Archivio mensile Aprile 14, 2023

ROTTAMAZIONE CARTELLE

Nel prospetto informativo non sono comprese tutte le spese che si andranno a sostenere, in esso non sono riportati:

  • eventuali diritti di notifica;
  • spese per procedure esecutive già attivate;
  • interessi previsti nel caso si scelga il pagamento rateale.

Il prospetto informativo, non è un errore e può dare, l’ammontare del debito residuo dopo la rottamazione delle cartelle, ma bisogna tener presente che l’importo non sarà lo stesso, che si troverà, poi, nella comunicazione che si riceverà dall’Agenzia delle Entrate Riscossioni entro il 30 giugno, infatti l’importo dovuto sarà più alto,  sarà maggiore se si è scelto di procedere con un pagamento rateale del debito poichè alle altre spese bisognerà aggiungere anche gli interessi di riscossione maturati dalle rate pagate oltre il 31 luglio 2023.

RIMBORSI AGENZIA DELLE ENTRATE

I rimborsi dell’Agenzia delle Entrate sono più facili per chi comunica l’Iban.

Vi sono due metodi per comunicare il codice Iban, il primo, basta visitare il sito dell’Agenzia delle Entrate ed accedere all’area riservata utilizzando il proprio codice Spid, la carta di identità elettronica, oppure la Carta nazionale servizi, una volta effettuato l’accesso, è necessario accedere all’Area Servizi e quindi continuare il percorso cliccando sulle voci “rimborsi”, segue “Comunicazione IBAN per accredito su c/c”.

Qui basta inserire le coordinate e salvare le modifiche apportate.

Il secondo metodo, è utilizzare la PEC, in questo caso nella comunicazione è necessario allegare il modello predisposto dall’AdE opportunamente compilato.

Per chi avesse difficoltà con le procedure online, vi è la possibilità di prenotare un appuntamento presso la sede dell’Agenzia delle Entrate, la prenotazione è disponibile online e non richiede una preventiva identificazione, occorre indicare il codice fiscale del contribuente, un indirizzo di posta elettronica semplice, un recapito telefonico.

Il contribuente può scegliere lo sportello presso cui recarsi, giorno, e orario.
Per comunicare l’Iban all’Agenzia delle Entrate presso lo sportello è necessario consegnare il modello prima visto in cartaceo e naturalmente compilato.

RIMBORSO 730/2023 SUPERIORE ALL’IMPOSTA DOVUTA

Ad ottenere il rimborso Irpef, sono i contribuenti che hanno versato più Irpef del dovuto, ai quali l’imposta viene prelevata mensilmente dalla busta paga o dal cedolino della pensione.

In fase di conguaglio questi contribuenti potrebbero aver diritto a detrazioni richieste di sussidio USA in aumento che abbassano l’imposta dovuta, ma avendola già versata diventano creditori del Fisco e, hanno diritto ad un rimborso dell’Irpef versata in più e non dovuta.

In alcuni casi le detrazioni possono essere rateizzate, questo per non perdere parte delle detrazioni spettanti.

Un’altra soluzione può essere quella di far passare parte delle detrazioni spettanti ad un familiare che abbia capienza Irpef, con cui dividere i rimborsi.

Un esempio pratico sono le detrazioni spettanti per i figli a carico: se uno dei due coniugi raggiunge la sua capienza fiscale, le detrazioni per le spese sostenute per i figli a carico possono essere prese in carico dall’altro genitore al 100%.

In questo modo si evita di raggiungere la capienza fiscale di uno e perdere parte delle detrazioni spettanti.

DETRAZIONI FIGLI E ASSEGNO UNICO

Anche la famiglia rientrerà nell’Irpef e quello che era stato tolto con l’introduzione dell’assegno unico potrebbe essere ripristinato già dal prossimo anno.

Le detrazioni per i figli a carico erano state abolite per la prole con età fino a 21 anni.

Il prossimo anno, però, si potrebbe assistere ad un ritorno delle detrazioni per i figli a carico in busta paga, nei cedolini della pensione o, in alternativa, a conguaglio sulla dichiarazione dei redditi. Un beneficio che andrebbe a sommarsi a quello dell’assegno unico e universale.

Le misure specifiche, devono ancora essere definite, ma sullo sfondo di qualsiasi misura aleggia il quoziente familiare, ovvero il nuovo strumento che dovrebbe calcolare l’imposta dovuta non dal singolo contribuente ma da tutto il nucleo familiare in base ai redditi complessivi e alla composizione dello stesso nucleo.

L’esecutivo, infatti, vorrebbe avviare la revisione dell’Irpef già dal 2024 con il passaggio alle tre aliquote e con la cancellazione di alcune agevolazioni fiscali.

Le detrazioni per i figli a carico potrebbero essere reintrodotte con altre metodologie. Lo sconto, che spetta al 50% tra i due genitori, si riducevano, fino allo scorso marzo, fino a esaurirsi per redditi superiori a 95.000 euro.

L’alternativa sarebbe quella di riconoscere una detrazione di importo fisso a prescindere dal reddito e variabile solo in base al numero di figli, la cosa però potrebbe lasciare esclusi dal beneficio gli incapienti e i lavoratori autonomi che hanno aderito al regime forfettario.

FERMO AMMINISTRATIVO E VENDITA

Il fermo amministrativo è un vincolo cautelare, in teoria, se il contribuente a cui è stato applicato il fermo non ottempera ai suoi obblighi fiscali entro un determinato tempo, si provvede alla vendita all’asta del veicolo e il ricavato sarà utilizzato per ottemperare a tali obblighi.

L’esigenza di tutelare il valore del bene porta a vietare la rottamazione, l’esportazione, la circolazione e il parcheggio su pubblica via. Il proprietario del bene ne diventa custode e di conseguenza deve proteggere il bene anche da svalutazioni.

Vendere l’auto con fermo amministrativo non è vietato. Il veicolo inoltre può essere anche oggetto di donazione. Vi sono però delle condizioni: il fermo amministrativo segue il veicolo.

Questo implica che l’acquirente avrà gli stessi limiti del precedente proprietario quindi non potrà circolare con il veicolo, non potrà rottamarlo ed esportarlo. Purtroppo a volte chi acquista, soprattutto da un privato, lo fa senza effettuare controlli e si ritrova un veicolo di fatto inutilizzabile.

È possibile acquistare veicoli con il fermo amministrativo a prezzi particolarmente convenienti, naturalmente è bene effettuare i controlli anche perché il fermo amministrativo non ha limiti temporali, resta iscritto fino a quando non si provvede a sanare il debito fiscale.

Una volta proceduto alla vendita del veicolo, il debito non passa all’acquirente, quindi resta l’obbligo per il venditore di adempiere. Di fatto però l’acquirente ha un bene inutile che potrebbe anche essere sottoposto a vendita forzata, inoltre il nuovo proprietario ne diventa custode.

Tutela per chi acquista inconsapevolmente un’auto con fermo amministrativo, può chiedere la risoluzione del contratto con la restituzione delle somme già versate.

La procedura è solitamente molto lunga perché sarà necessario instaurare un vero giudizio civile. In alternativa si può chiedere una riduzione del prezzo, ma anche in questo caso se non vi è un accordo volontario tra le parti, è necessario instaurare un giudizio.

Se il venditore ha adottato tecniche volte a nascondere la presenza del vincolo sul veicolo, potrà essere presentata una querela per truffa, è necessario però provare tale comportamento fraudolento.

RITARDI IMPRESA EDILE, COME CI SI TUTELA

La legge, prevede delle tutele, se la ditta edile dovesse interrompere i lavori o non portarli a termine per la scadenza pattuita. I mezzi di tutela vanno dall’intimidazione ad adempiere a quanto sottoscritto alla richiesta del risarcimento del danno causato dall’inadempimento.

Per essere tutelati bisogna procedere per vie legali, ed il contratto che le parti hanno sottoscritto può essere una prova inconfutabile, in mancanza, basta una qualsiasi prova documentale come, un preventivo della ditta stessa. È necessario, in questo caso, provare che tutti i lavori siano stati affidati all’appaltatore nello stesso momento e non in tempi diversi.

Qualora ci si accorga che la ditta non rispetterà il termine, si potrebbe pensare di sostituire entro tempi molto brevi l’appaltatore.

In alternativa, invece, si potrebbe anche far leva su eventuali penali previste dal contratto.

È sempre bene prevedere questo tipo di penali nel contratto perché i ritardi, soprattutto nel caso del Superbonus 110%, potrebbero creare un grave danno al committente come la perdita del beneficio fiscale.

RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA, COSA CAMBIA?

A oggi i temi più discussi e che necessitano di un aggiornamento in materia di sicurezza stradale sono:

▶monopattini:

L’Italia ha deciso di normarli e rendere il loro utilizzo più sicuro. A partire dall’introduzione dell’obbligo di immatricolazione, fino all’utilizzo del casco.

Previste anche nuove norme per il limite di velocità, che varia dai 6 km/h in luoghi pedonali (quando non direttamente il divieto), fino a un massimo di 20 km/h.

▶guida in stato alterato (alcool, sostanze stupefacenti):

Pene più severe con sanzioni più alte.

▶esame della patente:

Aumentare le ore di guida prima dell’esame pratico, attualmente obbligatorie 10, dovrebbero salire almeno a 12, portandoci più vicini alla media europea di 20 ore.

Si è inoltre parlato di aggiungere un test sul pericolo percepito.

TASSE UNIVERSITARIE NON PAGATE

Chiunque scelga di avviare una carriera accademica è tenuto al pagamento delle tasse universitarie, pertanto non pagarle porta a conseguenze di diverso tipo.

Il prezzo da pagare aumenterà poiché le tasse si sommano e a esse si accumuleranno anche quelli conosciuti come “interessi di mora”.

A trovarsi in questa situazione possono essere, coloro che hanno deciso di abbandonare gli studi senza però utilizzare la corretta procedura di rinuncia, rimanendo quindi tecnicamente ancora iscritti all’università.

In questo caso, gli interessi di mora possono arrivare anche a 150 e più euro.

Il tetto massimo dipende da quanto viene deciso da ogni singolo ateneo.

Una volta raggiunto questo tetto massimo, si incorre nel blocco della carriera universitaria, situazione in cui non si ha più la possibilità di dare esami, prenotare, appelli, e così via, finché non si procede con il pagamento di quanto richiesto.

▶Ma quando vanno in prescrizione?

La prescrizione esiste sia per quello penale, sia per quello civile.

Per essere precisi, in questo caso la prescrizione consiste nell’estinzione di un diritto soggettivo a causa del suo mancato esercizio, per un determinato periodo di tempo, determinato dalla legge, di solito dieci anni.

È importante che l’università a cui è mancato il pagamento, non abbia tentato di riavere i soldi in questione. In questo caso, la prescrizione partirà a partire dal primo giorno che segue il tentativo di rientrare in possesso di quanto dovuto, ripartendo da zero.

▶La decadenza degli studi: con il mancato pagamento delle tasse universitarie e senza sostenere esami per un periodo di otto anni a partire dall’ultimo esame fatto, gli studi verrebbero considerati decaduti.

Nel caso in cui ci si trovasse in questa situazione, si può comunque provare a far convalidare completamente o parzialmente gli esami sostenuti.

▶Congelamento, sospensione, e rinuncia: il processo corretto per prendersi una pausa dagli studi o lasciarli completamente, senza dover pagare interessi di mora o attendere che il pagamento vada in prescrizione, prevede l’utilizzo della sospensione degli studi o la loro rinuncia.

La sospensione degli studi si può richiedere al proprio ateneo, congelando la carriera universitaria e gli esami dati per un certo periodo di tempo.

Per poter ricominciare a volte viene richiesta una quota di iscrizione.

La rinuncia agli studi invece è la modalità corretta da utilizzare quando si sceglie di abbandonare la carriera universitaria, o la specifica facoltà in questione.

Questa si può fare anche se non si è in regola con i pagamenti e una volta eseguita la procedura non si dovrà più pagare le tasse, proprio perché non si sarà più iscritti, anche in questo caso, se ci si iscrivesse nuovamente, sarebbe possibile richiedere il riconoscimento degli esami già dati.

Indipendentemente dal pagamento o meno delle tasse universitarie e dalla loro caduta in prescrizione, o dall’abbandonato gli studi, o da qualsiasi altra situazione, ci si può sempre iscrivere nuovamente.

SUPERBONUS, COSA CAMBIA?

▶Proroga per villette:

La scadenza iniziale della detrazione al 110% era fissata al 31 marzo ma ora è stata prorogata al 30 settembre 2023. Ci saranno, quindi, 6 mesi di tempo in più per terminare i lavori.

▶Cessioni con remissione in bonis:

La possibilità di comunicare la cessione del credito anche dopo il 31 marzo 2023 pagando una sanzione di 250. Per poter approfittare di questa opzione è necessario effettuare la comunicazione entro il 30 novembre 2023 ma solo se la cessione è verso banche, intermediari finanziari o società di assicurazioni.

▶Detrazione in 10 anni:

Permette di recuperare, a scelta del contribuente, la detrazione in 10 anni sulla dichiarazione dei redditi.

▶Le regole della detrazione in 10 anni:

Per chi sceglie la detrazione in 10 anni, non sarà possibile fruire di nessuna detrazione nel 2023, ma si potrà iniziare a fruirne nel 2024, saltando quindi, un anno.

Ma per chi indica la detrazione già nel 730/2023 la possibilità di spalmare la detrazione in 10 anni è persa.

▶Convertire crediti in titoli di Stato:

Vale solo per i crediti acquistati da banche, intermediari e assicurazioni che hanno esaurito la capienza fiscale. La misura varrà per gli interventi fino al 2022 e riguarderà le emissioni effettuate dal primo gennaio del 2028.

▶Compensazione:

Potrà essere effettuata anche con debiti di natura contributiva e assistenziale. I crediti fiscali legati all’edilizia, potranno essere usati in compensazione per pagare sia debiti tributari che previdenziali e assistenziali.

▶La Soa va calcolata per singolo appalto:

La soglia di 516.000 euro va calcolata per ogni contratto di appalto e per ogni contratto di subappalto dalle ditte costruttrici.

▶Per bonus minori Sal facoltativi:

Riguarda l’obbligo si Sal per gli interventi edilizi minori diversi dal Superbonus. In questo caso il Sal per la liquidazione parziale non è un obbligo ma solo una facoltà.

▶Remissione in bonis anche per asservazione:

Che il contribuente potrà avvalersi della remissione in bonis (sempre entro il 30 novembre) anche per l’asservazione di efficacia degli interventi per sismabonus e Superbonus.

▶Novità per infissi e caldaie:

Nel caso in cui i lavori siano stati fissati prima del 16 febbraio, ma non ancora iniziati, basterà dimostrare di aver pagato l’acconto entro quella data per salvaguardare lo sconto in fattura.

Senza acconto è invece necessario un accordo vincolante tra le parti.

▶Preliminari non registrati:

Senza un preliminare firmato alla data del 16 febbraio 2023, sparisce la richiesta del preliminare e resta, la data di presentazione del titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori edilizi che deve essere stata fatta prima del 16 febbraio per poter godere, ancora, di cessione del credito e sconto in fattura.

▶Per quali lavori resta lo sconto in fattura:

Niente sospensione dello sconto in fattura per il bonus barriere architettoniche, per gli immobili danneggiati da terremoti successivi al primo aprile 2009, per le zone colpite dall’alluvione nelle Marche, per le onlus, per le case popolari e per la riqualificazione urbana.

▶Lavori aggiuntivi:

Per misurare la scadenza del 16 febbraio in questo caso si guarderà alla prima Cilas e non a quelle successive per i lavori aggiuntivi.

▶Scudo anti responsabilità:

Potenziato e riguarda un numero più ampio di soggetti tra chi cede e chi compra il credito.

DETRAZIONI ACQUISTO CASA

I contribuenti che durante l’anno d’imposta 2022 hanno acquistato casa possono, avere accesso a un rimborso Irpef pari al 19% delle spese di intermediazione immobiliare sostenute, ma anche la possibilità di ricevere un rimborso delle spese notarili e di quelle accessorie.

È importante ricordare che per poter accedere al rimborso la cifra deve essere saldata solo utilizzando mezzi di pagamento tracciabili.

Le condizioni necessarie per poter accedere al rimborso Irpef sono le seguenti:

  • il contribuente che vuole richiedere il rimborso deve aver sostenuto delle spese di intermediazione immobiliare in relazione all’acquisto dell’abitazione principale;
  • il contribuente deve essersi avvalso di un intermediatore immobiliare, ovvero un agente immobiliare che lavori per un’agenzia regolarmente iscritta al Registro delle Imprese;
  • l’intermediazione deve essere avvenuta in relazione all’acquisto dell’abitazione principale; si dovrà inoltre fornire un’autocertificazione al riguardo.

Nel caso in cui l’immobile fosse in comproprietà, si potrà usufruire di percentuali differenti del rimborso, in proporzione al grado di proprietà.

Un’altra possibilità disponibile, è quella di andare a detrarre una parte delle spese notarili e accessorie pagate in forma di rimborso Irpef, sempre attraverso il modello 730/2023 e dichiarazione dei redditi, anch’esso un rimborso pari al 19% delle spese in questione, che non potrà superare i 4.000 euro massimi.

Si può richiedere per le seguenti spese:

  • interessi passivi pagati in funzione della restituzione del capitale;
  • spese sostenute dal notaio per il cliente, come la perizia tecnica;
  • provvigione per scarto rateizzato;
  • onorario del notaio, solo per la stipula del mutuo;
  • spese per la commissione dovuta agli istituti per l’attività̀ di intermediazione.

Per la compilazione del 730/2023, in questo caso, bisognerà inserire le informazioni all’interno del quadro E, sezione I, rigo E7.