Il Reddito di cittadinanza non viene cancellato: cambierà nome e tra il 2023 e il 2024 verrà sostituito da tre differenti misure.
Il primo criterio con cui verrà effettuata la stretta è quello di tipo economico. Con la riforma del Reddito di cittadinanza, infatti, viene abbassata la soglia Isee entro cui stare per poter accedere alle forme di sostegno al reddito.
Nel dettaglio, ai nuclei familiare in cui c’è almeno un minore, un disabile (o percettore di assegno d’invalidità) o un ultrasessantenne, il limite Isee passa da 9.360 a 7.200 euro.
Per cui vengono esclusi dalla Gil, tutti coloro che hanno un Isee superiore a 7.200 euro, i quali fino a oggi hanno potuto godere del Reddito di cittadinanza laddove l’attestazione risultasse inferiore a 9.360 euro.
Pertanto, il Reddito di cittadinanza nel 2023 verrà tolto dopo 7 mesi alle famiglie in cui non ci sono minori, disabili oppure over 60. Tuttavia, alla scadenza del Rdc per alcuni degli attuali percettori ci sarà la possibilità di accedere a una misura transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2023, che garantirà – in presenza di determinate condizioni – gli stessi importi oggi riconosciuti.
Tale misura si chiama Prestazione per l’accompagnamento al lavoro, la potranno richiedere solamente quei componenti del nucleo familiare che hanno già firmato il patto per il lavoro presso il centro per l’impiego e sono impegnati in una politica attiva.
Vengono resi più severi gli obblighi, nel caso della Garanzia per l’attivazione lavorativa, viene stabilito che vi possono accedere solamente coloro che hanno assolto al diritto-dovere all’istruzione. Quindi, prima ci si impegna nel prendere parte a un percorso di ricerca di un lavoro, che può prevedere anche un periodo di formazione, e poi si riceve l’assegno richiesto.
Obblighi più severi anche per chi prende la Garanzia per l’inclusione, i quali verranno prima valutati dai servizi sociali.
Per i componenti occupabili vi sarà poi la presa in carico presso il centro per l’impiego, con l’obbligo di accettare anche la prima offerta di lavoro (indipendentemente da dove è dislocata la sede d’impiego).
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