La rivalutazione ISTAT, legata all’aumento dell’inflazione e dei prezzi ha influito il canone di affitto.
Ma attenzione, non tutti i canoni di affitto sono adeguabili alla rivalutazione.
Deve essere espressamente riportata nel contratto una clausola che prevede l’adeguamento del canone alle variazioni rilevate dall’ISTAT.
Va ricordato, inoltre, che i contratti di affitto per i quali è applicata la cedolare secca sono esenti dalla rivalutazione annuale e rimarranno a prezzo bloccato per l’intera durata.
In data 17 gennaio 2023 l’ISTAT ha pubblicato l’indice dei prezzi al consumo per le rivalutazioni monetarie sui dati di dicembre 2022. L’indice FOI indica una variazione annua pari all’11,3%. Per aggiornare il canone di affitto è necessario prendere a riferimento, l’indice ISTAT FOI del mese che precede la scadenza del contratto.
In merito all’aumento al contratto di locazione è prevista una rivalutazione al 100% per i contratti di affitto che hanno una formula 4 anni + 4 anni (4+4) e del 75% nel caso di contratti di locazione commerciale (che di solito sono 6 + 6).
Per calcolare l’adeguamento dell’importo da pagare, è necessario moltiplicare il canone d’affitto annuo per l’indice ISTAT e poi moltiplicare il tutto per la percentuale di rivalutazione prevista. In questo modo si ottiene l’importo annuo rivalutato che poi andrà diviso per 12 in modo da ottenere la locazione mensile da pagare.
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