Archivio mensile Febbraio 13, 2023

AGRICOLTURA, CONTRIBUTI INPS 2023

L’Inps ha comunicato con la circolare 18 del 10 febbraio le aliquote contributive 2023 previste per gli operai a tempo indeterminato e determinato dipendente da aziende   e cooperative agricole.

Pertanto per l’anno 2023, l’aliquota contributiva di tale settore è fissata nella misura complessiva del 29,90%, di cui l’8,84% a carico del lavoratore.

Per le aziende agricole di trasformazione e manipolazione di prodotti agricoli e zootecnici invece   la misura complessiva del 32% cui si è aggiunto l’aumento di 0,30 punti percentuali, legge n. 296/2006, per cui l’aliquota complessiva resta fissata nella misura del 32,30%, di cui l’8,84% a carico del lavoratore.

A seguito delle modifiche della legge di Bilancio 2022, la tutela NASPI è stata estesa, anche agli operai agricoli a tempo indeterminato assunti come dipendenti dalle cooperative.

Di conseguenza le cooperative e loro consorzi del settore agricoltura sono tenute al versamento della contribuzione di finanziamento NASpi e non sono più assoggettati all’aliquota contributiva del 2,75% per la disoccupazione agricola.

PRECOMPILATA IVA 2023

Le Entrate, con un comunicato stampa del 10 febbraio, informano della partenza, della Precompilata IVA 2023, nuove semplificazioni fiscali arrivano anche per le Partite Iva. 

Ciò consentirà a 2,4 milioni di imprese e professionisti di visualizzare e scaricare il proprio modello con i dati relativi all’anno d’imposta 2022 inseriti direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Dal 15 febbraio sarà poi possibile modificarlo, ovvero:

  • modificare e integrare i quadri del modello, 
  • aggiungere i quadri che non sono precompilati,
  • inviare la dichiarazione,
  • effettuare il pagamento dell’imposta da versare con addebito diretto sul proprio conto, o in alternativa, stampare il modello F24 precompilato e procedere al pagamento con le modalità ordinarie. Si può procedere al pagamento dell’Iva a debito, scegliendo:
    • la data di versamento,
    • il numero delle rate in cui suddividere il pagamento, 
    • calcolare l’importo totale da versare (comprensivo di eventuale maggiorazione e interessi) e il dettaglio delle eventuali rate,
  • il nuovo servizio consente, eventualmente, di inviare una dichiarazione correttiva o una dichiarazione integrativa. 

Il servizio della precompilata IVA/2023 è disponibile nel portale “Fatture e corrispettivi” disponibile per le imprese e i lavoratori autonomi che rientrano nella platea definita dai provvedimenti dell’8 luglio 2021 e del 12 gennaio 2023.

CONTRIBUTO ESONERATIVO

Il collocamento obbligatorio ha l’obiettivo di favorire l’occupazione di lavoratori con determinati livelli di disabilità che, altrimenti, correrebbero il rischio di incontrare difficoltà di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.

La normativa impone alle aziende con almeno 15 dipendenti di avere in organico un numero di lavoratori con disabilità variabile in funzione degli occupati:

  • da 15 a 35 dipendenti, un’assunzione obbligatoria;
  • da 36 a 50 dipendenti, due assunzioni obbligatorie;
  • da 51 dipendenti in poi, assunzioni obbligatorie pari al 7% dei lavoratori occupati.

Il datore di lavoro con più di 35 dipendenti può chiedere l’esonero parziale dall’obbligo di assumere lavoratori disabili quando non è possibile adibire gli stessi a mansioni compatibili con le loro condizioni e capacità lavorative.

La misura percentuale massima di esonero è pari al 60% della quota di riserva (80% per le realtà operanti nei settori sicurezza, vigilanza e trasporto privato).

La richiesta di esonero dev’essere presentata al servizio per il collocamento dei disabili della zona in cui insiste la sede legale dell’azienda.

Il medesimo criterio dev’essere rispettato anche nelle ipotesi in cui la procedura interessi unità produttive dislocate su più territori.

Nella domanda è necessario riportare:

  • gli elementi identificativi del datore di lavoro;
  • il numero di dipendenti per ciascuna unità produttiva per la quale si richiede l’esonero;
  • le caratteristiche dell’attività svolta, descrivendo le lavorazioni che hanno natura tale da rendere difficoltoso l’inserimento del personale disabile;
  • la consistenza di un eventuale lavoro esterno o articolato su turni.

Contemporaneamente alla presentazione della domanda, il datore di lavoro è tenuto a versare al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili un contributo esonerativo per ciascuna unità non assunta, pari a 39,21 euro dal 1° gennaio.

Il contributo dev’essere versato per ogni disabile non occupato e per tutti i giorni lavorativi:

  • 5 giorni in caso di settimana corta;
  • 6 giorni per settimana, se il sabato è considerato lavorativo.

Se l’azienda omette di versare il contributo esonerativo o lo versa in parte, il Servizio competente diffida il datore di lavoro assegnando un termine per l’adempimento.

Trascorso inutilmente il termine, l’Ispettorato territoriale del lavoro dispone il pagamento del contributo maggiorato a titolo di sanzione amministrativa.

RIDUZIONE CONTRIBUTI INPS FORFETTARI 2023

In vista della scadenza per la riduzione dei contributi INPS 2023 per i forfettari, prevista per il 28 febbraio prossimo, l’ANC chiede di eliminare il vincolo della possibilità di accedere al regime agevolato una sola volta nell’arco della vita professionale del lavoratore.

La richiesta è motivata dalla volontà di eliminare una anomalia, la situazione di chi esce per il superamento del fatturato in un anno e non può rientrare nel rispetto dei requisiti l’anno successivo.

La riduzione del 35% dei contributi dovuti da artigiani e commercianti, titolari di partita IVA, che applicano il regime forfettario deve essere inviata presentando domanda con modalità telematica all’INPS.

Per beneficiare dell’agevolazione non è necessario presentare domanda ogni anno: deve presentare la domanda chi ha intrapreso una nuova attività.

I requisiti per aderire all’aliquota agevolata ridotta del 35%, ovvero la possibilità di richiedere la riduzione contributi 2023, spetta ai soggetti sulla base di quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2015 dal comma 76 dell’articolo 1.

I titolari di partita IVA nel regime forfettario devono rispettare i seguenti requisiti:

  • svolgere attività d’impresa;
  • avere l’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS artigiani e commercianti.

Non possono accedere all’agevolazione i soggetti con obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS professionisti senza cassa.

BOLLO AUTO

Se paghi il bollo auto con oltre due anni di ritardo rispetto alla scadenza, dovrai versare soltanto delle sanzioni pari al 30% dell’importo originario più gli interessi.

Ma che succede se non paghi affatto? In tali casi:

  • riceverai prima l’avviso di accertamento da parte della Regione o dell’Agenzia delle Entrate che ti intimerà di pagare l’imposta più le sanzioni del 30% e gli interessi. Come anticipato, se quest’atto arriva dopo tre anni, non sei tenuto a pagare essendo intervenuta la prescrizione;
  • dopo, riceverai la cartella esattoriale da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione o della società privata di cui si vale la tua Regione per la riscossione delle entrate;
  • entro 60 giorni dalla notifica della cartella puoi fare ricorso o comunque chiedere una dilazione di pagamento;
  • se non paghi entro 60 giorni la cartella diventa definitiva e l’Esattore può procedere a iscrivere fermo amministrativo su una delle tue auto oppure a pignorarti i beni come il conto corrente, il quinto della pensione o dello stipendio. Non potrà però pignorarti la casa (misura per la quale è richiesto un debito di almeno 120mila euro) o ipotecarla (misura per la quale è richiesto un debito di almeno 20mila euro). 

NOVITA’ DEL MILLEPROROGHE

Prepensionamenti più ampi fino al 2026, più tempo per chiedere i mutui agevolati per i giovani, medici di famiglia in pensione a 72 anni: sono queste alcune delle novità del decreto Milleproroghe.

Pensione a 72 anni invece che a 70, per i medici di famiglia, questa possibilità non varrà per altri medici.

Lo stesso emendamento proroga la possibilità di riconoscere nel monte ore formativo dei tirocinanti anche la sostituzione dei medici di base e l’attività nei pronto soccorso.

Per i prepensionamenti: fino al 2026 saranno possibili accordi per effettuarli con il pagamento della pensione da parte del datore di lavoro quando siano stati raggiunti i requisiti minimi nell’arco di sette anni dalla cessazione del rapporto di lavoro. 

Un’altra proroga, fino al 31 dicembre del 2024, riguarda la possibilità di inviare la ricetta elettronica via mail. L’emendamento è già stato approvato in commissione. Inoltre è stato approvato anche un emendamento che destina 20 milioni di euro in più al Piano oncologico nazionale.

Nelle Regioni in cui sono previste elezioni ci sarà più tempo per decidere se aumentare l’addizionale Irpef, che potrebbe salire dallo 0,50% all’1%. Il termine era fissato al 31 dicembre dell’anno precedente a quello dell’applicazione dell’addizionale e ora viene spostato al 31 marzo per l’anno di imposta 2023.

Tempi più estesi per richiedere i mutui agevolati destinati ai più giovani, un emendamento, riformulato dal governo, che prevede una proroga spostando l’attuale scadenza del 31 marzo al 30 giugno del 2023: entro questo termine è necessario presentare la domanda per ottenere le garanzie potenziate per i mutui sulla prima casa.

BONUS DISABILI, GUIDA AGGIORNATA DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Nello specifico, esistono quattro differenti tipologie di bonus legate ai veicoli acquistati in condizione di disabilità:

  • Detrazione IRPEF del 19%: le persone che acquistano un veicolo per disabilità possono beneficiare del 19% della spesa sostenuta dalla loro dichiarazione dei redditi.
  • IVA agevolata al 4%: l’acquisto di un veicolo per disabilità è soggetto a un’IVA agevolata del 4% rispetto all’aliquota standard.
  • Esenzione dal bollo auto: i veicoli acquistati per disabilità sono esenti dal pagamento del bollo auto.
  • Esenzione dall’imposta di trascrizione: i passaggi di proprietà dei veicoli acquistati per disabilità sono esenti dall’imposta di trascrizione.

I bonus disabili legati al possesso di un veicolo sono disponibili per: chi è non vedente o sordo; per i disabili psichici; per coloro che sono affetti da difficoltà motorie che limitano la deambulazione.

Ed è importante tener conto che queste agevolazioni sono destinate solo ai veicoli acquistati per uso personale e non possono essere utilizzate per scopi commerciali o lavorativi.

I disabili possono accedere anche una serie di misure che riguarda le spese sanitarie, o per coloro che devono comprare ausili tecnici e informatici. Nello specifico, possono essere acquistati contando su una detrazione IRPEF, che ammonta al 19% di quanto speso. Inoltre, l’IVA applicabile su questi acquisti è ridotta al 4%.

Tra i dispositivi che possono contare su un’Imposta sul Valore Aggiunto ridotta, contiamo inoltre:

  • carrozzine
  • sollevatori
  • servo-scala
  • altri ausili della medesima tipologia.

Infine, la detrazione del 19% della spesa è concessa anche ai non vedenti che intendono acquistare un cane che li aiuti negli spostamenti.

CEDOLARE SECCA

La cedolare secca è un’imposta che si applica in misura fissa, con una percentuale prestabilita sull’ammontare dei canoni di affitto percepiti nell’anno d’imposta considerato.

L’aliquota è pari al 21%, tranne che nel caso delle locazioni a canone concordato nei Comuni ad alta tensione abitativa, per le quali scende al 10%.

Di conseguenza, la scelta della cedolare secca è particolarmente vantaggiosa per i proprietari di immobili che dispongono di altre fonti di reddito, per importi consistenti, che li porterebbero negli scaglioni a tassazione più elevata. Infatti senza la cedolare secca l’Irpef si applicherebbe sul totale dei redditi percepiti nell’anno d’imposta considerato, comprendendo anche i proventi delle locazioni, che invece grazie ad essa rimangono esclusi dal reddito complessivo e vengono tassati in via separata alle aliquote più favorevoli: così questa quota di reddito non si somma con gli altri.

La cedolare secca non conviene a chi ha esclusivamente, redditi derivanti da contratti di locazione di immobili, e non da altre fonti, e complessivamente si attesta negli scaglioni Irpef inferiori, per i quali il divario è minore: ad esempio, fino a 28mila euro la tassazione massima ordinaria è del 25%, solo 4 punti percentuali in più rispetto alla cedolare secca, e la differenza può essere facilmente ammortizzata con quelle deduzioni e detrazioni che la cedolare secca non consente.

Inoltre, se i redditi totali del proprietario locatore sono inferiori a 8.174 euro annui (limite che sale a 8.500 euro per i pensionati e scende a 5.500 per i lavoratori autonomi) la cedolare secca non conviene affatto, perché si rientra già in partenza nella cosiddetta no tax area che rende l’Irpef pari a zero.

Non bisogna dimenticare che la cedolare secca preclude la possibilità di applicare gli aggiornamenti Istat: ciò significa che il canone rimarrà fisso per tutta la durata del contratto, senza gli adeguamenti periodici al progressivo aumento del costo della vita. 

BUSTA PAGA FEBBRAIO 2023

Per tutti i lavoratori, del settore pubblico quanto per il privato, a febbraio +è previsto lo sgravio contributivo, potenziato dall’ultima legge di Bilancio, con la quale il governo Meloni ha disposto un nuovo taglio al cuneo fiscale così da aumentare, a parità di lordo, lo stipendio netto che entra nelle tasche del lavoratore.

Nel dettaglio, chi ha uno stipendio d’imponibile lordo previdenziale inferiore alle seguenti cifre, spetta una decurtazione percentuale della quota di contributi che il lavoratore avrebbe dovuto versare all’Inps, solitamente pari al 9,19% (8,80% per i dipendenti pubblici):

  • -3% per chi ha uno stipendio inferiore a 1.923 euro;
  • -2% per chi ha uno stipendio superiore alla suddetta soglia ma comunque inferiore a 2.692 euro.

A tal proposito, la circolare n. 7 del 24 gennaio 2023 dell’Inps ha fornito ai datori di lavoro le istruzioni per applicare i suddetti sgravi già con le prossime buste paga. Laddove il datore di lavoro, ad esempio perché ha già elaborato il cedolino, non ci riuscisse, potrà sanare la situazione con la busta paga di febbraio, dove dovrà essere riconosciuto anche l’arretrato per il mese precedente.

Capitolo a parte per il personale delle Forze armate e di polizia che a febbraio riceveranno un bonus busta paga nel caso in cui:

  • nell’anno 2021 abbiano percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.974 euro;
  • sono in costanza di servizio alla data del 1° gennaio 2022.

Il cosiddetto bonus defiscalizzazione, introdotto per tutelare i redditi più bassi dall’addio al trattamento integrativo, che riduce l’imposta lorda dovuta sul trattamento economico accessorio, comprensivo dell’indennità di natura fissa e continuativa, corrisposto nell’anno 2022: un’operazione da cui ne può risultare un rimborso fino a 491 euro.

NASPI FEBBRAIO 2023

Molti dovrebbero ricevere l’indennità di disoccupazione entro la metà del mese, ovvero, a partire da mercoledì 8 febbraio.

I pagamenti sono infatti così definiti:

  • dal 16 al 30 del mese se la decorrenza cade in questo periodo.
  • una quota pagata dal giorno di decorrenza al 15 del mese se la Naspi decorre tra il 1° e il 15;
  • una seconda quota dal 16 al 30 del mese.

Potrebbero, non ricevere il pagamento di febbraio, in quanto sospeso, i titolari dell’indennità di disoccupazione e lavoratori autonomi che non hanno comunicato il reddito presunto all’Inps entro il 31 gennaio tramite il modello Naspi-Com.

I titolari della Naspi dovrebbero ricevere anche il bonus 150 euro, l’indennità una tantum introdotta dal decreto Aiuti ter del governo Draghi, ma lo riceveranno solo coloro che sono stati titolari della Naspi nel mese di novembre 2022. 

Per controllare le date di pagamento Naspi febbraio 2023 in autonomia i beneficiari della Naspi devono accedere all’area riservata “MyInps” e più nello specifico al Fascicolo previdenziale del cittadino.