La speranza di raggiungere l’età pensionabile prima dei 60 anni è diventata quasi un miraggio. In realtà, però, alcune categorie di lavoratori hanno già i requisiti necessari, sia di età anagrafica minima sia per la contribuzione versata, e quindi possono andare in pensione subito. Ma quali possibilità ci sono per la pensione anticipata a 57 anni?
I lavoratori invalidi civili, con una percentuale riconosciuta di almeno l’80%, possono andare in pensione anticipata ottenendo quasi il medesimo trattamento previsto per la pensione di vecchiaia.
Per accedere alla pensione anticipata per invalidi occorrono almeno 20 anni di contributi. La domanda può essere presentata a partire da un’età minima di 56 anni per le donne e di 61 anni per gli uomini, ma per l’erogazione del trattamento economico occorre attendere il compimento dei 57 anni per le donne, e dei 62 anni per gli uomini .
Le stesse possibilità di pensionamento anticipato sono riconosciute in favore di coloro che prestano assistenza ad un familiare disabile convivente. In questi casi non ci sono limiti minimi di età per il conseguimento della pensione anticipata, ma occorrono 41 anni di contributi, di cui almeno un anno versato prima del compimento dei 19 anni di età.
Tecnicamente, il risultato si raggiunge attraverso l’Ape sociale: l’anticipo pensionistico riconosciuto, dal 2018, a chi assiste un proprio familiare affetto da un handicap grave e riconosciuto ai sensi della legge 104 con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% e convivente nella medesima abitazione da almeno 6 mesi.
Possono ottenere la pensione anticipata per lavoratori precoci i 57enni che hanno iniziato a lavorare in giovanissima età, ad esempio a 15 anni. Con la Quota 41 alle donne lavoratrici precoci sono richiesti 41 anni e 10 mesi di contributi: un requisito che può essere raggiunto senza problemi alle soglie dei 57 anni di età, se non ci sono state interruzioni nei versamenti durante la storia contributiva della lavoratrice.
Gli uomini, invece, devono avere 42 anni e 10 mesi di contributi versati, quindi difficilmente un lavoratore 57 enne potrà aver maturato i requisiti, a meno che non abbia iniziato a lavorare prima del compimento dei 15 anni, come talvolta accade per i lavori “leggeri”, che sono consentiti a partire dai 14 anni di età.
I lavoratori, sia uomini che donne che hanno svolto lavori usuranti (cioè mansioni particolarmente gravose e pesanti: come gli operai che scavano gallerie e miniere, i conducenti di autobus e i turnisti notturni) possono beneficiare della Quota 41 e quindi andare in pensione a 57 anni di età con 41 anni di contributi, se hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 16 anni.
In questi casi, il requisito contributivo minimo è “tagliato” rispetto ai lavori comuni: si accede alla pensione anticipata – sommando età anagrafica e anni di contribuzione – con quota 97,6 per i dipendenti e 98,6 per gli autonomi, quindi, rispettivamente, a 61 anni e 7 mesi o a 62 anni e 7 mesi; ma se chi ha svolto lavori usuranti è anche un lavoratore precoce può abbreviare ulteriormente i tempi grazie a Quota 41, come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente.
Chi ha compiuto i 57 anni di età può ottenere la pensione anticipata attraverso la Rita, acronimo di Rendita integrativa temporanea anticipata. La Rita non è una vera e propria pensione, ma una rendita riservata a chi ha partecipato ad un piano di previdenza complementare ed è disoccupato di lunga durata.
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