Archivio mensile Marzo 23, 2023

TREGUA FISCALE, DATE DA RICORDARE

12 le agevolazioni previste dalla Legge di Bilancio, quelle che assumono particolare rilevanza sono:

  • regolarizzazione delle irregolarità formali;
  • definizione agevolata – rottamazione quater;
  • definizione agevolata degli avvisi bonari;
  • ravvedimento speciale per violazioni tributarie;
  • adesione agevolata e la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento;
  • definizione agevolata delle liti pendenti o controversie tributarie;
  • conciliazione agevolata delle controversie tributarie;
  • rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti.

La tregua fiscale non prevede solo la rottamazione delle cartelle e proprio per questo è utile fare un riepilogo delle date

31 marzo 2023

Ultima data per pagare la prima rata della definizione delle violazioni formali commesse entro il 31 ottobre 2022, va saldata anche la prima o unica rata del ravvedimento speciale per la regolarizzazione delle dichiarazioni relative al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2021 e precedenti 

1 aprile 2023

Decorrenza per il versamento della prima rata della definizione agevolata delle controversie tributarie. Si ricorda che in questo caso la rateazione è ammessa solo se si deve un importo superiore ai 1.000 euro.

30 aprile 2023

Ultima data del pagamento della rata unica o prima rata della definizione agevolata delle controversie tributarie.

31 luglio 2023

Pagamento prima o unica rata della definizione agevolata – rottamazione quater. Si ricorda che, in caso di rateazione la prima rata ha un importo pari al 10% del debito totale dovuto.

30 settembre 2023

Scadenza seconda rata della definizione agevolata delle controversie tributarie.

30 novembre 2023

Scadenza pagamento seconda rata della definizione agevolata – rottamazione quater. Si ricorda che anche la seconda rata ha un importo pari al 10% del debito totale dovuto.

20 dicembre 2023

Scadenza terza rata della definizione agevolata delle controversie tributarie.

28 febbraio 2024

Scadenza pagamento terza rata della definizione agevolata rottamazione quater.

31 marzo 2024

Si tratta della data ultima per pagare la seconda rata della definizione delle violazioni formali commesse entro il 31 ottobre 2022.

31 maggio 2024

Scadenza pagamento quarta rata della definizione agevolata rottamazione quater.

UE, MELONI

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replica: “ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito, la considero una buona notizia perché quando si ha bisogno di dire cose false evidentemente non si ha molto da dire su quello che è vero”.

Pur senza avere prove, si continua implicitamente a voler dire che il governo non avrebbe salvato queste persone, perché non aveva la volontà di salvarle”

“Nel Mediterraneo dal 2013 al 2023 sono morte complessivamente 25.692 persone. Il rischio che qualcosa vada storta è insito nelle partenze ed è infatti accaduto a tutti i governi.

Sono andata a guardare i dati di coloro che non si è riusciti a salvare: siamo quelli che in base a quelli che arrivavano, siamo riusciti a salvare più persone”, ha dichiarato la presidente del Consiglio. 

Sull’immigrazione, “il lavoro che il governo sta cercando di fare è fermare i trafficanti e fermare le partenze illegali”.

Per Meloni “l’immigrazione in Europa non si risolve con proposte irragionevoli: abbiamo tutti lo stesso problema, cioè il governo dei flussi migratori.

Meloni, sollecitata anche sul tema superbonus, replica alla Camera:

 “Sul giudizio sul superbonus, ho sentito dire che siamo il governo dell’austerità. Io sono abbastanza distante dal tema dell’austerità ma se poi per austerità si intende cercare di mettere le pezze a un provvedimento costato decine e decine di miliardi e lasciato nelle casse dello Stato un buco di 40 mld per efficientare meno del 4% degli edifici, in gran parte seconde case scaricando su ogni italiano, anche chi una casa non ce l’aveva, un debito di 2mila euro per aiutare le banche a lucrarci sopra, questa non è austerità è serietà e quindi su questo non vi posso aiutare: io la penso in maniera diversa”.

Il Mes, altro argomento sula quale Meloni è chiamata a dare spiegazioni: “Il Mes non è una banca centrale, ha una disponibilità importante ma limitata. Il governo prende in considerazione la proposta di Confindustria. Questi sono strumenti, non totem indiscutibili”, ha detto. “Il Mes in caso di difficoltà richiamerebbe gli Stati membri a rifondere il meccanismo stesso”, ha aggiunto Meloni sottolineando che “crediamo che si debba aprire il dibattito su come il Mes sia uno strumento che non è stato molto utilizzato e quindi possa diventare uno strumento di sviluppo europeo”.

NEOPAPA’ E LAVORO

Il neopapà non può essere licenziato, fino all’età di un anno del figlio, infatti, gode del divieto di licenziamento come la mamma, e può anche dimettersi senza preavviso e con diritto alla Naspi. 

 Il dlgs 105/2022 ha introduce un secondo congedo di paternità obbligatorio: dai due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi dopo il parto, il papà si astiene dal lavoro per 10 giorni lavorativi, non frazionabili a ore, anche in via non continuativa.

Il congedo è fruibile anche in caso di morte perinatale del figlio. In caso di parto plurimo sono 20 i giorni.

Il divieto di licenziamento: in caso di fruizione di un congedo di paternità, sia il vecchio alternativo sia il nuovo obbligatorio, il divieto si applica per la durata del congedo e fino all’età di un anno del figlio, la prima novità: la tutela, già prevista per il padre fruitore del congedo di paternità alternativo, viene estesa dal dlgs 105/2022 al caso di fruizione del nuovo congedo di paternità obbligatorio.

Le dimissioni e la Naspi: per le dimissioni rassegnate durante il divieto di licenziamento la lavoratrice ha diritto alle indennità previste per il licenziamento e, non deve dare il preavviso. Le tutele si applicano pure al padre che ha fruito del congedo di paternità.

La novità sul diritto alla Naspi in caso di dimissioni durante il divieto di licenziamento e fino a un anno del figlio.

Prima della riforma 2022, l’accesso alla Naspi era riservata, oltre che alla madre, anche al padre ma solo in caso di fruizione del “congedo di paternità alternativo”. Dal 13 agosto 2022, è riconosciuto al padre sia se ha fruito del congedo di paternità alternativo sia di quello nuovo obbligatorio (se, ovviamente, ricorrono anche tutti gli altri requisiti).

L’Inps precisa che le domande di Naspi respinte prima della circolare, possono essere oggetto di riesame su istanza di parte da presentare alla sede dell’Inps competente.

18APP

Bonus 18 anni, un’erogazione di denaro da parte dello Stato a sostegno della diffusione del patrimonio culturale italiano e internazionale, sotto forma di un buono di valore di 500 euro nella 18app.

Scadenze: la registrazione al portale può essere effettuata tra il 31 gennaio al 31 ottobre 2023, vi è poi un termine entro cui i 500 euro vanno spesi: la scadenza in questo caso è 30 aprile 2024, dopodiché la somma residua andrà persa e non vi è alcun modo per recuperarla.

Requisiti: aver compiuto 18 anni nel 2022; coloro che lo faranno quest’anno, dovranno attendere che il governo fornisca le istruzioni per accedere al nuovo strumento introdotto dalla legge di Bilancio 2023, chiamato Carta cultura giovani, non prima del 2024 però.

Eseguito l’accesso a 18app, sarà possibile consultare il catalogo degli esercenti che hanno aderito all’iniziativa, in cui è possibile spendere i 500 euro, ovvero:

  • biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo;
  • libri;
  • titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali;
  • musica registrata;
  • corsi di musica;
  • corsi di teatro;
  • corsi di lingua straniera;
  • prodotti dell’editoria audiovisiva.

I biglietti possono essere acquistati direttamente da TicketOne, è consentito acquistare un solo biglietto per l’evento desiderato a scelta tra concerti, eventi teatrali, mostre, musei e cinema.

Il bonus cultura 18 anni non è scambiabile né vendibile.

Con la sentenza n. 24890/2019, la Cassazione ha stabilito che sono colpevoli sia i ragazzi che hanno utilizzano il bonus impropriamente, sia i commercianti che accettano i voucher. Le sanzioni amministrative sono severissime. Infatti, ai sensi dell’articolo 316 del Codice penale, chi si appropria di somme indebite inferiori a 4mila euro deve pagare una multa che varia da 5.164 euro a 25.882 euro.

CASE GREEN 2023

Direttiva case green 2023, approvata dal Parlamento europeo.

Agli edifici e agli immobili ad uso residenziale toccherà raggiungere entro il 2030 almeno la classe energetica F e almeno la classe E entro il 2033.

Questo è in linea di massima quanto disposto dalla bozza in materia di prestazione energetica degli edifici mentre si rimane in attesa del passaggio della palla al Consiglio Europea.

Si interviene anche sugli immobili di nuova costruzione per i quali si prevede il raggiungimento delle zero emissioni entro in 2050 e il divieto di agevolazioni per le vecchie caldaie dal 2024, un insieme di nuove disposizioni che obbligano il proprietario ad eseguire una serie di lavori di ristrutturazione per raggiungere i nuovi standard energetici fissati dall’Unione Europea.

La direttiva si muove in tre direzioni:

  • raggiungere entro il 1°gennaio 2030 la classe energetica “E” per gli edifici e le unità immobiliari residenziali;
  • il salto alla classe energetica “D” da realizzare entro il 2033;
  • obiettivo zero emissioni entro il 2050.

Esistono diversi Bonus e agevolazioni a cui potersi affidare:

Bonus ristrutturazione si sostanzia in una detrazione fiscale del 50% da applicare sulle spese supportate per mettere a punto lavori ristrutturazione, risanamento conservativo oltre che di restauro, riservato anche a chi vuole intraprendere lavori condominiali ma solo per quel che concerne le parti comuni.

Ecobonus, che prevede diverse percentuali di detrazione fiscale, dal 50%, al 65% fino arrivare all’85% di riduzione per quegli interventi di efficientamento energetico previsti anche dalla nuova direttiva case green 2023, tra i lavori ammessi alla detrazione fiscale del 50%, secondo quanto disposto dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate numero 22/E del 2 aprile 2013, rientra l’installazione di un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica alimentato grazie alle energie rinnovabili.

L’ecobonus 65% che ricopre interventi come il cappotto termico e la coibentazione, la sostituzione di sistemi di climatizzazione invernali con altri impianti a più alta efficienza energetica, sistemi di termoregolazione, caldaia a condensazione.

BONUS 730/2023

▶Bonus Renzi: a partire dal 1° gennaio continuerà a essere percepito in busta paga dai contribuenti con redditi fino a 15.000 euro, mentre l’ulteriore detrazione per i redditi fino a 28.000 euro è stata subordinata a determinate detrazioni d’imposta.

▶Nuovi scaglioni di reddito: lo scorso anno, infatti, gli scaglioni e le aliquote Irpef sono passati da 5 a 4 e le tasse, quindi, si pagheranno sui nuovi scaglioni che sono:

  • fino a 15.000 applicazione dell’aliquota del 23%;
  • da 15.000 a 28.000 euro aliquota del 25%;
  • da 28.000 a 50.000 euro aliquota del 35%;
  • oltre i 50.000 euro aliquota del 43%.

▶Vengono inserite nel 730 nuove agevolazioni che sono state previste a partire dal 2022, ovvero:

  • il bonus per l’installazione dei sistemi di accumulo integrati negli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili;
  • il bonus per attività motoria per disabili o per coloro che hanno patologie croniche;
  • debutta sul nuovo 730 anche la detrazione dall’imposta lorda al 75% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022, per l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici esistenti.

▶Bonus locazione per i giovani: un beneficio riconosciuto per i primi 4 anni di locazione per i giovani con un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, con reddito non superiore a 15.493,71 euro e, nel 2023 cambia veste e importo:

  • spetta a giovani che non hanno compiuto i 31 anni;
  • può essere applicata anche se si affitta solo una stanza di un appartamento e non l’intero immobile, ma deve esserci la residenza nello stesso;
  • la detrazione che spetta è il 20% del canone di affitto annuo fino a un massimo di 2.000 euro o, se più conveniente, 991,60 come importo fisso.

DISTANZE ALBERI SECONDO LA LEGGE

Il Codice civile prevede criteri da adottare per piantare gli alberi presso il proprio confine, l’Articolo 892 del Codice civile è infatti dedicato alla distanza per gli alberi e prevede il rispetto dei regolamenti, ovvero, criteri di distanza minima rispetto al confine:

  • Tre metri per gli alberi ad alto fusto, come querce e pioppi.
  • Due metri per le siepi di robinie.
  • Un metro e mezzo per gli alberi in cui il fusto sorge a un’altezza massima di tre metri e si diffonde in rami.
  • Un metro per le piante che si recidono periodicamente vicino al ceppo, come le siepi di ontano e castagno.
  • Mezzo metro per viti, arbusti, siepi vive e piante da frutto con altezza inferiore di due metri e mezzo.

 Bisogna considerare che queste distanze massime non si applicano se il confine presenta un muro divisorio, in questo caso è sufficiente che gli alberi non lo eccedano in altezza.

Per capire quando si può richiedere al vicino di tagliare un albero, dovranno essere controllati i regolamenti locali e gli usi locali, in mancanza dei quali si può fare affidamento alle misure previste dal Codice civile.

Se l’albero è a una distanza inferiore rispetto a quella consentita è possibile chiederne la rimozione, come garantito dall’articolo 894 del Codice civile.

Oltretutto, può essere richiesta la rimozione dell’albero portatore di pollini che incrementano le reazioni allergiche del vicino.

SANZIONI TRIBUTARIE

Le sanzioni tributarie, comminate dall’Agenzia delle entrate, devono essere proporzionate, nel caso in cui queste “tendono a divenire draconiane” per i contribuenti che non hanno intento di evadere.

È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza n.46, depositata, con cui la Corte costituzionale ha deciso la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Commissione tributaria provinciale di Bari, che prevede come nei “casi di omessa presentazione della dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive, si applica la sanzione amministrativa dal centoventi al duecentoquaranta per cento dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250”. 

Il caso riguarda un contribuente che aveva omesso di presentare la dichiarazione dei redditi relativa al regime fiscale del consolidato, aveva presentato tempestivamente la propria dichiarazione, versando in ritardo le imposte dovute unitamente agli interessi e alle sanzioni ridotte, avvalendosi del ravvedimento operoso e in ogni caso prima di ricevere gli avvisi di accertamento impugnati.

In riferimento ai principi di eguaglianza, proporzionalità e ragionevolezza nella parte in cui prevede che, ove all’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi faccia comunque seguito, prima della ricezione dell’avviso di accertamento, il versamento spontaneo dell’imposta, la sanzione dal 120 al 240% si applichi sull’intero ammontare di tutte le imposte dovute sulla base della dichiarazione omessa, anziché solo sull’importo residuo delle imposte da versare da parte del contribuente.

Dovrebbe rimanere ben distinta l’offensività della condotta di chi omette la presentazione della dichiarazione al fine di evadere il pagamento delle imposte,  da quella di chi, pur avendo omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi, paga spontaneamente le imposte pur senza un previo accertamento fiscale.

Tale interpretazione, “fornisce maggiore chiarezza ai criteri di determinazione delle sanzioni in esso stabiliti”, e va “applicata al sistema delle sanzioni tributarie” dall’Agenzia delle entrate o in sede contenziosa, anche a prescindere da una formale istanza di parte.

RIFORMA FISCALE 2023

Giorgia Meloni, illustra le linee guida della riforma fiscale 2023, afferma che la sfida più grande è quella di combattere l’evasione fiscale prima che questa si realizzi e per farlo è necessaria una rivoluzione del rapporto che il contribuente ha con il Fisco.

Il primo obiettivo da realizzare è quello delle tre aliquote Irpef e della flat tax.

Non solo gli scaglioni e le aliquote ma tutto il meccanismo di tassazione del reddito sarà rivisto per raggiungere l’equità orizzontale impositiva.

Importanti novità, anche sull’Iva con una revisione totale dell’imposta. I criteri con cui ora è applicata non sono perfettamente aderenti alla normativa dell’UE, pertanto si vogliono prevedere norme diverse di esenzione, e una razionalizzazione delle aliquote da applicare sui “carrelli della spesa”.

Si punterà, ancora di più su strumenti che vadano a favorire l’adempimento degli oneri in modo spontaneo, ovvero si darà modo al contribuente di sanare la propria posizione per fare in modo, appunto, di prevenire la cartella.

I pilastri della riforma sono stati già annunciati e saranno 4, riguarderanno i principi generali, la revisione delle imposte, i procedimenti e i Testi unici da accorpare.

Si dovrebbe confermare il sistema duale, già messo in pratica nella distinzione tra:

  • redditi da investimento in capitale e immobili per cui è prevista imposta proporzionale:
  • redditi da lavoro per cui è prevista imposta progressiva.

Le aliquote Irpef, proprio per il reddito da lavoro, potrebbero cambiare e scalare dalle attuali 4 a 3. 

L’obiettivo del Governo, rimane la flat tax al 15% da estendere, oltre che ai lavoratori autonomi che già ne beneficiano, anche ai subordinati con reddito fino a 85.000 euro.

Nella riforma fiscale, rientrerebbe anche il quoziente familiare, un meccanismo che determina le aliquote dell’imposta sul reddito personale, su quello del numero dei componenti del nucleo e sulla condizione dei membri.

LA RIFORMA FISCALE CAMBIA GLI STIPENDI

Via libera da parte del Consiglio dei ministri al disegno di legge delega per la riforma del fisco. Una riforma che Giorgia Meloni definisce rivoluzionaria, con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese.

 Governo punta ad ottenere la totale approvazione dal Parlamento prima della pausa estiva a ridosso di Ferragosto.

L’obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale anche per dare stimolo ad una ripresa economica e sociale in arrivo grazie anche ai fondi del Pnrr.

Ci sono due opzioni: la prima prevede l’accorpamento delle aliquote centrali al 27% lasciando la più bassa al 23% per redditi fino a 15.000 euro. La seconda opzione prevede l’innalzamento della fascia al 23% da 15 a 28mila euro per salire poi al 33% per i redditi fino a 50mila euro e mantenere quella al 43% per redditi superiori.

L’obiettivo però è arrivare ad una flat tax per tutti entro i 5 anni.

Tra le altre novità, anche il taglio dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, che dall’attuale 24% potrebbe essere ridotta al 15%, a condizione che le imprese impieghino una parte o tutto il reddito in investimenti e nuove assunzioni.

Pertanto si punta anche ad inserire un’aliquota zero per l’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta e latte.

Novità anche nella lotta all’evasione fiscale cercando di incentivare l’adempimento spontaneo, si paga quanto pattuito in cambio dello stop ad accertamenti e sanzioni per 2 anni.