La circostanza più comune, quella in cui i genitori sono defunti prima di poter saldare le proprie obbligazioni, che entrano a far parte dell’eredità.
Questo processo, non è automatico, è necessario che i figli accettino l’eredità.
Pertanto, bisogna fare attenzione a non commettere un’accettazione tacita, dopo la quale i debiti non potranno più essere evitati e bisognerà risponderne anche con il proprio patrimonio personale.
La rinuncia all’eredità è la scelta più drastica, un’alternativa particolarmente conveniente quando i debiti hanno valore maggiore rispetto al patrimonio ereditario o sono incerti, ad esempio, quando il valore dei debiti è inferiore rispetto a quello effettivo dei beni, ma questi ultimi hanno magari necessità di gestione o manutenzione a cui il chiamato all’eredità non è interessato.
L’accettazione con beneficio d’inventario è invece una strada intermedia, accettando l’eredità con beneficio d’inventario i creditori del defunto possono attaccare soltanto i beni ereditari per la riscossione del debito, e non quelli personali dell’erede. Ne consegue, che l’accettazione con beneficio d’inventario ha senso soltanto quando il valore dei beni ereditari supera quello dei debiti o comunque sono presenti beni non pignorabili.
Debiti che ricadono sui figli che hanno fatto da garanti, in questo caso, se i genitori non hanno terminato il pagamento prima della morte, il debito ricade sul figlio che ha prestato garanzia, ed è tenuto al pagamento del debito anche per altre motivazioni di inadempimento dei genitori. Se si tratta di un unico debito, accettare l’eredità può essere d’aiuto per ripagare, almeno in parte, il debito ed evitare così le azioni contro i propri beni
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