Archivio mensile Dicembre 15, 2022

REDDITO DI CITTADINANZA: CHI VIENE ESCLUSO DAL BONUS DEI 150 EURO 

Il Decreto Aiuti ter ha introdotto un nuovo sostegno per lavoratori dipendenti, pensionati, autonomi e altre categorie titolari di redditi non superiori a 20.000 euro.

Il bonus una tantum di 150 euro, pur con un limite reddituale più basso, viene erogato alle stesse categorie già beneficiarie dell’indennità di 200 euro relativa al mese di luglio.

Per quanto riguarda quelle famiglie che invece percepiscono il reddito di cittadinanza, il bonus è riconosciuto a patto che al loro interno non vi siano beneficiari dell’indennità una tantum a titolo di lavoratori, pensionati e le altre categorie individuate dal Decreto Aiuti ter.

Il bonus verrà erogato in automatico, senza necessità di fare domanda.

Anche il pagamento avverrà in automatico. Coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza troveranno quindi insieme alla rata mensile anche l’ulteriore quota di indennità una tantum.

La liquidazione sarà quindi contestuale a quella della quota mensile di reddito riconosciuta a novembre. Ne resterà quindi escluso chi per il mese previsto dal nuovo decreto non percepirà l’assegno, come coloro che hanno a novembre il mese di stop previsto dopo 18 mesi di pagamento.

La bozza del Decreto Aiuti ter, specifica che l’indennità

    “non è corrisposta ai nuclei in cui è presente almeno un beneficiario delle indennità di cui all’articolo 31, e di cui ai commi da 1 a 11 del presente articolo.”

L’Inps avrà il compito di effettuare verifiche aggiuntive per i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza, preventive all’erogazione del bonus di 150 euro.

COME TRASPORTARE ANIMALI IN AUTO SECONDO IL CODICE DELLA STRADA

Quando si viaggia in auto con un animale, che sia un cane o un gatto, la giurisprudenza prevede che si possano trasportare liberamente purché custoditi nell’apposita gabbia o contenitore, oppure nel vano posteriore diviso da una rete o simili.

All’interno del nostro Paese il mancato rispetto della normativa può portare a una multa che va dai €68,5 ai €275,10, con la decurtazione di 1 punto dalla patente di guida. L’articolo 169 del Codice della Strada consente di portare liberamente in auto un cane o un gatto o un numero superiore di animali, purché custoditi nell’apposita gabbia o contenitore, oppure nel vano posteriore diviso da una rete o simili.

Ci sono tre metodi per portare con sé il proprio amico a quattro zampe quando si viaggia in auto:

  • il trasportino,
  • la cintura di sicurezza per cani;
  • una rete divisoria rigida.

Il trasportino è un mezzo molto efficace, ma necessita comunque che il cane si abitui a rimanere chiuso in una struttura del genere. Esso, se ben fissato e della giusta misura, può aiutare in caso di incidente, evitando che il cane si faccia male o diventi un pericolo per chi sta guidando.

La cintura di sicurezza per cani è una particolare imbragatura che si attacca alla cintura di sicurezza e costituisce un grosso passo avanti sul fronte della sicurezza.

La rete è sicuramente il modo più facile per abituare l’animale domestico a stare in auto, poiché lo spazio è ben distinto.

Al di là delle normative e degli obblighi che rendano il viaggio sicuro per noi e per i nostri amici a quattro zampe, c’è da tener presente che il cucciolo va educato a viaggiare in auto: alcune volte sarebbe buona regola farlo salire in auto senza accendere il motore permettendogli così di entrare in confidenza col nuovo ambiente, per poi percorrere tratti brevi fino a quando il cucciolo percepirà l’auto confortevole come la cuccia di casa.

Infine, lasciare il finestrino aperto e lasciare che il cane tenga fuori il muso può provocare colpi di aria e fastidiose otiti, meglio lasciare solo uno spiraglio per il ricircolo dell’aria.

QUANDO NON SI PAGHERA’ PIU’ IL BOLLO AUTO?

Il bollo auto costituisce una di quelle tasse odiate da quasi tutti i guidatori di tutto il Paese. Probabilmente il motivo è dato dall’obbligo di versare la cifra al di la dell’effettivo utilizzo del mezzo, o per il periodo di crisi nera che attanaglia tantissime famiglie italiane in questo periodo storico così complicato.

Una buona notizia ce la da il nuovo Governo presieduto da Giorgia Meloni che ha emanato leggi precise  che entreranno in vigore a partire dal 1 Gennaio 2023. Una svolta che farà felici tantissimi automobilisti e motociclisti.

In molti infatti in questi ultimi anni hanno iniziato a non pagare più il bollo auto: ciò ha comportato un progressivo accumulo di arretrati che andrebbero saldati dai cittadini che non hanno regolarmente fatto i versamenti precedenti, i quali dovrebbero pagare anche penali aggiuntive.

L’esecutivo appena insediatosi a Palazzo Chigi ha deliberato in una direzione sorprendente e oltremodo favorevole ai cittadini, aprendo le porte alla speranza di un futuro non troppo lontano privo di spese ulteriori e aggravi finanziari sulle famiglie.

Sappiamo tutti che la tolleranza per effettuare in ritardo il saldo è di 30 gg, scaduti i quali si è fuori legge e si iniziano ad accumulare gli arretrati.

Sembrerebbe che dal 1 Gennaio 2023 potremo dire addio al pagamento dei bolli arretrati precedenti all’anno 2015. Essi infatti cadranno in prescrizione e non risulteranno più dovuti all’Agenzia delle Entrate, che entro il 31 gennaio 2023 metterà nel dimenticatoio tutto.

La decisione è contenuta nella Manovra di Bilancio di cui il Governo Meloni in queste settimane si è fatto acceso promulgatore. Tale Manovra andrà a eliminare tutti i debiti contratti dai cittadini con lo Stato nel periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022, a patto che essi siano inferiori ai 1.000 euro.

ISEE 2023: LE NUOVE SOGLIE

L’ISEE (l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un documento molto importante per quelle famiglie che vogliono accedere ad agevolazioni statali.

L’incertezza riguardo il futuro è un vero e proprio male pervasivo che sta facendo male alle famiglie italiane e le sta rendendo sempre più ansiose e sempre più agitate.

Il governo Meloni vuole appore importanti cambiamenti per quello che riguarda le soglie ISEE. La nuova legge di Bilancio ha come obiettivo quello di mettere dei paletti per capire chi può beneficiarne e chi no delle agevolazioni statali.

 Le famiglie ormai conoscono bene quali sono i limiti ISEE per i bonus che interessano loro ma dal 2023 chiaramente cambia tutto.

Una delle tante novità riguarda il limite dai 12.000 euro che passa ai 15 mila euro. Chi fa la dichiarazione dell’Isee deve avere anche intestati i contratti della fornitura elettrica e delle utenze idriche e del gas. Quindi sarà proprio chi chiede l’ISEE a dover avere intestati questi contratti di forniture altrimenti il bonus non si potrà avere.

Dunque la soglia aumenta a 15.000€ e quindi ci sono €3000 in più di soglia ISEE che potrebbero essere molto inclusivi per le famiglie. Inoltre a partire dal 2023, a chiunque abbia un ISEE entro i 15.000 euro verrà accordato automaticamente il bonus su luce e gas ma anche quello idrico che prima invece andava chiesto separatamente.

Come per il 2022, l’ISEE dal 2023 darà diritto ad avere non solo il bonus luce e gas ma anche quello idrico è tutto in maniera automatica. Ma anche i bonus per le malattie gravi e i bonus per chi necessita di collegamento a macchine elettromedicali può essere ottenuto addirittura a prescindere dall’Isee.

Infatti chi sia in un nucleo familiare nel quale ci sia un malato che ha bisogno di essere continuamente collegato a macchine elettromedicali può avere addirittura il bonus sociale sarebbe bollente senza limiti di reddito. Tuttavia per avere il bonus sociale senza limiti di reddito a causa di una malattia che costringe ad essere legati a macchine energivore c’è bisogno di una certificazione nel quale sia indicato il tipo di apparecchiatura ma anche la malattia, la data di montaggio e la data di messa in funzione. C’è anche bisogno del certificato medico che attesti la necessità di questo particolare macchinario.

LA DIFFERENZA TRA DIRITTO DI ABITAZIONE, USO E USUFRUTTO

È sempre bene conoscere le differenze che ci sono tra il diritto di abitazione, il diritto d’uso e l’usufrutto.

Quando si parla di diritto di abitazione si prende in considerazione quel diritto personale di godimento su una cosa altrui, grazie al quale il titolare dello stesso può abitare una casa limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia.

La legge italiana ha esteso questo diritto anche ad accessori e pertinenze della casa, come ad esempio box, verande, balconi, giardini, cantine, che sono parte della casa stessa.

È importante sapere che il diritto di abitazione deve essere stabilito dalle parti, le quali non possono però definirlo a tempo indeterminato, estinguendosi comunque alla morte del beneficiario e ritornando al proprietario la piena ed esclusiva proprietà.

Il titolare del diritto di abitazione può usare il bene solo per esigenze abitative, rispettandone la destinazione economica e restituendo l’immobile nel medesimo stato nel quale si trovava quando l’ha ricevuto.

Il titolare del diritto si deve fare carico della manutenzione ordinaria e del pagamento dell’IMU, anche sulle pertinenze.

La differenza legale tra diritto di abitazione e uso, entrambi diritti privati che non è possibile cedere e dare in locazione ad altri, si basa sull’utilizzo del bene.

Nel primo il titolare non può usare la casa per scopi diversi da quello abitativo e non gode di nessun diritto sui frutti dell’immobile, non potendo darlo in locazione ad altri oppure utilizzarlo come ufficio.

Ma qual è la differenza con l’usufrutto?

Si parte dal fatto che il diritto di abitazione non può essere pignorato, ceduto o dato in locazione.

Al contrario l’usufrutto può essere concesso a persone fisiche e giuridiche, mentre il diritto di abitazione solo alle persone fisiche.

Il diritto di abitazione si può concedere solamente su immobili ad uso abitativo mentre l’usufrutto su qualsiasi tipo di immobile. Inoltre il titolare dell’usufrutto può destinare il bene a scopi diversi, ad esempio locandolo e ottenendone un guadagno.

Il diritto di abitazione è differente anche dalla locazione, dato che, essendo un diritto su cosa altrui, viene trascritto nei registri immobiliari, mentre la locazione è un contratto stipulato tra il proprietario e chi riceve la casa in godimento (locatore e locatario). Infine la locazione, a differenza del diritto di abitazione, può essere ceduta a terzi, quindi un locatario può subaffittare la casa.

PROROGA AGEVOLAZIONE ACQUISTO PRIMA CASA AL 2023

La nuova manovra della legge di Bilancio 2023 prevede che ci sarà una proroga del bonus acquisto prima casa under 36 anche per il prossimo anno.

Ricordiamo che l’agenzia delle Entrate con un sintetico depliant fornisce un riepilogo di tutte le regole della agevolazione per sostenere l’autonomia abitativa giovanile. Nel pdf scaricabile qui viene specificato:

La Legge di Bilancio 2022 aveva già parlato di proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2022 per il bonus casa under 36.

Affinché il beneficio venga applicato è necessario che sussistano anche le condizioni previste per l’acquisto della “prima casa”, indicate dalla Nota II-bis all’articolo 1 della Tariffa, parte I, allegata al TUR, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131. 

Ricordiamo che possono beneficiare del bonus prima casa i giovani con meno di 36 anni  e con valore Isee non superiore 40.000 euro.

La bozza della legge di bilancio chiarisce che il nuovo bonus si applica anche alle pertinenze dell’immobile agevolato e che le imposte di registro, ipotecaria e catastale sono azzerate anche per gli atti soggetti a Iva.

Ma non solo: in caso di acquisto soggetto a Iva, viene riconosciuto anche un credito d’imposta pari all’imposta pagata per l’acquisto, che potrà essere utilizzato a sottrazione delle imposte dovute su atti, denunce e dichiarazioni dei redditi successivi alla data di acquisto o usato in compensazione tramite F24. 

Il bonus “Prima casa under 36”, prevede inoltre l’esenzione dall’imposta sostitutiva per i mutui erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo.

È bene sapere che, chi richiede le agevolazioni “under 36” senza avere i requisiti specifici ma ha comunque diritto alle agevolazioni “prima casa”, per gli atti soggetti a imposta di registro, subisce il recupero di tale imposta e delle imposte ipotecaria e catastale

Per quanto riguarda invece gli acquisti soggetti a Iva, oltre a dover pagare le imposte di registro, ipotecaria e catastale, deve restituire il credito d’imposta usufruito, se lo ha già utilizzato.

La bozza specifica che i contratti preliminari di compravendita non possono godere delle nuove agevolazioni in quanto la norma fa riferimento ai soli atti traslativi o costitutivi a titolo oneroso. 

Tuttavia, in presenza delle condizioni di legge, successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita, è possibile presentare formale istanza di rimborso per il recupero dell’imposta  versata.

A CHI VA NOTIFICATA L’IPOTECA IN CASO DI IMMOBILE IN COMPROPRIETA’?

Nel caso di un immobile in comproprietà con altri, può capitare che uno dei comproprietari possa avere una notifica di ipoteca da parte del creditore per stato di insolvenza senza che gli altri comproprietari ne siano a conoscenza.

I comproprietari potrebbero venire a conoscenza dell’ipoteca anche successivamente alla stipula dell’atto di vendita dell’immobile.

Ma l’ipoteca va notificata anche ai comproprietari non debitori?

Per prima cosa occorre capire se l’ipoteca, sia stata iscritta sull’immobile da una banca  o dall’Agenzia di Entrate Riscossione per i crediti dovuti a cartelle esattoriali.

Qualora il creditore sia rappresentato da un istituto bancario, la legge non prevede alcun obbligo di notifica di avvenuta iscrizione dell’ipoteca sull’immobile, agli altri comproprietari dello stesso.

Se invece, il creditore è l’Agenzia per la riscossione, la notifica nei 30 giorni antecedenti l’iscrizione dell’ipoteca sul bene immobile in comproprietà, va effettuata sia nei confronti del singolo debitore-comproprietario che di tutti gli altri comproprietari.

Per quanto concerne invece il pignoramento, quest’ultimo deve essere notificato si al debitore che agli altri comproprietari del medesimo immobile assunto a garanzia reale del credito vantato.

Questo vuol dire che la vendita all’asta del bene sarebbe illegittima se tutti i comproprietari non siano stati informati dell’avvio di esecuzione forzata.

A seguito dell’iscrizione di ipoteca sul bene oggetto di garanzia, reale, il creditore sarà legittimato a pignorare l’immobile integralmente ed a determinarne la vendita per intero tramite le procedure giudiziarie.

Una volta eseguita la vendita forzata, il ricavato della stessa sarà diviso tra il creditore procedente e gli altri comproprietari del bene, cui spetta una quota del prezzo corrispondente alla percentuale di partecipazione all’esercizio del diritto reale di proprietà sull’immobile oggetto di vendita forzata.

QUANDO E’ PREVISTA LA RIMOZIONE FORZATA E COME AVVIENE?

Il nostro Codice della strada prevede che gli agenti di polizia possano disporre la rimozione forzata dei veicoli all’interno delle strade e nei tratti di esse in cui con ordinanza l’ente proprietario della strada ha stabilito che la sosta del veicolo costituisce grave intralcio o pericolo per la circolazione stradale. Inoltre, la rimozione forzata avviene quando i veicoli sostano all’interno delle strade urbane a senso unico di marcia.

Ancora, la rimozione del veicolo è prevista quando sono vietati sia la fermata che la sosta  e quindi in corrispondenza o in prossimità dei passaggi a livello e sui binari di linee ferroviarie nelle gallerie, nei sottovia, sotto i sovrapassaggi, sui dossi e nelle curve e, anche in loro prossimità, in prossimità e in corrispondenza di segnali stradali verticali e semaforici così da occultarne la vista.

La giurisprudenza prevede che, quando un veicolo viene lasciato in sosta irregolare, la rimozione  è operata dagli organi di polizia che hanno accertato la violazione, i quali provvedono a che il veicolo sia trasportato e custodito in luoghi appositi.

Il mezzo rimosso, quindi, viene trasportato e custodito in un deposito comunale o convenzionato con il Comune nell’attesa che il proprietario provveda a recuperarlo.

È importante sapere che i veicoli destinati al trasporto delle persone invalide non possono essere oggetto di rimozione forzata. Tuttavia, possono essere spostati in una vicina area idonea.

Il proprietario del veicolo, per vederselo restituito, deve presentarsi nel luogo presso cui è in custodia il mezzo, munito di un documento di riconoscimento, della carta di circolazione e del certificato di assicurazione e abbia pagato le spese di intervento, rimozione e custodia.

Il prezzo da pagare per la rimozione del veicolo varia in base a diversi parametri, tra cui la tipologia del veicolo, la fascia oraria della rimozione e della restituzione, la durata della custodia. Dunque al conducente conviene recuperare l’automobile il prima possibile. Solitamene il costo rimozione forzata oscilla tra i 150 e i 200 euro (Iva esclusa). Bisogna aggiungere, a questo prezzo, quello relativo alla sanzione amministrativa pecuniaria ovvero la multa per sosta vietata.

Il proprietario del veicolo ha 60 giorni di tempo per provvedere al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria.

È importante sapere che il veicolo può essere ritirato anche da una persona diversa dal proprietario, purché provvisto di una delega e della documentazione richiesta.

Se il proprietario del mezzo non si  presenta presso l’ufficio o il comando da cui dipende l’organo che ha effettuato la rimozione, il veicolo può essere alienato (ossia venduto all’asta) oppure demolito.

La somma ricavata dalla vendita del veicolo viene utilizzata per coprire le spese di rimozione e custodia non corrisposte dal proprietario del mezzo; se il ricavato è superiore a tali spese, l’ammontare residuo viene restituito al soggetto che ne ha diritto.

RENDICONTO ANNUALE: QUANDO DEVE ESSERE PRESENTATO AL CONDOMINIO?

Il rendiconto annuale del condominio contiene le voci di entrata e di uscita riguardanti la situazione patrimoniale del condominio. 

Questo documento viene presentato dall’amministratore all’assemblea convocata appositamente per l’approvazione. Se si raggiunge la maggioranza dei condomini intervenuti all’assemblea, il rendiconto si considera approvato.  In questo caso la spesa rilevata  viene suddivisa tra tutti i condomini sulla base dei millesimi di proprietà.

Il rendiconto annuale del condominio va redatto dall’amministratore di condominio ogni anno e approvato entro 180 giorni dall’assemblea.

Le registrazioni contabili avvengono tenendo conto dei criteri di cassa.

Il saldo iniziale corrisponde al saldo finale di cassa contabile della gestione precedente e rappresenta la prima voce del conto entrate e uscite, nella colonna entrate. Il saldo finale corrisponde all’avanzo di cassa di fine esercizio del conto entrate e uscite e rappresenta la voce complessiva risorse disponibili della situazione patrimoniale.

L’avanzo di cassa iniziale corrisponde al saldo finale di cassa contabile della gestione precedente e coincide con il saldo iniziale del registro di contabilità e non può mai essere negativo. L’avanzo di cassa finale corrisponde al saldo finale del registro di contabilità; rappresenta la voce complessiva risorse disponibili della situazione patrimoniale e non può essere negativo.

CHE COSA E’ UNA RACCOMANDATA MARKET?

La Raccomandata Market è una lettera inviata da diversi enti pubblici o privati tramite il servizio di Poste italiane. Il suo contenuto è quasi sempre molto importante.

Ma quali sono i mittenti che inviano una raccomandata market?

  • Agenzia della Riscossione;
  • Istituto Nazionale Previdenza Sociale – INPS
  • Tribunali
  • Enti privati
  • Polizia stradale

Non tutti sanno che è possibile identificare il contenuto di una raccomandata market grazie alle cifre iniziali del codice dell’avviso di giacenza.

Qualora il postino non trovi nessuno in casa, lascia all’interno della cassetta postale un avviso di giacenza. Quest’ultimo aiuta il destinatario a riconoscere il contenuto tramite due fattori: il colore e il codice identificativo.

Quando l’avviso di giacenza è bianco il tempo di giacenza per questo tipo di raccomandata è di 30 giorni e dovrà essere ritirato presso l’ufficio postale. Se si lasciano scadere i 30 giorni, la raccomandata market verrà rinviata al mittente ma gli effetti giuridici saranno sempre validi.

Qualora invece l’avviso di giacenza sia verde si tratta di atti giudiziari e può contenere ad esempio documenti che provengono da un tribunale civile o penale, atti di citazione o atti che provengono da autorità amministrative. Il tempo di giacenza degli atti giudiziari è di sei mesi, ma la notifica di avvenuta giacenza si notifica dopo 10 giorni.

È importante sottolineare che la non accettazione o una raccomandata non ritirata non annulla i suoi effetti: la raccomandata inviata alla residenza del destinatario che non viene ritirata si considera ugualmente valida, con ogni effetto legale conseguente.

È bene saper riconoscere, quando ci viene recapitato un avviso di giacenza, i codici che identificano la raccomandata market.

Tutti i codici market che iniziano con 78 identificano multe, atti giudiziari  o comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate.

La raccomandata market 572 riguarda spesso una comunicazione di notifica atto già precedentemente ritirato dall’intestatario e depositato presso il comune di residenza. In casi più rari potrebbe contenere i bollettini per la rottamazione Ter, oppure un controllo sulla dichiarazione dei redditi.

La raccomandata market 616 indica una comunicazione riguardante il propria veicolo.

Il codice 629, come spesso tutti i codici che iniziano con le cifre 62, riguardano molto probabilmente la conferma di avvenuta consegna di un atto consegnato qualche giorno prima ad esempio ad un famigliare o comunicazioni circa il pagamento del bollo auto, un mancato pagamento, la raccomandata di un privato o di un avvocato, il recapito carte di credito o bancomat.

Con il codice 630 vengono inviati atti dell’INPS, in particolare si tratta di richieste relative alla pensione, in particolare le pensioni di invalidità.

La raccomandata market 648 ha un’alta probabilità di avere come mittente l’Agenzia delle Entrate. La raccomandata market 649 e 665 potrebbe riguardare società di recupero crediti, solleciti di pagamento  oppure il rinvio di una carta bancomat o un rimborso IRPEF. Non è necessariamente una comunicazione ‘negativa’, può contenere comunicazioni riguardanti il rinnovo di una carta bancomat o un rimborso del 730, ma anche notifiche di sollecito di pagamento o recupero crediti.

La raccomandata market 684 indica normalmente una comunicazione dalla Regione in cui hai residenza, una società di fornitura di energia o acqua oppure l’INPS. Quest’ultima viene inviata quando sono trascorsi 10/14 giorni dalla data di scadenza e l’utenza non è ancora stata saldata.

La raccomandata market 685 ha un’alta probabilità di contenere il sollecito di un pagamento (multa, tassa, bollo, bolletta non pagata).

I codici che iniziano con 688 contengono di solito comunicazioni sul proprio veicolo, azioni di recupero crediti da una banca, comunicazioni di assicurazioni o segnalazioni di un mancato pagamento di una bolletta. 

La raccomandata market 689 identifica il mancato pagamento di una cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, una generica tassa oppure l’Imposta Unica Comunale (IMU, TASI E TARI). In altri casi potrebbe trattarsi di comunicazioni inviate dall’INPS (assegno sociale o pensione).

I codici 695 e 696 riguarda cartelle esattoriali Equitalia o Agenzia delle Entrate, bollo auto o canone rai non pagato.

I codici raccomandata 786 e 787 indicano con tutta probabilità una multa, un avviso di pagamento riguardante le imposte (tipo IMU, TASI e TARI) o un atto giudiziario.

Il codice raccomandata 788, indicato anche come atti giudiziari 788, identifica spesso una raccomandata inviata per notificare una multa, un avviso di pagamento per un’imposta o un atto giudiziario mediante Poste Italiane. In qualche caso si può trovare un avviso di giacenza per delle comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.