Come prima cosa va detto che il valore finale dell’Isee risulta dal calcolo di due componenti, ossia l’indicatore della situazione economica Ise e la scala di equivalenza Se.
Nel dettaglio, dividendo l’Ise per la Se si arriva all’Isee, che è il valore indicato alla fine della prima tabella presente nell’attestazione.
L’Ise è un parametro che tiene conto tanto dei redditi quanto dei patrimoni di proprietà dei componenti del nucleo familiare, aggiornati a due anni prima dalla presentazione della Dsu.
È questo, difatti, il parametro che fotografa la situazione economica del nucleo familiare.
Sull’Ise hanno una maggiore incidenza i redditi rispetto ai patrimoni, in quanto si calcola applicando la seguente formula:
Isr (redditi) + 20% Isp (patrimoni
Del patrimonio, sia mobiliare che immobiliare, se ne prende solamente il 20%.
Entro i 15.493,71 euro, quindi, i soldi sul conto corrente non hanno alcuna incidenza sull’Isee.
Discorso differente quando invece superano tale soglia, in quanto il differenziale ha lo stesso identico peso del patrimonio immobiliare.
Il patrimonio mobiliare si somma a quello immobiliare e il 20% del risultato verrà sommato ai redditi, comportando di conseguenza un aumento dell’Ise e, a parità di scala di equivalenza, dell’Isee stesso.
Di fatto, in questo caso un incremento di 15.000 euro dei propri risparmi comporta un aumento di appena il 2.000 euro sull’Isee.
Più rilevante sarebbe l’incremento dell’Isee in caso di aumento del proprio reddito, in quanto in tal caso verrebbe presa in considerazione il 100% della differenza e non il 20% come invece previsto per i patrimoni.
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