Archivio mensile Gennaio 30, 2023

TREGUA FISCALE

Alcuni dei chiarimenti contenuti nella circolare n. 2 dell’agenzia delle entrate diffusa nella serata di ieri e che illustra i cento commi delle sanatorie comprese nel pacchetto della tregua fiscale previsto dalla legge n. 197/2022.

Liti pendenti, un chiarimento atteso era quello sulla possibilità o meno di ricomprendere nella definizione gli atti di riscossione, si ribadisce che la condizione necessaria è quella di aver proposto ricorso entro il 1 gennaio 2023 senza che sia necessaria la costituzione in giudizio. Tale adempimento, laddove avvenuto, inciderà sulla identificazione del valore della controversia.

Ravvedimento speciale, viene confermato, in primis, che le dichiarazioni presentate entro la scadenza di 90 giorni dal termine ordinario, sono valide e dunque possono validamente innescare il ravvedimento speciale. Sugli omessi versamenti, invece, l’agenzia assume una linea rigorosa, non comprendendo nel ravvedimento tutte le violazioni rilevabili ai sensi dell’articolo 36 bis del dpr n. 600 del 1973 e dell’articolo 54 bis del dpr n. 633 del 1972.

Potrà essere effettuata la compensazione con crediti a disposizione e viene affermato che non saranno adottati provvedimenti attuativi fermo restando che viene preannunciata l’adozione di appositi codici tributo. 

Sanatoria irregolarità formali, un passaggio che riguarda la ricomprensione, nell’alveo delle violazioni sanabili, di quanto previsto dall’art. 6, comma 1 del dlgs 471/97 il che renderebbe possibile ricomprendere in tale violazione anche il tardivo invio della fattura elettronica laddove, evidentemente, tale violazione non abbia inciso sulla liquidazione o sul versamento del tributo.

Atti di accertamento, la circolare precisa che le adesioni che rientrano nella sanatoria fiscale sono quelle non perfezionatesi alla data del 1 gennaio 2023 con il pagamento delle somme dovute o della prima rata, fornendo indicazione sul fatto che laddove i contribuenti possano autoliquidare le somme dovute.

Rottamazione, è confermato che coloro che sono decaduti da precedenti rottamazioni possono rientrare nella sanatoria, dunque, laddove la rottamazione precedente sia valida e non decaduta, e dovrà seguire le regole e le scadenze vigenti.

STRALCIO CARTELLE IMU, TARI E TASSE LOCALI

Le cartelle esattoriali delle tasse locali, come Imu e Tari, anche se inferiore ai 1.000 euro potrebbero non rientrare nello stralcio previsto dalla Legge di Bilancio. 

Questo perché la normativa lascia ampia autonomia ai Comuni di decidere se aderire o meno allo stralcio delle cartelle riguardanti le tasse locali con apposita delibera entro il 31 gennaio 2023.

Comuni che hanno deciso e deliberato di non aderire:

  • Comune di Roma,
  • Comune di Milano
  • Comune di Firenze;
  • Comune di Piacenza;
  • Comune di Bologna;
  • Comune di Bari;
  • Comune di Palermo, per motivi di equità tributaria;
  • Comune di Terni;
  • Comune di Verona.

Comuni che hanno deciso di aderire allo stralcio parziale delle cartelle:

  • Comune di Acerra;
  • Comune di Arezzo;
  • Comune di Lecce;
  • Comune di Lucca;
  • Comune di Messina, per venire incontro ai contribuenti nel difficile momento socio-economico;
  • Comune di Mesagne (provincia di Brindisi);
  • Comune di Pistoia.

Se i Comuni non intendono aderire allo stralcio dovranno emettere apposita delibera entro la data indicata. In mancanza di delibera sarà applicato lo stralcio di interessi e sanzioni e resterà da pagare solo il debito con l’amministrazione.

ROTTAMAZIONE QUATER CARTELLE 2023

Tutto pronto per la nuova rottamazione delle cartelle prevista dalla tregua fiscale introdotta dalla legge di Bilancio 2023.

La tregua fiscale stabilita dalla legge finanziaria riguarda:

  • la definizione agevolata dei carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022;
  • lo stralcio dei debiti di importo residuo fino a mille euro, affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Inclusi quelli:

  • contenuti in cartelle non ancora notificate;
  • interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione;
  • già oggetto di una precedente “Rottamazione” anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una delle rate del relativo precedente piano di pagamento.

Non rientrano nella rottamazione quater:

  • i carichi affidati all’Agente della riscossione prima del 1° gennaio 2000 e dopo il 30 giugno 2022;
  • i carichi relativi a:
  • somme dovute a titolo di recupero degli aiuti di Stato;
  • crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti;
  • multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  • “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e l’Imposta sul Valore Aggiunto riscossa all’importazione;
  • le somme affidate dagli enti della fiscalità locale e/o territoriale per la riscossione a mezzo avvisi di pagamento.
  • i carichi affidati dalle casse/enti previdenziali di diritto privato che non hanno provveduto, entro il 31 gennaio 2023, all’adozione di uno specifico provvedimento volto a ricomprendere gli stessi carichi nell’ambito applicativo della misura agevolativa.

La domanda di adesione alla definizione agevolata va presentata esclusivamente online usando il servizio disponibile direttamente nell’area pubblica del sito internet, nella sezione “Definizione agevolata” si deve compilare l’apposito form:

  • inserendo i numeri identificativi delle cartelle/avvisi che si vogliono includere nella domanda di adesione;
  • specificando il numero delle rate in cui si intende suddividere l’importo dovuto;
  • il domicilio al quale verrà inviata entro il mese di giugno la comunicazione delle somme dovute.

Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione spiegano che il contribuente può presentare diverse domande di adesione alla definizione agevolata, in tempi diversi e sempre con le stesse modalità. Rimane tassativa la scadenza del 30 aprile entro cui inviare la domanda.

Ci sono due modi per pagare gli importi, che seguono due calendari diversi. La prima opzione prevede il pagamento di quanto dovuto in un’unica soluzione, entro e non oltre il 31 luglio 2023. L’alternativa è pagare a rate. Il numero massimo di rate in cui si può dilazione l’importo è 18, di conseguenza il pagamento si perfeziona in 5 anni. 

La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute, le restanti rate invece di pari importo.

Chi sceglie il pagamento rateizzato si vedrà applicare anche il tasso degli interessi annuo del 2% a partire dal 1° agosto 2023, e per decadere dalla definizione agevolata basta non pagare anche solo una rata, o pagarla con un ritardo superiore a 5 giorni, in tal caso, i pagamenti effettuati verranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

I DIRITTI DEL PAZIENTE (Risonanza magnetica)

Il paziente che deve sottoporsi a un determinato esame diagnostico ha alcuni diritti che possono agevolare l’iter da affrontare e che quindi è opportuno conoscere.

Se la risonanza è urgente, il medico che la prescrive, nel farlo, appone sull’impegnativa il cd. bollino verde. Si parla, in tali casi, di urgenza differibile, che dà diritto al paziente ad eseguire l’esame entro 72 ore dalla richiesta purché provveda di persona, e non telematicamente, a prenotare la risonanza entro 48 ore da quando gli è rilasciata l’impegnativa. Ogni medico di famiglia ha a disposizione solo 10 bollini per 100 assistiti e che, quindi, li dovrà dosare e utilizzare solo in caso di effettiva necessità.

Nel caso in cui l’impegnativa per fare la risonanza non sia contrassegnata dal bollino verde emerge il controverso problema dei tempi di attesa, i pazienti a tal proposito devono sapere che l’ordinamento italiano fissa un limite ben preciso per le risonanze magnetiche: quello di 60 giorni dalla prenotazione.

Se tale termine non è rispettato, il cittadino ha diritto ad ottenere la prestazione privatamente, in intramoenia, senza pagare alcun costo.

A tal fine è necessario fare espressa istanza al direttore generale dell’azienda sanitaria, il cittadino deve avere particolare cura di inserire tutti i dati necessari. oltre ai propri riferimenti anagrafici, dovrà sottolineare che gli è stata prescritta la risonanza magnetica ma che il CUP gli ha comunicato che la prenotazione non sarà possibile prima di una determinata data (da specificare), in dispregio del limite massimo di 60 giorni, proseguendo con la precisazione, che, ai sensi dell’articolo 3, comma 13, l. n. 124/1998, la risonanza venga resa in regime di attività libero-professionale intramoenia.

Pertanto a quanto previsto dalla disposizione, il costo della prestazione è: “a carico dell’azienda unita’ sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unita’ sanitaria locale nel cui ambito e’ richiesta la prestazione,  in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti, fino all’entrata in vigore delle discipline regionali di cui al comma 12, qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato dal direttore generale ai sensi dei commi 10 e 11.”

 Importante ricordare che in alcuni casi il paziente ha diritto ad essere esonerato dal pagamento del ticket sanitario per la risonanza magnetica (così come per altri esami o visite) in particolare se si è in presenza di determinate malattie rare, croniche o gravi, o se ci si trova al di sotto di specifici limiti di reddito.

GAS E LUCE, IL PIANO MATTEI DEL GOVERNO MELONI 

Con la sua visita in Algeria, Meloni ha avviato il Piano Mattei, per rendere l’Italia sempre più indipendente dal gas russo e trasformare il Paese in un hub energetico del Mediterraneo. 

L’obiettivo è abbassare i prezzi in bolletta, dopo continui aumenti estenuanti di gas e luce per i cittadini italiani.

Meloni ha in mente quindi un piano strutturato che segue le orme del governo Draghi.

I primi mattoncini di questo piano sono stati messi con le cinque intese firmate durante la visita ufficiale della presidente Meloni ad Algeri: la dichiarazione congiunta per rafforzare le relazioni fra i due Paesi, ma soprattutto i quattro accordi privati, tra cui i due fra Eni e Sonatrach, su idrogeno e riduzione dei gas serra.

Alla fine quello che si dovrebbe creare è un’Italia ponte tra un Mediterraneo ricco di fonti di energia e un nord Europa che ha bisogno di gas e idrogeno in maniera stabile e a prezzi bassi.

 Per rendere il piano efficiente l’Italia deve prima risolvere “il collo di bottiglia” nei gasdotti che sono sul nostro territorio, la “strettoia” dei gasdotti attraverso la dorsale adriatica, tra Campania, Abruzzo e Molise, consente infatti il passaggio al massimo di 126 milioni di metri cubi al giorno di metano. Snam ha lanciato un apposito piano di espansione, ma si attende ancora l’ok di Arera.

Meloni pensa a nuovi rigassificatori al Sud, andando contro eventuali proteste dei sindaci.

Se si risolveranno questi problemi e si procederà con nuove infrastrutture l’Italia azzererà le forniture dalla Russia.

Così si passera dai 21 miliardi di metri cubi di gas garantiti dall’Algeria nel 2021 a 28 entro due anni.

MEGLIO ROTTAMAZIONE O STRALCIO?

L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha pubblicato le Faq relative alla nuova rottamazione delle cartelle.

Ci sono importanti novità per chi ha debiti iscritti a ruolo sotto i mille euro.

 L’AdeR specifica che la legge di Bilancio 2023 non preclude la possibilità di accedere alla rottamazione quater anche per debiti già ricompresi in precedenti rottamazioni. In tal caso, continua la Riscossione, la “Comunicazione” che l’Agenzia invierà entro il 30 giugno 2023 terrà già conto degli importi che verranno nel frattempo annullati per effetto dello “Stralcio” dei debiti fino a mille euro che sarà effettuato il 31 marzo 2023.

Per cui il contribuente con debiti sotto i mille euro può presentare domanda di accesso alla rottamazione quater, ed evitare di pagare la prossima rata in scadenza il 28 febbraio 2023.

La tregua fiscale della legge di Bilancio 2023 delimita lo stralcio delle cartelle alla data del 31 marzo 2023 dei singoli debiti affidati all’Agente della Riscossione dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, di importo residuo fino a mille euro.

La norma stabilisce che, per gli enti creditori, agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, lo stralcio:

  • riguarda esclusivamente le sanzioni e gli interessi, compresi gli interessi di mora.
  • per quanto riguarda le sanzioni per violazioni del Codice della strada e le altre sanzioni amministrative, lo stralcio si applica limitatamente agli interessi, comunque denominati, e non annulla le sanzioni e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.

Rientrano nella definizione agevolata tutti i carichi affidati all’AdeR nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 inclusi quelli:

  • contenuti in cartelle non ancora notificate;
  • interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione;
  • già oggetto di una precedente rottamazione anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una delle rate del relativo precedente piano di pagamento.

La scelta di applicare o meno lo stralcio delle cartelle spetta agli Enti, e quindi ai Comuni. Quelli che decidono di non applicare l’annullamento parziale devono comunicarlo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 31 gennaio 2023.

IL GOVERNO MELONI STA STUDIANDO LA RIFORMA FISCALE, COSA POTREBBE CAMBIARE?

Uno degli obiettivi dichiarati dal governo è quello di passare a un sistema Irpef a tre aliquote: al 23%, al 27% e al 43%.

Il governo Meloni vuole anche introdurre il quoziente familiare, basando la tassazione sul numero di figli. 

Tra le misure allo studio ci sono anche quelle riguardanti Irap e Ires, con la possibilità che l’Irap venga del tutto cancellata.

Altra ipotesi è quella di lavorare a una riforma dell’Iva e delle aliquote agevolate (quelle al 4%, 5% e 10%). 

La flat tax è stata estesa, agli autonomi con redditi fino a 85mila euro ed è stata introdotta anche quella incrementale, ma si punta, ad applicare la tassa piatta anche ai lavoratori dipendenti.

Si ipotizza che la flat tax al 15% venga inglobata nelle aliquote Irpef, a mo’ di primo scaglione per tutti i redditi.

2023 PRESCRIZIONE ASSEGNO DI MANTENIMENTO

L’assegno di mantenimento dovuto al coniuge e ai figli, va in prescrizione dopo 5 anni, per questo è importante richiedere le rate dovute entro tali tempistiche ed evitare di perdere gli arretrati.

Questo riguarda, le singole rate e non il diritto di avvalersi dell’assegno, che non è soggetto a scadenza. 

E’ sufficiente individuare il primo giorno di ritardo del pagamento, per individuare la data da cui iniziare a calcolare la prescrizione. 

E affinché la prescrizione possa decorrere, non devono esserci delle interruzioni.

Pertanto esiste, un determinato caso in cui la prescrizione dell’assegno di mantenimento dovuto ai figli decorre in 10 anni, ossia quello in cui è intervenuta una sentenza passata in giudicato.

L’articolo 2953 del Codice civile stabilisce, infatti, che quando esiste una sentenza definitiva riguardo a diritti per i quali la legge prevede una prescrizione inferiore a 10 anni, il termine di prescrizione deve essere decennale.  E riguardo al mantenimento dei figli, bisogna m ricordare che sono questi ultimi a dover avviare le azioni legali necessarie una volta diventati maggiorenni.

Per non rischiare di perdere gli arretrati la soluzione più semplice è senza dubbio quella di inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno, anche scritta senza assistenza di un legale, purché contenga il sollecito al pagamento e l’intenzione di adire le vie legali in caso di continua inadempienza.

Questo permette quindi di interrompere la prescrizione e di recuperare il tempo necessario per provvedere. In tal proposito, è necessario avviare una causa civile, per ottenere il pagamento del debito, attuabile tramite:

  • Esecuzione forzata.
  • Pignoramento di beni mobili e immobili.
  • Sequestro conservativo dei beni.
  • Ordine di pagamento.

È se il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento è volontario, quindi non dovuto a un’effettiva impossibilità, è possibile agire in sede penale e denunciare il reato.

La pena prevista, se viene confermato il dolo, corrisponde alla reclusione fino a 1 anno o alla multa fino a 1.032 euro.

I rimedi civili e penali sono comunque indipendenti l’uno dall’altro e cumulabili.

ROTTAMAZIONE CARTELLE 2023

L’articolo 46 della Legge di bilancio 2023 ha introdotto la definizione agevolata 2023 delle cartelle esattoriali. 

Si potranno saldare, quindi, queste cartelle esattoriali versando soltanto la quota capitale maturata a cui aggiungere i diritti di notifica e le spese procedurali.

La presentazione della domanda, potrà essere presentata entro il 30 aprile 2023 ed entro il 30 giugno l’Agenzia delle Entrate Riscossione comunicherà al contribuente l’importo del debito. 

 Per un calcolo di quello che potrebbe essere l’importo della prima rata, quella da pagare a luglio 2023, basta sommare tutti i debiti e calcolare il 10%.

Pertanto ognuno è a conoscenza dei debiti che ha accumulato e di quanto la rottamazione 2023 possa essere conveniente o meno.

Ma la prima e la seconda rata potrebbero essere davvero molto pesanti da sostenere, soprattutto per gli importi molto elevati che potrebbero comportare.

Il consiglio, può essere quello di iniziare a mettere via già da subito quello che potrebbe servire a raggiungere la somma in questione per arrivare preparati, almeno in parte, alla data del 31 luglio e, successivamente, a quella del 30 novembre. Superato questo scoglio la seguente rateazione non può che essere in discesa.

PRESCRIZIONE TARI 2023

La tassa sui rifiuti è un’imposta di tipo locale, ed ha tempi di prescrizione più brevi rispetto alle imposte statali, un termine di prescrizione pari a 5 anni. Il conteggio deve partire dal 1° gennaio dell’anno successivo all’anno in cui matura il tributo e bisogna effettuare il versamento.

In sostanza, il comune ha tempo per richiedere il pagamento entro il 31 dicembre del quinto anno. In tal proposito, bisogna considerare la data della raccomandata.

In particolare, dal 1° gennaio 2023 non è più dovuto il pagamento della tassa relativa all’anno 2017. Il comune potrebbe comunque inviare ancora un avviso di pagamento legittimo. Il debitore, infatti, non può limitarsi a non pagare, bensì deve impugnare la richiesta entro 60 giorni dal ricevimento.

Allo stesso tempo, prima di agire con il ricorso, è possibile anche presentare direttamente al comune un’istanza di autotutela per chiedere l’annullamento della richiesta di pagamento per via della prescrizione. 

Questo, tuttavia, è possibile soltanto se non è stata interrotta la prescrizione della Tari. Ogni richiesta di pagamento, infatti, fa ripartire il calcolo dei 5 anni dal giorno successivo al ricevimento.

La normativa prevista per la prescrizione della Tari si applica anche alla cartella di pagamento della Tari. In questo caso, il comune affida a un agente per la riscossione esattoriale il recupero coattivo dell’importo. Il primo passo è l’invio della cartella di pagamento che, va in prescrizione dopo 5 anni, contati questa volta dal giorno successivo al ricevimento.

Prima di arrivare alla riscossione coattiva, senza attendere i tempi di prescrizione, si può usufruire delle riduzioni Tari. Le riduzioni permettono di pagare di meno, ed è possibile richiedere una rateizzazione.

Quest’ultima è stata disciplinata dalla legge di bilancio 2020, che consente la ripartizione fino 72 rate mensili, purché il debitore sia in difficoltà oggettiva.