Per legge, il titolare dell’abitazione è tenuto a pagare l’Imu, mentre il pagamento della Tari spetta a chi, in quel momento, sta occupando l’abitazione ovvero l’affittuario.
In che modo, invece, è possibile addebitare entrambe le imposte all’inquilino?
Fermo restando che, per la legge, l’unico responsabile per il versamento dell’Imu e della Tari è il soggetto passivo d’imposta ovvero rispettivamente il proprietario e l’affittuario, il contratto di affitto può ben prevedere diversamente.
Si può facilmente convenire che l’Imu gravi sull’affittuario per intero o solo in parte. Si tratta in questo caso di un accordo tra privati, che esplica effetti solo tra le parti e non nei confronti dello Stato.
Questo significa che, se l’inquilino non dovesse onorare l’impegno assunto, il responsabile del mancato pagamento resta il titolare dell’immobile contro il quale il Comune è tenuto ad agire.
La legittimità della clausola che scarica le tasse sulla casa sull’inquilino si fonda essenzialmente sull’assenza di divieti normativi espressi e sulla volontà delle parti di traslare gli oneri tributari come parte integrante del canone di locazione complessivamente dovuto dal conduttore.
Secondo la Cassazione, è legale far pagare all’inquilino le tasse sulla casa.
L’affittuario è tenuto a corrispondere al proprietario dell’immobile il canone di locazione e le spese condominiali.
La misura delle spese condominiali viene fissata dal contratto di locazione.
Il contratto di locazione che prevede all’affittuario l’onere di corrispondere le tasse sulla casa non può quindi considerarsi nullo proprio perché esplica i suoi effetti non nei confronti del fisco ma solo tra le parti.
È necessario però inserire un’apposita clausola nel contratto di locazione.
Ricordiamo che, il contratto di locazione tra le parti, per avere validità, deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
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