata messa in atto.  Il ministro della giustizia ha, quindi, la facoltà di richiedere di perseguire penalmente il cittadino italiano che all’estero ha commesso reati comuni. La maternità surrogata viene definita anche gestazione per conto d’altrui (GPA) in quanto una donna porta avanti una gravidanza per conto di genitori intenzionali che possono condividere o meno il patrimonio genetico del bambino. La maternità surrogata è vietata in Italia dalla legge n.40 del 2004 che punisce chi realizza, organizza o pubblicizza la condotta con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con una multa da 600.000 euro a 1 milione di euro. La proposta, è quella di aggiungere la punibilità agli italiani che si servono della GPA fuori dall’Italia. Sono molti i Paesi, tra cui anche dell’Unione Europea, che ammettono la surrogazione di maternità. È consentita principalmente quella altruistica dove la gestante non riceve compensi ma solo il rimborso delle spese sanitarie. La maternità surrogata a titolo gratuito è legale in Gran Bretagna, Australia, Canada e Austria, mentre è consentita in forma commerciale in Ucraina, Grecia e Olanda. Se la maternità surrogata diventerà, cosa molto probabile allo stato attuale, un reato universale, i cittadini italiani che si serviranno di questa pratica all’estero potranno essere arrestati e condannati a una pena che varia dai 3 mesi ai 2 anni oltre ad una multa. La maternità surrogata è già un reato in Italia, quindi, coloro che se ne sono serviti, avranno scelto uno Stato dove essa, invece, è consentita. Si crea a questo punto, un enorme problema di punibilità dato che il Paese straniero non è tenuto a fornire documentazione medica o atti finalizzati a provare il compimento del reato. La giurisprudenza ha sempre, infatti, privilegiato l’interesse dei minori, compreso il diritto alla genitorialità anche a discapito delle pratiche vietate. Il reato universale di maternità surrogata potrebbe avere un’applicazione fallimentare e andare a peggiorare i già esistenti problemi di natura sociale e burocratica, soprattutto in merito al riconoscimento dei figli.

FMI E PENSIONI

Il FMI (Fondo Monetario Internazionale), oltre a bocciare la flat tax e a criticare i ritardi dell’Italia in merito all’utilizzo delle risorse stanziate con il Pnrr, guarda anche alla crisi demografica del nostro Paese, nonché all’invecchiamento della popolazione, dando anche indicazioni su quelle che dovranno essere le scelte future in merito alle pensioni. Il FMI, quindi, mette il risalto il fatto che per le pensioni l’Italia spende di più rispetto alla media europea. Ricordiamo che in Italia la pensione di vecchiaia fissa l’età di pensionamento a 67 anni, ma ci sono tante opzioni di flessibilità che abbassano l’età effettiva della pensione in Italia. Il FMI invita l’Italia a evitare “nuove uscite anticipate”, chiedendo di mettere in stand-by il progetto di riforma in programma nel 2024, con il governo che sta valutando la possibilità di estendere Quota 41, prorogare Quota 103 e far ritornare Quota 96. L’indicazione del FMI non è vincolante per l’Italia ma il governo dovrà comunque tener conto di queste indicazioni. Ad oggi, quindi, la strada che porta alla riforma delle pensioni appare sempre più ripida. Il FMI ha, inoltre, messo in risalto anche i problemi che possono scaturire dalla crisi demografica e dall’invecchiamento della popolazione, due fattori con cui l’Italia deve fare i conti. Fattori che possono incidere negativamente sulla produttività ma anche sulla capacità di finanziare il sistema sanitario e la spesa pensionistica. Il Fondo ha anche invitato l’Italia ad approvare le riforme e gli investimenti utili ad aumentare la produttività e ad ammodernare l’economia, tenendo conto che nei prossimi 25 anni la forza lavoro è destinata ad abbassarsi del 30%. Bisognerà trovare un modo per aumentare la partecipazione al lavoro anche innalzando l’età del pensionamento, se serve.

STRALCIO AUTOMATICO E DELIBERA COMUNALE

Il 29 luglio scade il termine ultimo per i Comuni e enti locali per deliberare in merito allo stralcio automatico delle cartelle esattoriali. Ricordiamo che lo stralcio automatico è una strategia fondamentale introdotta dalla legge di Bilancio 2023. Lo scopo è quello di cancellare le cartelle, iscritte a ruolo tra il 1 gennaio 2000 e il 31dicembre 2015, che hanno un importo inferiore a 1000euro. Per avere diritto alla cancellazione, comunque, non basta rientrare nella casistica poiché a Comuni e enti locali è stato lasciato ampio margine discrezionale e possono anche decidere di non aderire allo stralcio. I Comuni e gli Enti locali, infatti, possono scegliere se aderire totalmente, parzialmente o non aderire allo stralcio. Non rientrano nella cancellazione automatica tutte quelle cartelle esattoriali iscritte a ruolo a partire dal 1 luglio 2016 anche se fanno riferimento a debiti pregressi e quindi rientranti nel periodo previsto dalla sanatoria (2000/2015). Le modalità di adesione, la scadenza dei termini di presentazione dell’istanza e la scadenza dei pagamenti delle rate saranno decise, sempre nelle delibere, dai comuni stessi.

LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE PRECOMPILATA

La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale previsto per il calcolo e il versamento delle imposte dovute dagli eredi sull’asse ereditario della persona deceduta, per la voltura catastale a favore degli eredai dei beni immobili intestati al defunto e per l’intestazione delle somme del defunto. L’Agenzia delle Entrate offre al cittadino la possibilità di velocizzare la procedura tramite la dichiarazione di successione precompilata. E’, quindi, un documento che contiene dati e informazioni in possesso dell’Amministrazione tributaria. La dichiarazione precompilata presenta diversi vantaggi: – contiene già tutte le informazioni in merito alla successione: il contribuente dovrà solo convalidarle, – calcola in automatico le imposte ipotecarie, catastali, di bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciali, – è possibile richiedere l’attestazione di avvenuta presentazione della dichiarazione in formato elettronico, – eventuali errori dovuti alla compilazione sbagliata vengono segnalati immediatamente, – è possibile ottenere informazioni sullo stato di elaborazione delle ricevute telematiche e prelevare la copia semplice. Per accedere alla dichiarazione di successione precompilata, bisognerà collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate ed autenticarmi tramite SPID. Nel modello precompilato, il contribuente trovera’: i dati anagrafici del dichiarante, – i dati validati dei recapiti dell’utente in sessione. Per la dichiarazione di successione e la domanda di volture catastali, l’utente può decidere di essere contattato su altri recapiti: in questo caso, i nuovi recapiti non vanno a modificare quelli reperiti dalla sezione profilo- utente, – dati su terreni e fabbricati: i dati degli immobili sono proposti al contribuente con la modalità compilazione assistita. È possibile, quindi, inserire gli immobili intestati alla persona deceduta selezionandoli da un elenco contenente i dati del catasto, – dati dei pagamenti. Una volta verificati i dati precompilati e inseriti quelli mancanti, il sistema presenta il riepilogo dell’asse ereditario. Bisognerà, quindi, inserire il codice fiscale dell’ intestatario del conto corrente e l’Iban corrispondente al conto su cui verranno addebitate le imposte e i tributi.

IL PROSPETTO INFORMATIVO

La domanda di adesione alla definizione agevolata è scaduta lo scorso 30 giugno e adesso, per i contribuenti che ne hanno fatto richiesta, bisognerà attendere la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate dove saranno indicate le somme dovute e le varie scadenze per i pagamenti. Bisognerà, quindi, aspettare fino al 30 settembre, data ultima per l’Agenzia delle Entrate per mandare le varie comunicazioni. Il contribuente ha, però, già avuto modo di ricevere il prospetto informativo che gli ha dato una visione abbastanza chiara di quelle che sono le somme da lui dovute. Nel prospetto, tuttavia, non sono indicati alcuni costi, come ad esempio: i diritti di notifica, spese per procedure esecutive già attivate e gli eventuali interessi previsti nel caso si sia scelga il pagamento rateale. Queste spese non sono riportate nel prospetto informativo ma saranno comunque comprese nel complessivo da pagare. Il prospetto e’ stato sicuramente utile al contribuente per avere una idea approssimativa della somma da pagare ma egli non dovrà meravigliarsi se nella comunicazione l’importo dovuto sarà più alto.