GLI EREDI DEVONO PAGARE I DEBITI DEL DEFUNTO?

GLI EREDI DEVONO PAGARE I DEBITI DEL DEFUNTO?

L’accettazione dell’eredità da parte degli eredi può avvenire in modo esplicito, ad esempio con un atto pubblico notarile, o anche in modo implicito, ossia tacito, semplicemente immettendosi nel possesso dei beni ereditari.

Ma attenzione: la giurisprudenza afferma che «la qualità di erede non può desumersi dalla mera chiamata all’eredità, non essendo prevista alcuna presunzione in tal senso, ma consegue solo all’accettazione dell’eredità».

Dunque, fino al momento in cui i chiamati all’eredità non avranno effettivamente accettato, i debiti gravanti sull’eredità stessa non si trasferiranno agli eredi. Proprio per evitare di assumere su di sé un patrimonio ereditario contenente debiti è prevista la possibilità di rinunciare all’eredità, così escludendo definitivamente la possibilità di accettazione.

Attraverso l’accettazione dell’eredità gli eredi sono tenuti, in proporzione alle rispettive quote ricevute,  al pagamento dei debiti tributari di qualsiasi tipo lasciati dal defunto: sono, però, escluse le sanzioni, che non si trasferiscono agli eredi.

Rimangono, perciò, dovuti gli importi “base” delle imposte e tasse non versate dalla persona scomparsa mentre era in vita, a meno che questi debiti non siano già andati in prescrizione.

La dichiarazione di successione non è sufficiente per far acquistare la qualità di eredi: è soltanto un adempimento di natura fiscale, che come tale non equivale affatto all’accettazione dell’eredità espressa o tacita.

In questo modo diventa possibile, per chi ha soltanto presentato la dichiarazione di successione ma non ha accettato l’eredità e pertanto non è diventato erede, rifiutarsi di pagare i debiti tributari lasciati dal defunto. Questo importante principio è stato affermato in una recente ordinanza della Cassazione, che ha annullato l’avviso di accertamento notificato al coniuge superstite e al figlio di un contribuente defunto, con il quale si chiedeva il pagamento di alcune annualità della tassa automobilistica su veicoli che erano di sua proprietà.

È previsto, in favore del Fisco, uno strumento utile per rimuovere le situazioni di incertezza e di inerzia e riuscire ad azionare la pretesa impositiva nei confronti degli “aspiranti eredi” che non hanno ancora accettato e, pertanto, non sono divenuti tali. L’Amministrazione finanziaria può chiedere di fissare un termine per l’accettazione dell’eredità da parte dei congiunti del defunto, e può anche far nominare un curatore dell’eredità giacente che nessuno ha reclamato .

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