AFFITTI BREVI 2023

AFFITTI BREVI 2023

Con il 2023, tra le varie novità, arriveranno anche delle modifiche alle regole degli affitti brevi per stanze e immobili.

In particolare, queste variazioni riguardano gli affitti non superiori ai 30 giorni contrattuali.

Le modifiche sono state necessarie per tenere il passo con l’aumento di affitti di breve durata, in particolare nel settore turistico.

La comunicazione dei nuovi dati richiesti, non è dovuta esclusivamente da parte dei singoli. L’obbligo si estende anche a tutti quei contratti di affitto brevi sottoscritti con il supporto di un intermediario immobiliare.

Questo, nello specifico, include anche chi si appoggia ai gestori di portali telematici per gli affitti di breve durata come coloro che utilizzano portali telematici che mettono in contatto i proprietari degli immobili con le persone che cercano periodi di affitti brevi, come nel caso di Airbnb.

La comunicazione dell’Agenzia delle Entrate richiede la condivisione di:

  • nome e il cognome del locatore;
  • codice fiscale del locatore;
  • durata del contratto in questione;
  • indirizzo dell’immobile locato;
  • anno di riferimento del contratto;
  • importo lordo del corrispettivo;
  • dati relativi all’immobile locato.

I dati devono essere inviati in modalità telematica tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di stipula del contratto.

Le motivazioni, attestate dall’Agenzia delle Entrate, dietro la scelta di richiedere delle informazioni aggiuntive, sono principalmente due:

  • la necessità di individuare, tramite i dati aggiuntivi, con precisione maggiore sia le caratteristiche del contratto, sia quelle del periodo di locazione;
  • il bisogno di identificare l’immobile nel caso di più contratti relativi a uno stesso proprietario.

In caso la comunicazione dei dati richiesti risulti omessa, infedele, o incompleta, allora si dovrà pagare una sanzione amministrativa di tipo pecuniario.

La sanzione in questione parte da una base di 500 euro fino a un massimo di 2.500 euro. Si avrà comunque la possibilità di ridurla della metà, nel caso in cui venissero trasmessi i dati mancanti o errati entro, al massimo, i 15 giorni successivi alla scadenza dell’invio.

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