Sharenting è un neologismo usato per descrivere la pubblicazione di foto, video e altri contenuti a tema figli/e da parte dei genitori.
Oltre agli effetti psicologici – secondo uno studio britannico il 71,3% degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni non sente rispettato il proprio consenso allo stare online in foto e video pubblicati dai loro genitori – la componente più rischiosa della condivisione di materiale simile è l’esposizione a intenzioni malevole.
Non si può negare ai genitori di condividere i momenti di vita con i propri figli, ma esistono dei modi per farlo in maniera sicura.
In breve, ecco i consigli del Garante della privacy:
- rendere irriconoscibile il viso del minore (ad esempio, utilizzando programmi di grafica per pixellare i volti, disponibili anche gratuitamente online)
- coprire semplicemente i volti con una faccina, cioè emoticon;
- limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che si conoscono o che siano affidabili e non le condividano senza permesso nel caso di invio su programma di messagistica istantanea;
- evitare la creazione di un account social dedicato al minore;
- leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo le fotografie.
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