L’AGENZIA DELLE ENTRATE PUO’ PIGNORARE IL CONTO CORRENTE DI UN CONTRIBUENTE?

L’AGENZIA DELLE ENTRATE PUO’ PIGNORARE IL CONTO CORRENTE DI UN CONTRIBUENTE?

Quando un contribuente ha un debito esattoriale con un Ente di riscossione è possibile che il soggetto si veda pignorato il proprio conto corrente.

Attenzione però: l’ente preposto al pignoramento del conto corrente e quindi della riscossione dei crediti non è l’Agenzia delle Entrate ma l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Quando parliamo di pignoramento è importante sapere che questo non avviene automaticamente quando non si paga, ad esempio, un avviso di addebito. La procedura per arrivare al pignoramento è un po’ più lunga e complessa.

Solitamente tra l’ente creditore e l’esattore c’è un passaggio di carte che allunga i tempi esecutivi.

Si ricorda inoltre che per diversi difetti relativi alla notifica dell’atto o alla mancata ricezione di quest’ultimo, il contribuente può sempre fare ricorso, allungando così i tempi per procedere, in futuro, al pignoramento del conto corrente del contribuente.

Quest’ultimo, infatti, potrà essere pignorato solo se il debitore non si oppone contro la richiesta del pagamento da parte del Fisco.

Ricordiamo che nel caso in cui il contribuente riceve una notifica di immediato accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate che invita al pagamento entro 60 giorni,  qualora il versamento non sarà eseguito, dopo 30 giorni il debito passerà all’Agenzia di riscossione. Solo allora si potranno avviare le procedure previste per recuperare il debito e dunque procedere al pignoramento tramite lettera d’incarico da parte dell’Agenzia delle Entrate.

A volte però, il contribuente, più volte sollecitato, potrebbe ricevere un avviso di accertamento immediato esecutivo. In questo caso l’Agenzia delle Entrate Riscossione invia al contribuente una cartella esattoriale. Quest’ultima dovrà essere pagata entro 60 giorni oppure dovrà essere richiesta una rateizzazione sulla stessa. Solo se il debito non verrà pagato in alcun modo, saranno attivate le procedure per il recupero delle somme dovute.

È bene sapere che, l’Agenzia Riscossione può decidere, a seguito del mancato pagamento di un debito di un contribuente, di intraprendere azioni cautelari ed esecutive. Con le prime si intende il fermo amministrativo del veicolo oppure l’ipoteca sugli immobili. In entrambi i casi, il debitore riceve un preavviso di 30 giorni per pagare o chiedere la rateazione e solo dopo il mancato pagamento o la mancata comunicazione si procederà di conseguenza.

Le misure esecutive consistono invece nel pignoramento dei beni, sia mobili che immobili. In questo caso se trascorre più di un anno dalla notifica della cartella, il debitore riceverà l’intimazione di pagamento e dovrà pagare entro 5 giorni. Entro lo stesso termine, potrà chiedere la rateizzazione delle somme.

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