LAVORO IN NERO: COME DENUNCIARLO?

LAVORO IN NERO: COME DENUNCIARLO?

Nel nostro Paese sono tanti orami i lavoratori che, pur di portare a casa qualche euro per il mantenimento della famiglia, accettano condizioni lavorative non regolamentate. Questa  scelta però, oltre a porre i lavoratori in una condizione di svantaggio, causa un danno non indifferente all’economia italiana.

Non è facile fare una stima di quanti lavoratori non denunciati abbiano perso la vita mentre lavoravano. È bene sapere che, alle loro famiglie, le associazioni previdenziali non riconoscono nemmeno un indennizzo.

E allora cosa fare e come denunciare un posto di lavoro a nero?

Per denunciare una situazione di lavoro non regolamentata è necessario rivolgersi all’ufficio dell’Ispettorato provinciale del Lavoro o effettuare una denuncia presso il più vicino posto di Guardia di Finanza.

Quando si decide di effettuare una denuncia di questo tipo non è necessario dichiarare la propria identità. In questo modo si garantisce la tutela dei lavoratori che temono ritorsioni sul posto di lavoro. Inoltre, se non si vuole procedere con la denuncia come tale, è possibile effettuare delle segnalazioni anonime per via telefonica, semplicemente chiamando la Guardia di Finanza .

Al lavoratore che vuole procedere con la denuncia, ma che per ragione di sicurezza non se la sente  di esporsi in prima persona, viene anche fornito un ulteriore strumento, quello dei sindacati. Questi ultimi si espongono in prima persona nella risoluzione della eventuale controversia pacifica tra le parti e in tutte le attività necessarie alla preparazione della denuncia agli organi competenti (INAIL, INPS, Ispettorato del lavoro, ecc).

La denuncia per condizioni di lavoro non regolare può essere fatta da qualsiasi lavoratore, senza discriminazioni territoriali.

Effettuati i controlli da parte dei diversi organi competenti, nel caso in cui venissero rilevate delle inadempienze da parte del datore di lavoro, vengono emesse le sanzioni per il lavoro in nero, nella misura in cui il reato è stato commesso.

Parliamo di sanzioni a livello amministrativo, con il pagamento di una somma pecuniaria che deve andare a coprire anche tutte le tasse non versate nel periodo in cui il lavoratore si è dimostrato abbia lavorato sotto dipendenza in azienda. Per i casi di evasione fiscale più gravi, inoltre, è previsto che il reato nel penale,  fino ai 3 anni di reclusione.

Il lavoratore può  decidere di procedere anche per via giudiziaria intentando una causa contro il datore di lavoro, e richiedendo una somma economica come risarcimento per il periodo lavorativo illegale, più l’assunzione a norma di legge in azienda o un corrispettivo economico accettabile a discrezione del lavoratore.

Nel caso di mancati e omessi versamenti dei contributi ai lavoratori in nero l’articolo 116, co. 8 della Legge 23 dicembre 2000 n. 388 prevede dovranno versarli applicando al versamento una sanzione pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato del 5,5%.

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