SCHIAMAZZI ALL’INTERNO DI UN CONDOMINIO: QUANDO SCATTA LA DENUNCIA?

SCHIAMAZZI ALL’INTERNO DI UN CONDOMINIO: QUANDO SCATTA LA DENUNCIA?

Secondo l’articolo 659 del Codice penale  che parla di «Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone»,  si può parlare di illecito penale in quanto il rumore è avvertibile potenzialmente da un numero indeterminato di persone. Non importa quanti condomini si lamentano ciò che conta, è che lo schiamazzo possa arrivare all’orecchio di molti soggetti e non solo di quelli confinanti con il vicino rumoroso.

Ciò che conta è la potenziale diffusione del rumore, indipendentemente da quante persone poi vengono effettivamente molestate.

Un esempio può essere dato dall’organizzazione di una festa sulla terrazza, con musica alta, quando questa può essere sentita da tutti i condomini dello stabile, anche se gran parte di questi non si lamentano.

Ciò che tutela, infatti, la norma penale è la quiete pubblica ossia quella della collettività.

Come comportarsi, allora, in caso di schiamazzi e disturbo della quiete pubblica?

Il reato di disturbo della quiete pubblica è procedibile d’ufficio. Dunque non è necessaria la denuncia del privato e nemmeno una raccolta firme da parte dei soggetti molestati.

Questo vuol dire che le autorità competenti possono muoversi autonomamente se vengono a conoscenza del reato.

Queste ultime possono accertare l’illecito tramite le prove testimoniali dei residenti. Anche lo stesso intervento di polizia o carabinieri, che abbiano ascoltato il frastuono, è un elemento più che sufficiente per l’incriminazione: essendo questi pubblici ufficiali, le loro attestazioni riportate nel verbale fanno piena prova e possono da sole giustificare una condanna penale.

Ricordiamo che è possibile incriminare anche un minorenne che abbia compiuto almeno 14 anni. In questo caso i genitori del minore saranno tenuti solo a risarcire i danni, non potendo questi gravare su un soggetto con meno di 18 anni.

Le sanzioni penali per questo reato consistono nell’arresto fino a 3 mesi e nell’ammenda fino a 309 euro.

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